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Perù, rimossi perché indagavano sulla presidente Boluarte

La motivazione ufficiale è il "rinnovamento dei quadri", ma pochi ci hanno creduto. Il pensionamento dei colonnelli della Policia Nacional Harvey Colchado e Walter Lozano, protagonisti delle indagini sui casi di corruzione in cui erano coinvolti Dina Boluarte e suo fratello Nicanor, suona infatti come una chiara vendetta: i due non avevano ceduto alle pressioni del governo che li invitavano a boicottare tali indagini. In aprile, poco dopo aver eseguito su ordine della Fiscalía una perquisizione nella casa della presidente, Colchado era stato sospeso dal suo incarico di capo della Diviac, la División de Investigación de Delitos de Alta Complejidad, e in seguito la stessa Diviac era stata praticamente smantellata.

Colchado aveva avuto un ruolo importante anche nell'inchiesta sulle tangenti pagate dall'impresa brasiliana di costruzioni Odebrecht agli ex presidenti Alejandro Toledo, Alan García (suicidatosi al momento dell'arresto), Ollanta Humala, Pedro Pablo Kuczynski, nonché a Keiko Fujimori. In ottobre Toledo è stato condannato a vent'anni di carcere proprio per i 35 milioni di dollari versatigli da Odebrecht per aggiudicarsi la costruzione della Carretera Interoceánica tra il Brasile e la costa meridionale del Perù.

Dina Boluarte è sospettata di essersi arricchita in modo illecito e di non aver dichiarato il proprio patrimonio come prescritto dalla legge. A tradirla una serie di orologi Rolex e altri gioielli di grande valore in suo possesso. Quanto a Nicanor, su cui pende un mandato di cattura e che in novembre ha fatto perdere le sue tracce, è accusato di organizzazione criminale, traffico di influenze e corruzione: avrebbe favorito dietro pagamento la nomina di funzionari pubblici e avrebbe usato risorse statali per la raccolta di firme allo scopo di iscrivere alle elezioni un proprio partito politico.

NIENTE ESEQUIE PER L'EX DIRIGENTE DEL MRTA. L'11 dicembre è morto, nella prigione della base navale del Callao, l'ex dirigente del Movimiento Revolucionario Tupac Amaru Miguel Rincón Rincón. In carcere dal 1995, negli ultimi anni Miguel si era dedicato alla pittura e alla pubblicazione di alcuni libri, tra cui un importante saggio dal titolo Socialismo andino. Balance y propuesta. Il suo nome sembra facesse ancora paura al regime: su richiesta del Ministero dell'Interno, le autorità penitenziarie si sono rifiutate di restituire la salma alla famiglia perché realizzasse le esequie e ne hanno disposto la cremazione e la sepoltura delle ceneri in un luogo sconosciuto. (18/12/2024)

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a cura di Nicoletta Manuzzato