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Latinoamerica-online.it analisi e approfondimenti sull'America Latina |
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Venezuela, trionfa il Gran Polo Patriótico
(28/5/2025)
Le elezioni svoltesi il 25 maggio hanno registrato una
nettissima vittoria del Gran Polo Patriótico, coalizione
di partiti tra cui il Psuv (Partido Socialista Unido de Venezuela)
e movimenti sociali, che
con l'82% dei consensi ha conquistato la maggioranza assoluta nell'Asamblea
Nacional e il governo di 23 dei 24 Stati in cui è diviso il
paese. Un risultato ottenuto anche grazie alle divisioni della
destra: l'ala che fa riferimento a María Corina Machado ha infatti
fatto appello all'astensione, sperando di convincere gli elettori a
disertare le urne. La strategia non ha ottenuto i risultati
sperati: la partecipazione al voto del 42,6% ha sconfitto
il "boicottaggio massiccio" che una certa opposizione sperava.
L'invito a non votare è stato criticato come "controproducente" dall'altro settore della
destra, deciso a partecipare ma diviso al suo interno tra l'Alianza
Democrática, la Red Decide dell'ex candidato
presidenziale Henrique Capriles e una serie di candidature
indipendenti.
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Caso Zambelli: meglio non sottovalutare
(5/6/2025) Bene ha fatto il deputato Angelo Bonelli a rivolgere una
interrogazione ai ministri della Repubblica sulla deputata federale
brasiliana Carla Zambelli, con cittadinanza italiana, che minaccia di
“rifugiarsi” in Italia per sottrarsi alla condanna a lei inflitta dal
Supremo Tribunale Federale /STF per reati gravissimi di attacco alle
istituzioni. Aggiungo solo alcune considerazioni: la
deputata Zambelli fa parte del nucleo più truculento della estrema
destra brasiliana che rimpiange la dittatura militare, considera il
razzismo legittimo o meglio auspicabile, immortala la propria
immagine impugnando armi che poi nella realtà usa contro cittadini
possibilmente di colore.
(Teresa Isenburg)
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Altri approfondimenti sul Brasile
a questo link |
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Argentina, cariche contro i pensionati: oltre ottanta feriti
(24/5/2025)
Un altro mercoledì di violenta repressione contro la
pacifica manifestazione dei pensionati che ogni settimana, di
fronte al Congresso, protestano perché, con le loro misere entrate,
non riescono ad arrivare a fine mese. Il bilancio del 21 maggio è
di oltre ottanta feriti e quattro detenuti. Le cariche delle forze
di sicurezza non guardano in faccia nessuno: anche questa volta
hanno colpito giornalisti e fotografi, come due settimane fa
avevano picchiato e fermato Francisco Paco Oliveira,
sacerdote del gruppo Opción por los Pobres, "colpevole" di aver
cercato di aiutare
un'anziana caduta a terra.
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In Uruguay la 30ª Marcha del Silencio
(21/5/2025)
Migliaia di persone hanno partecipato il 20 maggio, nella capitale,
alla 30ª Marcha del Silencio in ricordo delle vittime del
terrorismo di Stato. La prima Marcha si tenne nel 1996 e
la data venne scelta perché il 20 maggio di vent'anni prima erano
stati ritrovati i corpi dei parlamentari Héctor Gutiérrez Ruiz e
Zelmar Michelini e degli ex tupamaros Rosario Barredo e William
Whitelaw Blanco, assassinati a Buenos Aires nel quadro del Plan
Cóndor. In prima fila, in questo silenzioso corteo che ha
attraversato il centro di Montevideo, i familiari dei
desaparecidos. Come ha sottolineato il deputato Gabriel Otero,
figlio di due militanti tupamaros condannati a lunghe pene
detentive, la marcia esprime la lotta e la resistenza di un popolo
"che vuole sapere dove sono i 197 scomparsi. Reclama verità.
Reclama giustizia".
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La scomparsa di José Mujica
(14/5/2025)
Una traiettoria politica eccezionale: da guerrigliero
tupamaro, che per la sua battaglia ha passato in prigione
quattordici anni spesso in condizioni inumane, a
presidente dell'Uruguay dal 2010 al 2015, anni in cui il paese
realizzò importanti passi avanti sul piano dei diritti sociali e
civili (riduzione della povertà, approvazione della giornata di
otto ore per i braccianti, riconoscimento del matrimonio
egualitario, depenalizzazione dell'aborto, legalizzazione della
marijuana). José Pepe Mujica si è spento il 13 maggio
nella modesta casa contadina nei pressi di Montevideo che divideva
con la moglie e compagna di lotta, la senatrice Lucía Topolansky.
