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Brasile, la situazione e le prospettive dopo due anni di governo Lula intervista a Frei Betto Il quotidiano progressista “Brasil de Fato” ha intervistato mercoledì 18 dicembre Frei Betto sulla situazione del governo Lula, le indagini sul tentativo di golpe, le relazioni dell’esecutivo col potere giudiziario e legislativo, la situazione internazionale, il cambiamento climatico e il significato del Natale. Carlos Alberto Libânio Christo, o semplicemente Frei Betto, nato a Belo Horizonte il 25 agosto 1944, è un frate domenicano, giornalista, professore e scrittore brasiliano. È un seguace della Teologia della Liberazione, un attivista nei movimenti pastorali e sociali. Ha prestato servizio come consigliere speciale del presidente Luiz Inácio Lula da Silva tra il 2003 e il 2004, con la funzione di coordinatore della Mobilitazione Sociale per il programma Fame Zero. Durante la dittatura militare (1964-1985) è stato arrestato nel 1964 e tra il 1969 e il 1973 ed ha trascorso in totale più di quattro anni in prigione. Brasil de Fato - Il governo Lula ha fatto importanti progressi, ma ora ci troviamo a un bivio pericoloso, ad esempio in ambito economico. Siamo in presenza di reazioni del cosiddetto mercato, che stanno influenzando l'azione del governo, minandone possibili progressi. Ci può dare una prima valutazione di quasi due anni di governo? Frei Betto - Il governo Lula ha due braccialetti elettronici attaccati alle caviglie, uno per ogni gamba: quello della Banca Centrale da una parte e quello del Congresso [Parlamento. NdT] dall'altra. Il Congresso è in maggioranza conservatore, forse il più conservatore che il Brasile abbia conosciuto dalla ridemocratizzazione del 1985. E allo stesso tempo la Banca Centrale è presieduta - e fortunatamente finirà il suo incarico a breve, il 31 gennaio - da un bolsonarista, che indossa la maglietta bolsonarista e si assume lui stesso come bolsonarista e quindi tutta la sua attività a capo della Banca Centrale si configura come un sabotaggio del governo Lula. Secondo questo personaggio, che è un agente del mercato, un agente delle banche, il governo Lula non può avere successo e tutte le politiche messe in atto dall’esecutivo rappresentano un enorme fallimento economico. La Banca Centrale dovrebbe essere autonoma, ma di fatto la sua autonomia non vige: si è rivelata una grave impostura. E questo significa che i tassi di interesse sono estremamente alti [sul podio tra i più alti del mondo. NdT], il che favorisce la speculazione finanziaria, ma danneggia i lavoratori e la produzione. Ciò che è molto triste è vedere il Brasile, che ha tanto bisogno di svilupparsi, minacciato ora dall'inflazione a causa degli errori della Banca Centrale che, con l'aumento dei tassi di interesse, determina anche l’aumento del dollaro e poiché molti alimenti e i componenti elettronici industriali vengono importati in dollari, si verifica un ritorno dell'inflazione, che il governo con le sue misure aveva ridotto drasticamente. In ogni caso, il governo gode di una buona approvazione: la somma tra giudizio positivo e regolare rispetto alla percentuale di coloro che disapprovano le sue politiche è significativamente a favore del governo e Lula in questa situazione si trova costretto a camminare su gusci d'uovo perché non può prendere certe decisioni in quanto è ostaggio di questo Congresso conservatore. Comunque il pacchetto di riforma fiscale che è stato varato in questi giorni è una misura moderata che mi è abbastanza piaciuta, perché Lula ha evitato di sottomettersi alle richieste del mercato e del Congresso conservatore. Purtroppo, è per questo motivo che le forze politiche di destra e centrodestra sono così insoddisfatte, perché vorrebbero vedere, ad esempio, il salario minimo e il sussidio della previdenza sociale non indicizzati, cosa che sarebbe un disastro enorme, poiché penalizzerebbe le fasce popolari più povere. Nessuna categoria vuole perdere il diritto alla propria esenzione fiscale. L'agroindustria, le banche, le grandi industrie importatrici, l'industria mineraria, godono tutte di eccessive esenzioni