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Colombia, i "crimini di guerra" dell'Eln

Nella regione del Catatumbo (dipartimento di Norte de Santander) oltre 40.000 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case per sfuggire alla violenza. Sono almeno ottanta i morti provocati dagli attacchi dei guerriglieri dell'Eln contro membri del Frente 33, una delle dissidenze delle Farc. Secondo Indepaz, l'Instituto de Estudio para el Desarrollo y la Paz, tra le vittime ci sono due minori e un bambino di appena nove mesi. Le risorse minerarie e le condizioni climatiche, che ne fanno un luogo ideale per la coltivazione della coca, rendono il Catatumbo una delle zone più contese dai gruppi armati.

Il presidente Gustavo Petro ha dichiarato lo stato d'emergenza, ha definito "crimini di guerra" le azioni dell'Ejército de Liberación Nacional e ha dichiarato la sospensione del dialogo in quanto "l'Eln non ha nessuna volontà di pace". "Quanto successo nel Catatumbo non è se non un'ulteriore dimostrazione del passaggio delle guerriglie insurrezionali verso organizzazioni narcoarmate L'azione di massacro commessa dall'Eln con forze fatte venire da Arauca verso il Catatumbo ricalca perfettamente l'agire dei gruppi paramilitari quando, sotto la direzione di Mancuso, giunsero in zona: un massacro di contadini e civili indifesi - ha scritto Petro sul suo account X - L'Eln si è allontanato dalla teoria dell'amore efficace del suo fondatore, il sacerdote Camilo Torres Restrepo, di cui ancora conservo la tonaca, e si è spostato verso le strade di Pablo Escobar, che hanno scelto come loro guida permanente. È il passaggio che ogni essere umano fa quando il suo cuore è vinto dall'avidità o, come direbbe José Eustasio Rivera, è vinto dalla violenza. Ho conosciuto molti militanti dell'Eln quando ero in carcere o nelle mie notti di amore e di guerra: ho sempre ammirato i loro principi, la loro dedizione rivoluzionaria; credo che questo Eln sia morto". (25/1/2025)

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a cura di Nicoletta Manuzzato