Il "presidente povero", così veniva chiamato per la semplicità con
cui seppe vivere rinunciando ai privilegi della sua carica:
durante il suo mandato destinò il 90% del suo appannaggio
a programmi sociali e si distinse sempre per la sua critica serrata
al consumismo e alla ricerca spasmodica della ricchezza.
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Sull'argomento v. l'articolo
Las muertes y resurrecciones de Pepe Mujica |
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La Repubblica Dominicana contro i migranti haitiani
(26/4/2025)
Il razzismo come politica di Stato. Avviene nella Repubblica
Dominicana, dove da giorni è iniziata l'applicazione dei
nuovi provvedimenti governativi contro l'immigrazione nelle strutture sanitarie
pubbliche. Gli haitiani che
ricorrono agli ospedali vengono identificati e costretti a
dimostrare che risiedono e lavorano nel paese. Non solo: devono
anche pagare per le cure ricevute. I reparti maternità sono
stati militarizzati e
decine di donne incinte o in procinto di partorire sono state
arrestate e deportate, mentre probabilmente altre stanno
rinunciando, per paura, a richiedere attenzione medica. La
misura è stata duramente criticata da Stéphane Dujarric,
portavoce del segretario generale dell'Onu Guterres. Ma è solo
l'ultima di una serie di azioni di stampo xenofobo messe in atto
dal governo di Santo Domingo per rispondere alle sollecitazioni
dell'estrema destra.
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Perù, impunità garantita per l'estrema destra
(17/4/2025) Un altro ex presidente condannato per
corruzione. Ollanta Humala, capo di Stato dal 2011
al 2016, dovrà scontare 15 anni di carcere per
riciclaggio aggravato, a causa dei contributi
nascosti di oltre tre milioni di dollari versati
dall'impresa brasiliana Odebrecht alla sua
campagna elettorale. Stessa pena per la moglie
Nadine Heredia, che però è sfuggita all'arresto
rifugiandosi nell'ambasciata del Brasile e ottenendo
l'asilo diplomatico dal governo Lula. Heredia è già
arrivata a Brasilia insieme a uno dei figli, Samir. Humala segue dunque la sorte di Alejandro Toledo e
di Alberto Fujimori: quest'ultimo però morì in
libertà perché, nonostante fosse stato condannato a
25 anni di prigione per crimini di lesa umanità,
beneficiò prima di un indulto e poi di un'amnistia
e alla sua morte, nel settembre scorso, gli furono
tributati funerali di Stato. Un chiaro
esempio del potere esercitato dalla figlia Keiko e
dal suo partito Fuerza Popular grazie
all'appoggio al governo de facto di Dina
Boluarte.
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Sul Perù v. anche:
De Pizarro a Ayuso |
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Ecuador, Noboa vince tra denunce di brogli
(20/4/2025)
Secondo il computo ufficiale Daniel Noboa si è imposto nel
ballottaggio, ma crescono le denunce
di brogli tanto che la sua avversaria, Luisa González, non ha riconosciuto il risultato e ha chiesto il
riconteggio dei voti. Certo appare sorprendente che il 13 aprile la
candidata correista abbia aumentato i suoi voti di pochi decimali
(dal 44 al 44,37%) rispetto al primo turno, nonostante il leader della Conaie Leonidas Iza,
che il 9 febbraio aveva ottenuto il 5,25% dei suffragi, le avesse
garantito il suo appoggio. Invece Noboa sarebbe balzato dal 44,17
al 55,63%.
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L'unità della regione al centro dei lavori della Celac
(11/4/2025)
Si è tenuto a Tegucigalpa il nono vertice della Celac, la
Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños. La
maggioranza degli interventi ha sottolineato l'importanza
dell'unità dei paesi della regione per far fronte alle sfide
globali, in particolare alle deportazioni di massa degli
immigrati irregolari e ai pesanti dazi alle importazioni decisi
dall'amministrazione Trump. "Non possiamo continuare a camminare
separati quando il mondo si riorganizza senza di noi", ha affermato
la presidente honduregna Xiomara Castro, che dirigeva i lavori.
