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Il Brasile verso la normalità

Teresa Isenburg

Lentamente e non senza fatica ricomincia una vita quasi normale nel paese. I reati vengono giudicati, le funzioni amministrative obbligatorie riattivate, le iniziative politiche riprendono. Tuttavia le conseguenze negative dell’attacco alle istituzioni e al funzionamento dello Stato degli ultimi sei anni non si curano in poco tempo e le ferite lasciano cicatrici e ulcere. La forza del potere finanziario continua a dominare, ad esempio nella speculazione immobiliare urbana segregazionista o nel mantenimento di un tasso di interesse stellare. Anche il modo di fare politica nel Parlamento è in parte contaminato dal peso delle pratiche affaristiche incentivate nell’ultimo lustro, tanto più che non pochi protagonisti di quella stagione mantengono posizioni di forte potere. L’istigazione all’odio attraverso i social e gli influenzatori è meno appariscente ma sempre attiva, così come una gestione amministrativa di devastazione sociale negli Stati e municipi guidati da esponenti della destra estrema (e non sono pochi). E a questo si aggiunge il contesto internazionale generale che espone l’esecutivo ad una pressione senza pudore da parte degli alleati del’Ucraina per spingere il Brasile ad abbandonare la neutralità. Pressione che non trova spazio, ma che complica ulteriormente il quadro. Riassumo qualche notizia su accadimenti recenti sottolineando che ci si trova su una strada in salita, dunque, ma una strada percorribile che si allontana dal baratro verso il quale il governo Bolsonaro ha spinto il paese.

1) E così il 30 giugno 2023 il Tribunale Superiore Elettorale/TSE ha emanato la prima sentenza relativa all’imputato Jair Messias Bolsonaro. Il verdetto, con una maggioranza di cinque voti a due, sancisce la ineleggibilità per otto anni. Il motivo dello stesso riguarda la riunione promossa da Bolsonaro il 18 luglio 2022 nella residenza presidenziale del Palaço da Alvorada, convocando gli ambasciatori per “denunciare” il sistema elettorale e in particolare la non sicurezza delle urne elettroniche, naturalmente senza alcuna prova. La difesa dell’ex primo cittadino rivendicava la libertà di espressione. Il presidente del TSE ha rigettato tale posizione e dichiarato nell’esprimere il proprio voto: “Il presidente che ha vinto le elezioni del 2018 dice che vi è frode. Il presidente attacca la giustizia elettorale che lo elegge da 40 anni. Questa non è libertà di espressione. È comportamento proibito. Utilizzando denaro pubblico, struttura pubblica (il palazzo presidenziale e la TV ufficiale del governo in particolare) è abuso di potere”. Bolsonaro si difende, nei limiti del possibile, attraverso le vie legali e costruendo una immagine di vittima perseguitata. Inoltre piange miseria dichiarando di non essere in grado di pagare le multe che piovono fitte, ad esempio sul mancato uso di mascherina in luogo pubblico durante la pandemia. Quest’ultimo espediente è improbabile che possa sortire grande commozione in un paese in cui il 78.3% delle famiglie è indebitato, il 29% inadempiente e l'11,6% non sarà in grado di pagare i propri debiti.

Forse serve precisare alcuni aspetti della giustizia brasiliana: in primo luogo va ricordato che esiste una specifica magistratura che si occupa di regolarità delle elezioni e dei comportamenti di candidati ed eletti, per i quali esistono disposizioni molto puntigliose soprattutto sul versante finanziario. Inoltre vige la disposizione che consente di dichiarare la non eleggibilità in caso di determinati reati o condanne in secondo grado. In questo vi è una notevole differenza con altre realtà, ad esempio quella degli Sati Uniti in cui chiunque e comunque può candidarsi. Insomma, in questo momento la forza dell’estrema destra è stata temporaneamente contenuta, ma rimane, qui come altrove, il dato di fatto che la destra si è trasformata (non solo in Brasile) in estrema destra (a mio parere anticostituzionale) e questo getta un’ombra gelida sui sistemi parlamentari rappresentativi, che presuppongono il rispetto delle regole stabilite in modo condiviso.

