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Argentina, il criptogate di Javier Milei Uno scandalo finanziario mondiale. È quello che ha come protagonista il presidente Javier Milei, che la sera del 14 febbraio ha promosso, sul suo account X, il lancio della criptovaluta $Libra, creata solo pochi minuti prima, presentandola come "un progetto privato per incentivare l'economia argentina e finanziare piccole imprese e affari". L'annuncio, con annesso link per l'acquisto, ha attirato subito migliaia di persone e il prezzo di $Libra è schizzato in pochissimo tempo alle stelle: a questo punto gli sviluppatori del progetto, che controllavano una grossa percentuale dell'offerta, si sono affrettati a vendere ottenendo enormi profitti, prima che il valore della nuova criptovaluta crollasse lasciando gli incauti investitori con perdite intorno ai 250 milioni di dollari. L'operazione viene definita dagli esperti rug pull: "togliere il tappeto (da sotto i piedi)". Il caso scoppia quando si viene a sapere che in precedenza il presidente si era incontrato e si era fatto fotografare con i responsabili del progetto, compresi i proprietari di una piccola impresa di Singapore. la Kip Protocol, su cui lo stesso Milei ha gettato poi la colpa dell'accaduto. Mentre fioccano le denunce penali in Argentina e negli Stati Uniti, la maggioranza riesce a bloccare al Senato la creazione di una commissione d'inchiesta. Non è la prima volta che Milei è invischiato in operazioni poco chiare di questo tipo. Quando era deputato aveva consigliato di investire in un'altra criptomoneta, CoinX, che avrebbe "aiutato gli argentini a sfuggire all'inflazione". Anche questa si era rivelata una frode e Milei era stato denunciato per la sua partecipazione nel raggiro. Se il criptogate, come è stato subito denominato, ha inferto un duro colpo alla credibilità del capo dello Stato, cresce l'opposizione contro la sua politica economica. Come sostiene il gruppo di sacerdoti di Opción por los Pobres, Milei governa "a forza di decreti e veti, giustificando tutto con numeri sempre falsati, generando fame in maniera crescente tra la popolazione e promuovendo la legge della foresta in nome di una falsa libertà. È il trionfo dell'individualismo, del razzismo e dell'odio che conducono alla disintegrazione sociale". E mentre il prezzo degli alimenti e le tariffe di luce e gas continuano ad aumentare, il governo ha deciso la sospensione della consegna di medicine gratuite agli anziani con pensione minima. E i pensionati, che tutti i mercoledì protestano pacificamente davanti al Congresso, sono accolti con cariche della polizia e gas lacrimogeni. Non sono solo i pensionati a scendere in piazza. Il 5 dicembre erano in migliaia per una mobilitazione organizzata dalle due centrali sindacali Cta, cui si erano uniti movimenti sociali e studenti universitari, con lo slogan: "La patria non si vende; per un'Argentina senza fame, con pace, giustizia sociale e sovranità". Erano addirittura milioni il primo febbraio, a Buenos Aires e in tante altre città, a rispondere alla convocazione dei gruppi lgbtq+ per una Marcha Federal del Orgullo Antifascista y Antirracista. Era la risposta al discorso del presidente che, al Foro Economico Mondiale di Davos, aveva affermato: "L'ideologia di genere costituisce molto semplicemente abuso infantile. Sono pedofili", aggiungendo che "il femminismo, l'uguaglianza, l'ideologia di genere, il cambiamento climatico, l'aborto e l'immigrazione sono tutte teste dello stesso mostro, il cui fine è giustificare l'avanzata dello Stato". E il 15 febbraio si è conclusa, con l'appoggio di un centinaio di organizzazioni, la giornata di veglia promossa dalle Madres e Abuelas de Plaza de Mayo di fronte alla Casa Rosada, una mobilitazione che venne realizzata per la prima volta nel 1981. Proprio in questo periodo di attacco a chi lotta per la memoria le Abuelas hanno registrato importanti vittorie, annunciando tra dicembre e gennaio il ritrovamento di due nuovi nipoti che la dittatura aveva sottratto alle famiglie originarie. Il primo è figlio di militanti Montoneros sequestrati nel 1976 nella capitale; i genitori della seconda appartenevano al Partido Comunista Marxista Leninista e vennero catturati nel 1977. Tutti e quattro figurano tra i desaparecidos. (18/2/2025) Articolo precedente sull'Argentina: Javier Milei all'attacco dello Stato
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cura di Nicoletta Manuzzato |