L'incontro è stato infatti l'ultimo della presidenza pro
tempore honduregna, passata ora alla Colombia.
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Panama cede alle richieste statunitensi
(11/4/2025)
Nonostante tutte le dichiarazioni sulla sovranità e l'indipendenza
del Canale, il governo panamense è pronto a chinare il capo di fronte a molte
delle richieste avanzate dagli Usa. Dopo un incontro l'8 aprile tra
il presidente della nazione centroamericana e il capo del
Pentagono, Pete Hegseth, quest'ultimo ha sottolineato "l'impegno
del presidente Mulino di trasformare Panama nel primo paese del
nostro emisfero ad abbandonare l'iniziativa della Via della Seta e
di ridurre la presenza problematica della Cina nelle nostre aree".
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Luis Almagro lascia la guida dell'Oea
(11/3/2025)
In maggio l'uruguayano Luis Almagro lascerà la guida dell'Organización
de los Estados Americanos. A sostituirlo è stato designato il
ministro degli Esteri del Suriname, Albert Ramdin: sarà il primo
rappresentante di un paese dei Caraibi ad assumere l'incarico di
segretario generale dell'Oea. E proprio gli Stati caraibici,
insieme ai governi progressisti della regione (Bolivia, Brasile,
Cile, Colombia, Messico, Uruguay) sono stati determinanti nella
nomina. Ramdin era rimasto l'unico candidato dopo il
ritiro del suo avversario, il paraguayano Rubén Ramírez Lezcano,
spinto alla rinuncia per l'assottigliarsi del gruppo dei suoi sostenitori. "Il mio impegno è di
servire tutti gli Stati membri di questa organizzazione - sono
state le prime parole del segretario eletto - La nostra forza collettiva si
basa sulla nostra capacità di lavorare insieme".
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Messico, gli orrori di Teuchitlán
(20/3/2025)
Il paese è sconvolto per il ritrovamento, nel Rancho Izaguirre di Teuchitlán (Stato di
Jalisco), di resti umani bruciati, scarpe, borse, indumenti e altri oggetti personali che fanno pensare a centinaia di
vittime. Il luogo sarebbe stato usato
come campo di "addestramento e sterminio" dal cartello
Jalisco
Nueva Generación e qualcuno ha ipotizzato anche l'esistenza di forni
crematori. In settembre la Guardia Nacional si era
scontrata con membri della delinquenza organizzata, arrestando
dieci persone e liberando due sequestrati. Ma dopo di allora la Procura statale
aveva affermato di non aver trovato traccia di altre attività
criminali. Eppure in marzo i Guerreros Buscadores de Jalisco,
un gruppo di familiari di desaparecidos che non si
rassegnano alla scomparsa dei loro cari, hanno fatto la macabra
scoperta. Teuchitlán, un tempo noto per un antico insediamento
preispanico dalle caratteristiche piramidi cricolari, è diventato
oggi il simbolo dell'orrore in cui i narcos hanno sprofondato
alcune zone del Messico.
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LE RIFORME DELLA PRESIDENTE SHEINBAUM. Celebrando
l'anniversario della nazionalizzazione dell'industria petrolifera, avvenuta il 18 marzo
1938, la presidente Claudia Sheinbaum ha affermato che "il miglior
omaggio che possiamo fare al generale Lázaro Cárdenas e al popolo
del Messico" è la promulgazione delle leggi di riforma (già approvate dal Congresso)
volte al rafforzamento di Petróleos Mexicanos e della
Comisión Federal de Electricidad come imprese pubbliche dello
Stato. Viene così consolidata la sovranità energetica del paese,
cancellando la controriforma neoliberista promossa nel 2013 dal priista Peña Nieto,
che mirava a trasformare petrolio ed elettricità in redditizi
affari privati. Alla cerimonia era presente Cuauhtémoc Cárdenas,
figlio del generale.
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El Salvador, Bukele contro i difensori dell'acqua
(14/2/2025)
Il 13 febbraio l'ex magistrato del Tribunal Supremo
Electoral Eugenio Chicas è stato arrestato con accuse
pretestuose. Molti hanno visto in questo una vera e propria
vendetta da parte di Nayib Bukele, che nel 2018 (quando era
candidato presidenziale) era stato da lui sconfitto in una causa
per diffamazione e aveva dovuto pagargli 50.000 dollari. Non stupisce dunque che nel
novembre scorso
un tribunale di San Salvador lo abbia dichiarato colpevole di
arricchimento illecito e lo abbia condannato al pagamento di oltre
200.000 dollari.