Lunga è la lista di processi che attendono l’ex capo dell’esecutivo: 16 corrono nel TSE, cinque passibili di detenzione, fra i quali quelli collegati alla gestione mortifera della pandemia di Covid-19, nel Supremo Tribunale Federale/STF. Inoltre, non essendo il nostro più titolare di foro privilegiato legato alle funzioni istituzionali, molti processi entrano nel radar della giustizia di primo grado con i successivi possibili ricorsi: si va dalla diffusione di slogan antidemocratici in occasione del bicentenario dell’indipendenza del Brasile il 7 settembre 2022, alla fitta nebbia che avvolge i gioielli di grande valore donati (a chi?) dal sovrano dell’Arabia Saudita, alla falsificazione dell’attestato di vaccinazione. Quindi questa prima sentenza è un sollievo, ma nulla che possa tranquillizzare sulle intenzioni della élite antisociale e anti inclusione che domina il vertice sociale e di potere.

2) Il 28 giugno 2023 sono stati resi noti i primi dati del censimento, fatto politico rilevante. Infatti quell’importante obbligo della pubblica amministrazione era stato rinviato nel 2020 per la pandemia e nel 2021 per tagli alla spesa per cui lo stanziamento necessario non era stato messo in bilancio. Un effetto della delirante avversione alla conoscenza che ha caratterizzato il quadriennio 2019-2022 finalmente terminato. Così si comincia a sapere come il paese è cambiato dal 2010 al 31 luglio 2022. Le prime informazioni rese pubbliche riguardano popolazione e domicili da cui risulta che la prima supera i 203 milioni con una crescita media annua di 0,52% e che il numero di domicili è cresciuto del 34% passando da 67,5 a 90,7 milioni. I due dati indicano un rallentamento marcato dell’aumento demografico e un incremento di nuclei famigliari di dimensioni minori. Elementi che riflettono cambiamenti strutturali culturali prima ancora che demografici. Emerge in modo inequivocabile il forte squilibrio territoriale, con una concentrazione di popolazione nelle regione di sudest che ospita il 41,8% della popolazione (84.847.000 milioni) e il nordest con il 26,9% (54.644.000 milioni). In particolare spiccano lo Stato e la città di San Paolo: il primo raccoglie quasi metà dei cittadini della regione, 41.262 milioni dei quali 11.451 milioni vivono nel municipio omonimo, parte del totale di 20.684.000 che gravitano nella concentrazione urbana calamitata dalla capitale. Il municipio di Rio de Janeiro accoglie 6.211.000 abitanti che lievitano a 11.760.000 se si considera la concentrazione urbana compatta, mentre lo Stato, relativamente piccolo, supera 16 milioni. Solo questi numeri molto riassuntivi dicono che le caratteristiche spazio-demografiche e la rapidità con cui avvengono cambiamenti socio-economico-culturali chiedono politiche pubbliche coraggiose e di grandi dimensioni per costruire una coesione stabilizzatrice.

3) Sul versante politico vale la pena di ricordare che dal 29 giugno al 2 luglio 2023 si è tenuto a Brasilia il XXVI incontro del Foro de São Paulo, un collegamento creato nel 1990 fra i partiti di sinistra latinoamericani, i cui membri sono 123 partiti di 27 paesi. Comprendendo gli invitati, quest’anno erano presenti 270 rappresentanti di 57 organizzazioni. Il tema era il seguente: Integrazione regionale per fare avanzare la sovranità latinoamericana e caraibica. Sul sito (https://forodesaopaulo.org) si possono leggere i documenti e le decisioni assunte. Nell’attuale situazione di avanzata delle destre fascistizzanti il confronto e possibilmente il coordinamento politico continuativo delle forze di sinistra è particolarmente importante.

Intanto per iniziativa del governo brasiliano procede l’organizzazione di un incontro, da tenersi l’8 agosto 2023, fra i paesi amazzonici per discutere la salvaguardia della foresta. In seguito avrà luogo un summit con gli altri Stati che hanno ancora nel loro territorio porzioni significative di foresta equatoriale, in particolare la Repubblica Democratica del Congo e l’Indonesia.

San Paolo, 4/7/2023. Fonti: Brasil de Fato, Brasil 247  https://www.ibge.gov.br/  https://forodesaopaulo.org

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato