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Brasile, "Lo spirito soffia dove vuole" Teresa Isenburg Sabato 16 luglio è stata un'intensa mattina. Per iniziativa del Fronte interreligioso don Paulo Evaristo Arns per Giustizia e Pace, in collaborazione con la Commissione Giustizia e Pace di San Paolo, la Commissione Arns di Diritti umani, l’Istituto Vladimir Herzog e la sezione paolista dell’Ordine degli Avvocati del Brasile/OAB, nella grande cattedrale di San Paolo si è svolto un molto partecipato atto interreligioso per l’indigenista Bruno Pereira e per il giornalista inglese Dom Phillips, assassinati il 5 giugno mentre svolgevano, in stretta collaborazione con le popolazioni ancestrali della regione, un lavoro di documentazione sul sistema illegale di caccia pesca coltivazione mineraria nei pressi della Terra Indigena Vale do Javari, nell’Amazzonia occidentale. L’uccisione di questi due noti conoscitori della situazione regionale e competenti comunicatori dell'avanzata della criminalità nello spazio amazzonico, resa possibile dall’incuria o della connivenza del potere esecutivo, ha avuto una discreta eco sia nazionale che internazionale, che tuttavia per intanto non ha portato a una ricostruzione soddisfacente delle responsabilità del crimine. Il momento di condivisione nella cattedrale ha ottenuto una visibilità vasta e ha consentito alle vedove Beatriz Matos Pereira e Alessandra Sampaio Phillips di esprimere un messaggio di fermezza nel rivendicare il cammino costruito nella concreta difesa della foresta e dei suoi abitanti. E’ stato anche ricordato don Claudio Hummes, arcivescovo di San Paolo, scomparso il 4 luglio e già responsabile del sinodo per l’Amazzonia dell'ottobre 2019 voluto da papa Francesco. L’atto ha visto la presenza di cattolici, anglicani, metodisti, pentecostali, ebrei, musulmani, bahá’ís, buddisti, kardechisti, popoli tradizionali di matrice africana, esponenti spirituali indigeni, membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Una compresenza che già di per sé è stata un gesto di rottura con l’intolleranza religiosa anche violenta che ha preso corpo nel paese nell’ultimo lustro. Ma due sono stati i momenti di maggiore intensità: l'enorme forza spirituale espressa dai rappresentanti indigeni e di matrice africana e il discorso del vescovo don Pedro Luiz Stringhini in nome della CNBB/Conferenza Nazionale, che ricordava la fermezza sociale e democratica del cardinale Evaristo Arns che aveva a viso aperto combattuto la dittatura militare. I cantanti Chico César e Daniela Mercury hanno prestato la loro voce al momento condiviso che ha unito in modo garbato e fermo molte diversità. Una bella giornata, dunque, che ha riportato alla luce aggregazioni del mondo religioso che sembravano da tempo poco presenti. San Paolo, 19/7/2022
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cura di Nicoletta Manuzzato |