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L'America Latina di fronte al tornado Trump
(4/2/2025)
Tra i primi decreti firmati dal nuovo presidente statunitense,
Donald Trump, figura la deportazione degli immigrati irregolari
verso i paesi d'origine, deportazione che è iniziata con oltre 260 guatemaltechi. Per compiacere l'elettorato più
reazionario, i primi trasferimenti sono avvenuti in modo plateale:
le persone espulse sono state imbarcate
sugli aerei incatenate in lunghe file, quasi fossero pericolosi
delinquenti. Scene che hanno fatto ricordare gli africani al
mercato degli schiavi e che hanno provocato le proteste di molti
governi latinoamericani. Le autorità brasiliane hanno condannato
"il flagrante disprezzo dei diritti fondamentali" dei concittadini,
ordinando la loro immediata liberazione dai ferri.
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L'amministrazione Trump torna alla "politica dura" contro Cuba
(2/2/2025) Neanche una settimana prima dell'assunzione di Donald
Trump, il presidente Joe Biden, pur non eliminando il bloqueo, aveva cancellato Cuba dall'elenco
dei paesi patrocinatori del terrorismo, togliendo anche alcune
sanzioni finanziarie e sospendendo la possibilità per i cittadini
statunitensi di ricorrere davanti ai tribunali contro l'esproprio
delle loro proprietà all'indomani della Rivoluzione. Nel frattempo il
governo dell'Avana annunciava la liberazione, in seguito alla
mediazione del Vaticano, di 553 detenuti condannati per diversi
reati.
segue Nella foto: un
momento della Marcha de las Antorchas |
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Colombia, i "crimini di guerra" dell'Eln
(25/1/2025)
Nella regione del Catatumbo (dipartimento di Norte de Santander)
oltre 40.000 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie
case per sfuggire alla violenza. Sono almeno ottanta i morti
provocati dagli attacchi dei guerriglieri dell'Eln contro membri
del Frente 33, una delle dissidenze delle Farc. Secondo
Indepaz, l'Instituto de Estudio para el Desarrollo y la Paz,
tra le vittime ci sono due minori e un bambino di appena nove mesi.
Le risorse minerarie e le condizioni climatiche,
che ne fanno un luogo ideale per la coltivazione della coca,
rendono il Catatumbo una delle zone più contese dai gruppi armati.
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Haiti, la missione internazionale non frena la violenza
(19/1/2025)
Sono oltre un milione le persone che hanno dovuto abbandonare le loro
case a causa della violenza delle bande criminali: lo afferma l'International Organization for Migration. Nel corso del
2024 si calcola che gli assassinati siano stati più di
5.600. Tra questi quasi duecento anziani e leader religiosi vudù
di Port-au-Prince, fatti uccidere per vendetta da un capoclan
che li accusava di aver provocato, con un maleficio, la morte
del figlio. Nel paese regna il caos e la furia della criminalità non
risparmia neppure gli ospedali: in dicembre è stato incendiato
il Bernard Mevs, uno dei pochi centri di cura ancora
funzionanti.
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Honduras, la risposta di Xiomara Castro a Trump
(6/1/2025)
Con un discorso pieno di dignità, la presidente Xiomara Castro ha
risposto alle minacce di Donald Trump di cacciare dagli Usa
migliaia di immigrati irregolari. "Di fronte a un atteggiamento
ostile di espulsione di massa dovremmo considerare un cambiamento
nelle nostre politiche di cooperazione con gli Stati Uniti,
specialmente in campo militare dove senza pagare un centesimo
mantengono da decenni basi militari sul nostro territorio", ha
affermato Xiomara aggiungendo che in tal caso quelle basi
"perderebbero ogni ragione di esistere in Honduras". La presidente
si augura dunque che Trump "non assuma rappresaglie inutili contro
i nostri migranti, che in genere recano un grosso apporto
all'economia statunitense". Si calcola che circa 250.000
honduregni potrebbero essere deportati dagli Stati Uniti e il paese
- a detta del Ministero degli Esteri - non è in condizioni di
riceverli adeguatamente.