fiscali, ma pretendono che il governo tagli la sanità e l'istruzione, soffocando sempre di più la popolazione povera del paese, che è la maggioranza delle persone. Invece fortunatamente Lula ha resistito fino ad ora. Fino a quando potrà farlo non lo sappiamo, perché devono essere messi in atto tanti compromessi, tante alleanze, tante discussioni poiché, come si usa dire, se Lula non concede gli anelli può finire col perdere le dita. Sappiamo che con un Congresso con questa maggioranza, così come ha fatto a suo tempo Eduardo Cunha con Dilma nel 2016, che ha messo ai voti il suo impeachment ed è stato immediatamente approvato, Artur Lira [attuale presidente della Camera dei Deputati. NdT] potrebbe fare lo stesso con il presidente Lula e anche questa volta potrebbe essere approvato. Quindi bisogna camminare sulle uova, ma fortunatamente Lula se la cava molto bene. Brasil de Fato - Lei ha detto che la riforma fiscale adottata le piace, ma una parte della sinistra, compreso lo stesso Partito dei Lavoratori (Pt), si è un po' lamentata. L'hanno trovata un po' timida, per esempio la questione della tassazione dei ricchi, delle persone che guadagnano più di 50.000 R$ al mese [8.000 euro. NdT], non è stata nemmeno votata. Si tratta di due pacchetti separati, questa prima parte che è stata approvata alla Camera ora va alla promulgazione del presidente, l'altra parte, che forse è quella che piace di più alla sinistra e allo stesso Pt, verrà approvata in un secondo momento e in ogni caso, secondo la corrente più a sinistra dentro lo stesso Pt, è ritenuta una misura blanda per far pagare più tasse ai ricchi. Lei crede che ci sia spazio per una vera tassa sulle grandi fortune e che questa abbia la possibilità di essere applicata ai più ricchi e generare entrate significative per il governo? Frei Betto - Non saprei, perché ci sarebbe bisogno di sottoporre questa questione al voto del Congresso. Credo addirittura che alcuni deputati di centro e di destra potrebbero votare a favore di questa proposta di tassare le grandi fortune. Ritengo che questa misura sia fondamentale per l'equilibrio fiscale, fondamentale per ridurre la brutale disuguaglianza sociale in Brasile e per il bene della giustizia. Non si possono aumentare le imposte ai poveri, le si devono alzare ai ricchi e i ricchi brasiliani purtroppo sono troppo avidi. Di fatto queste persone agiate, che ammirano tanto gli Stati Uniti, dovrebbero imparare dalle famiglie milionarie statunitensi che sono abituate a donare le loro eredità alle università per opere sociali. Qui in Brasile niente di tutto ciò: vige un'avidità infinita volta a garantire che le proprie fortune restino all'interno della dinastia familiare. Ma in ogni caso credo che questa proposta possa ancora essere presa in considerazione. Non so se verranno approvate misure di tassazione delle grandi fortune, ma è certo che si tratta di una questione molto delicata per i deputati, anche per quelli di centro e di destra, perché loro sanno che questa minoranza benestante è eccessivamente avvantaggiata dalle leggi che sanciscono la disuguaglianza sociale in Brasile e questa eventuale misura sarebbe essenziale per il benessere della nostra popolazione. Quindi, anche per assicurarsi i voti dei propri elettori, concordano che venga approvata. Spero che l'ordine del giorno arrivi al Congresso, forse non in questo periodo di feste, non ci sarà più tempo [gennaio in Brasile - nell’emisfero sud - è un periodo morto come il nostro agosto. NdT], ma quando il Congresso riprenderà le sue attività a febbraio forse potrà affrontare questa prospettiva. In ogni caso penso che il governo non faccia ciò che è desiderato, ma fa ciò che è possibile. È sempre così. Siamo un governo progressista di sinistra, ma siamo come un'isola circondata da forze reazionarie conservatrici e crudeli, molto crudeli. Questo è un paese in cui l'élite non viene mai castigata, non viene mai sacrificata, non contribuisce mai al benessere delle persone. È per questo motivo che la legislazione deve davvero essere cambiata perché è stata creata in blocco da questa élite, che legittima e naturalizza queste disuguaglianze, che