Latinoamerica-online.it

"Il Canale è di Panama e continuerà ad esserlo"

"Il Canale di Panama e le zone adiacenti sono di Panama e continueranno ad esserlo": lo afferma, in un video diffuso dal governo, il presidente José Raúl Mulino, aggiungendo che "la sovranità e l'indipendenza" del paese "non sono negoziabili". È la risposta alle parole di Donald Trump, secondo il quale le tariffe richieste per il passaggio delle navi sono "esorbitanti" e danneggiano il principale cliente, gli Usa. Lamentando anche la presunta ingerenza della Cina nel controllo della via marittima, che venne costruita dagli Stati Uniti nei primi decenni del secolo scorso e passò sotto controllo panamense il 31 dicembre del 1999, Trump ha affermato: "Se non si rispettano i principi, tanto morali come legali, di questo magnanimo gesto di donazione, esigeremo che il Canale di Panama ci venga restituito nella sua totalità e senza obiezioni".

Mulino, facendosi portavoce delle opinioni di esponenti politici e semplici cittadini, ha ricordato che i Trattati Torrijos-Carter hanno riconosciuto la sovranità panamense e hanno stabilito la neutralità permanente del passaggio interoceanico, "garantendo il suo funzionamento aperto e sicuro per tutte le nazioni". Il capo dello Stato ha poi respinto con fermezza le accuse di ingerenza della Cina o di altri paesi. A sua volta l'ex amministratore del Canale, Jorge Luis Quijano, ha ribadito che, in base al Trattato di Neutralità, la gestione del Canale spetta solo alla Repubblica di Panama, per cui non esiste alcuna clausola che ne consenta un recupero da parte degli Stati Uniti.

Le affermazioni provocatorie di Trump sono arrivate all'indomani della cerimonia di commemorazione del 35° anniversario dell'invasione statunitense, il 20 dicembre del 1989. Migliaia di militari Usa entrarono a Panama per catturare il dittatore Manuel Noriega che, dopo aver appoggiato per anni la politica di Washington in Centro America e aver collaborato con la Cia, era stato accusato di narcotraffico dalla giustizia nordamericana. Le vittime ufficiali dell'intervento furono 500, ma c'è chi parla di 4000 morti. Tra questi duecento civili, soprattutto abitanti del quartiere El Chorrillo che venne pesantemente bombardato. Nel 2022 il 20 dicembre è stato proclamato Día de Duelo Nacional. (24/12/2024)

Articolo precedente su Panama: Il nuovo presidente vuole sbarrare il passaggio ai migranti

 

Latinoamerica-online.it

a cura di Nicoletta Manuzzato