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Il ritorno del golpismo in America Latina
(27/12/2024)
Dietro un’apparente tranquillità democratica i governi
progressisti del continente sono sottoposti a continui tentativi di
destabilizzazione. Dopo la grande speranza dell’inizio del
millennio, quando l’America Latina mostrava ai popoli che un altro
mondo era possibile, la destra è tornata al potere in diversi paesi
e non lascia respiro a quelli non ancora allineati. E non a caso la
statunitense Conservative Political Action Conference si è
tenuta quest’anno a Buenos Aires, dove il presidente Milei ha
accolto gli esponenti dell’internazionale reazionaria.
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Per gli Usa il Nicaragua rimane "una minaccia"
(26/11/2024)
Il presidente Usa Biden ha prorogato per un altro anno l'ordine
esecutivo del 27 novembre 2018 che dichiara il Nicaragua "una
minaccia inusuale e straordinaria per la sicurezza nazionale e la
poltica estera" statunitense. La misura era stata giustificata
dalle accuse di violazione dei diritti umani durante le proteste di
sei anni fa nel paese, smantellamento dello Stato di diritto e
corruzione.
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LA MORTE DI HUMBERTO ORTEGA. Il 30 settembre
è morto a Managua l'ex guerrigliero del Frente
Sandinista ed ex comandante dell'esercito
Humberto Ortega Saavedra. Aveva 77 anni e soffriva
di problemi cardiaci. Da tempo si era distanziato
dalle posizioni del fratello Daniel, tanto che
l'attuale presidente lo aveva definito pubblicamente
"traditore" e lo aveva costretto agli arresti
domiciliari. |
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Cile, la destra sconfitta nelle regioni di Santiago e Valparaíso
(25/11/2024)
Nel ballottaggio del 24 novembre è fallito il tentativo della
destra di conquistare le due regioni più importanti. Nella Región Metropolitana del Gran Santiago
Claudio Orrego è stato rieletto governatore,
sconfiggendo il candidato di Chile Vamos Francisco Orrego. "Oggi ha
prevalso la moderazione sulla polarizzazione, la cooperazione sul
confronto e il dialogo sull'insulto", ha affermato il
vincitore. A Valparaíso è stato eletto per un secondo mandato
Rodrigo Mundaca, che ha superato per ampio margine l'ex
deputata conservatrice María José Hoffmann. Mundaca è membro del
Movimiento de Defensa por el Acceso al Agua, la Tierra y la
Protección del Medioambiente, un'organizzazione che lotta per
l'acqua come bene pubblico. Sia Orrego che Mundaca si presentavano
come indipendenti e, pur avendo l'appoggio dei partiti di governo,
in diverse occasioni hanno preso le distanze dalla politica del
presidente Boric.
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Sul
Cile v. anche:
Julia Chuñil: "Si me pasa algo ya saben quienes son los responsables" |
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Guatemala, nuova offensiva dei fiscales contro Arévalo
(17/12/2024)
Non si arresta la guerra della Fiscalía General,
guidata da Consuelo Porras, contro il governo di Bernardo Arévalo.
L'ultimo atto, in ordine di tempo, è avvenuto a fine novembre con
la decisione del giudice Fredy Orellana, su richiesta del capo
della Fiscalía contra la Impunidad, Rafael Curruchiche, di cancellare il
Movimiento Semilla (già precedentemente sospeso) per presunte
irregolarità nella sua iscrizione. In questo primo anno di mandato
Arévalo non è riuscito a ottenere le dimissioni di Porras, nominata
dall'ex presidente Giammattei (destra). Da notare che Porras, Curruchiche
e Orellana sono inseriti nella lista nera degli Stati Uniti
come "corrotti" e che i paesi dell'Unione Europea negano loro
l'accesso "per aver attentato contro la democrazia e lo Stato di
diritto" (sanzione ora rinnovata fino al gennaio 2026).