è molto grave in un paese di dimensioni continentali e con la ricchezza che ha il Brasile. Brasil de Fato - Lei ha menzionato il tema del Congresso. L'opposizione all’esecutivo di Lula in Parlamento sembrava frammentarsi all'inizio del governo, ma poi è riuscita a riorganizzarsi attorno alle forze bolsonariste. Lo stesso Jair Bolsonaro ha partecipato in diverse occasioni a trattative di lobbying a favore dell'estrema destra all'interno del Congresso nazionale. In seguito l'estrema destra ha subito una battuta d'arresto importante nelle elezioni municipali di quest'anno. Non è stata una grande sconfitta, ma la loro coalizione non ha funzionato come previsto e questo li ha indeboliti in parte e ora Bolsonaro si ritrova in una grande trappola e coinvolto in diverse questioni giudiziarie e politiche: un accerchiamento si sta stringendo attorno a lui. I centristi invece, che si sono distinti molto nelle elezioni amministrative, stanno iniziando a rafforzarsi, poiché avevano già molta forza al Congresso ed acquisiscono adesso ancora più legittimità. Il grande centro guadagna forza per mettere all'angolo il governo e, come lei ha detto, il governo è costretto a camminare sulle uova. Sarà possibile affrontare questa congiuntura avendo contro questo Congresso conservatore e reazionario nei prossimi due anni di governo, visto che saranno due anni molto importanti, perché il 2025 è un anno di affermazione e il 2026 è praticamente un anno elettorale?
Frei Betto - Non saprei dirti se è possibile. In
realtà la verità è che un governo resta in piedi su due gambe: il
sostegno del Congresso e la mobilitazione popolare. Questo governo
non ha né l'uno né l'altra. Bolsonaro usava le sue apparizioni istrioniche quotidiane, che in qualche modo occupavano uno spazio significativo nei media. E oggi invece noi non ce l'abbiamo, giusto? Si è tentato qualcosa all'inizio del governo, ma non si è approdati a nulla. Quindi si è tracciato un grande divario tra ciò che il governo fa e ciò che la popolazione viene a sapere sulle azioni di governo. Questo è deplorevole perché il governo possiede capacità e strumenti di comunicazione molto potenti. Poche persone sanno che la “Voce del Brasile” è un notiziario radiofonico statale volto alla comunicazione delle attività dei tre poteri della Repubblica - esecutivo, legislativo e giudiziario - che è trasmesso obbligatoriamente dall’Empresa Brasil de Comunicação dal lunedì al venerdì (esclusi i giorni festivi), su tutte le stazioni radio pubbliche e private brasiliane alle ore 19:00, per una durata complessiva di un'ora ed è ascoltata da 70 milioni di brasiliani. La EBC - Empresa Brasil de Comunicação dal punto di vista tecnologico è più potente della stessa Rede Globo [la più grande emittente privata del Brasile. NdT], ma questa non è utilizzata a pieno e correttamente. Quindi spero che questa rotta comunicativa venga corretta il prima possibile, perché il rischio di un nostro fallimento elettorale nel 2026 mi preoccupa. E potrebbe realizzarsi se non prendiamo immediatamente delle misure. Brasil de Fato - Come vede lo scenario per il 2026? È possibile che Lula sia candidato per la rielezione. Lei ha parlato del tasso di approvazione del governo. I sondaggi divulgati questa settimana mostrano un 35% di giudizi “buono” ed “eccellente” e un 34% di valutazioni negative del governo. Quindi un consenso che è ancora maggiore della disapprovazione, anche se di poco. Ciò nonostante siamo in presenza di indicatori economici e sociali molto migliori rispetto agli anni precedenti. Tali miglioramenti non si sono ancora riflessi positivamente nella gente, nella popolazione. Lei ritiene possibile uno scenario in cui Lula venga rieletto tra due anni? Frei Betto - Direi così: innanzitutto dipenderà da Lula stesso:se lui vorrà, sarà il candidato,non c'è nessuno a sinistra, nelle forze progressiste, che possa sostituirlo, nessuno che possa rimuoverlo, neanche il fisioterapista, nessuno, cioè neanche il Partito. Ossia, pur se i medici dovessero sconsigliarlo per motivi di salute - ed io spero di no, lui sarà il candidato se lo vorrà. Può darsi che non abbiamo una sfera di