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Bolivia, si approfondisce lo scontro all'interno del Mas
(16/12/2024)
Lo scontro all'interno del Movimiento al Socialismo si
approfondisce, ponendo una seria ipoteca sulle possibilità della
sinistra nelle elezioni del 2025. Il 12 luglio
migliaia di persone sono scese in piazza "in difesa della
democrazia, l'unità e il futuro della Bolivia" e per esprimere il
loro appoggio al presidente Luis Arce dopo il tentato golpe di
giugno. In settembre migliaia di evistas hanno marciato da
Caracollo, nel dipartimento di Oruro, fino a La Paz per chiedere
l'iscrizione della candidatura di Morales alle presidenziali
(candidatura proibita dalla Costituzione). Il governo non ha ceduto alla
tentazione di usare la repressione e la prova di forza si è
conclusa in sostanziale parità. Il 27 ottobre Evo ha denunciato
che due camionette hanno tentato di bloccare l'auto su cui
viaggiava, esplodendo colpi d'arma da fuoco che hanno
ferito il suo autista. Dopo aver in un primo tempo attribuito
l'attentato allo stesso Arce, Morales ha poi responsabilizzato
dell'attacco la Dea statunitense.
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Raggiunto l'accordo tra Unione Europea e Mercosur
(7/12/2024)
Il vertice del Mercosur a Montevideo (5-6 dicembre) si è concluso
con un importante annuncio: dopo oltre vent'anni di trattative è
stato raggiunto l'accordo commerciale tra il blocco sudamericano e l'Unione
Europea. L'area di libero scambio tra le due regioni prevede
l'eliminazione progressiva del 92% delle tariffe doganali sui
prodotti esportati dal Sud America verso il Vecchio Continente e del 91%
su quelli in direzione opposta. "Creiamo un mercato di 700 milioni
di persone", ha affermato la presidente della Commissione Europea
Ursula von der Leyen, aggiungendo che l'accordo "riflette i nostri
valori comuni, il nostro impegno contro la deforestazione e per
l'attuazione degli accordi di Parigi". Ma non tutti in Europa
appaiono convinti dell'impronta ecologista di questo testo: se il Ppe è entusiasta, assai critici sono i
gruppi della Sinistra e dei Verdi. E si oppongono agricoltori e
allevatori, che temono la concorrenza di aziende sottoposte
a regole meno rigide per quanto riguarda l'uso di pesticidi nei
campi e di ormoni e antibiotici per il bestiame. Contrarietà è
stata espressa dalla Francia e forti riserve vengono da una parte
del governo italiano: questo potrebbe mettere in forse l'entrata in
vigore dell'intesa, che deve ancora ottenere il via libera del
Consiglio e del Parlamento Europeo.
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Brasile, Bolsonaro denunciato per il tentato golpe del 2023
(24/11/2024)
Alla conclusione delle indagini sul tentato golpe dell'8 gennaio
2023, il 21 novembre la polizia federale ha denunciato 37 persone, tra cui Jair
Bolsonaro. Oltre all'ex presidente, nell'elenco figurano due
generali della riserva: l'ex capo di gabinetto ed ex ministro della
Difesa Walter Braga Netto e l'ex ministro per la Sicurezza Istituzionale Augusto
Heleno. Vi sono poi l'ex comandante della marina
ammiraglio Almir Garnier Santos, l'ex direttore dell'Agência
Brasileira de Inteligência Alexandre Ramagem, il presidente
del bolsonarista Partido Liberal Valdemar Costa Neto e
un argentino, l'imprenditore Fernando Cerimedo. Quest'ultimo era
incaricato della disinformazione: attraverso i social e le
piattaforme digitali facilitava la diffusione di fake news
e la sua consulenza non si è limitata al Brasile, ma si è estesa
alla campagna contro la riforma costituzionale cilena e a favore
dell'elezione di Javier Milei in Argentina. Tutti gli accusati
devono rispondere di "abolizione violenta dello Stato democratico di
diritto, colpo di Stato e associazione illegale".
segue
ELON MUSK CEDE DI FRONTE ALLA MAGISTRATURA BRASILIANA. L'8
ottobre il giudice Alexandre de Moraes ha autorizzato X,
dopo oltre un mese, a operare nuovamente in Brasile. Il social era stato
sospeso perché accusato di incitamento alla violenza e mancata cooperazione
nell'eliminazione di fake news. Per ottenere la revoca del
provvedimento Elon Musk ha
dovuto bloccare nove profili di simpatizzanti di Bolsonaro in cui
venivano diffusi discorsi di odio, pagare una multa di 28,6 milioni
di reais (5,2
milioni di dollari) e nominare un rappresentante legale nel paese. |
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