cristallo che ci sveli se lui arriverà in quel momento elettorale e se si senterà nelle condizioni giuste di salute e di età per affrontare un quarto mandato (essendo il primo brasiliano ad avere quattro mandati come presidente della Repubblica). Quindi, per ció che sappiamo ad oggi, direi che il Pt nel caso appoggerebbe eventualmente la candidatura di Fernando Haddad [attuale ministro dell’Economia ed ex-candidato perdente con Bolsonaro nel 2018, quando Lula era ingiustamente in prigione. NdT], che è la figura più importante nel governo odierno. Spero che Lula sia in salute. Spero che riesca ad assumere un quarto mandato, perché a sinistra mancano figure che abbiano il dovuto prestigio popolare, di cui ci si possa fidare, che abbiano peso elettorale. Come abbiamo visto alle recenti elezioni comunali, è stato molto difficile vincere alcuni municipi, ne abbiamo persi diversi, e questo accadrà di nuovo nel 2026 quando si tratterà di governi statali, Congresso nazionale e assemblee legislative, quindi spero che Lula sia in grado di assumere la candidatura. In ogni caso, è necessario che quel lavoro di educazione politica e mobilitazione popolare di cui parlavo inizi fin d’ora, perché nel vivo della campagna elettorale è molto difficile consolidare questo sostegno per una proposta più progressista. Oggi sappiamo, e sarebbe lungo spiegarlo qui, che la destra ha molta forza perché possiede egemonia nel mondo dei social. Essa sviluppa una grande padronanza sulle piattaforme e su tutti questi strumenti digitali e quindi la sua capacità di conquistare spazio ideologico, politico e sociale è infinitamente maggiore della nostra. Noi di sinistra stiamo ancora brancolando nelle trincee digitali. Non sappiamo ancora come affrontarle in modo così operativo come ha saputo fare la destra. Brasil de Fato - Lei ha menzionato il nome di Fernando Haddad, che però ha subito pesanti sconfitte elettorali nelle ultime due elezioni in cui si è candidato alla presidenza nel 2018 contro Jair Bolsonaro e per il governo dello Stato di San Paolo nel 2022, in cui ha perso contro la coalizione di destra e centrodestra di Tarcisio de Freitas. Frei Betto - Al momento non esiste alcun nome che possa succedere a Lula. C'è bisogno di tempo per rafforzare il nome di una nuova figura che unisca la sinistra brasiliana. Penso che sia molto difficile. Innanzitutto non so nemmeno chi potrebbe essere quella figura. Magari se Boulos avesse vinto le elezioni a sindaco di San Paolo... Io credo davvero nel suo futuro politico, ma non credo che possa essere pronto tra due anni, avrà bisogno di un periodo più lungo per affermarsi eventualmente. Proprio come Lula ha attraversato un lungo viaggio, comprese le sconfitte, per essere eletto presidente nel 2002. Questo accadrà anche con Boulos, le cose non succedono così per miracolo. Quindi non vedo nessuno che possa far convergere sulla sua figura le varie forze progressiste, a parte Lula. Penso che Lula sia l'unica figura per diversi motivi: per la sua esperienza, per la sua carriera di successo come presidente della Repubblica e per il suo carisma. Non potrà che essere lui. Altrimenti dovremo cercare un sostituto. Come ho detto, in quel caso credo che sarà Haddad. Potrebbe non esserlo. Potrebbe essere che il partito decida un’altra persona, ma è improbabile che questo nome abbia un significato così forte, un richiamo come il nome di Lula. Brasil de Fato - La questione di Haddad è anche molto legata alla situazione economica del paese, visto che è lui il ministro dell’Economia, giusto? Se il paese andasse molto bene economicamente, il nome di Haddad potrebbe guadagnare forza, ma alcuni analisti hanno ipotizzato che lo scenario brasiliano potrebbe rivelarsi molto simile a quello che è successo negli Stati Uniti nelle elezioni presidenziali che si sono tenute quest’anno. Joe Biden ha perso contro Donald Trump, che era già conosciuto. Non c'era niente di nuovo, non c'era niente di sorprendente nelle parole e nella candidatura di Donald Trump, ma è riuscito a vincere, nonostante il presidente Joe Biden avesse raggiunto un basso tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, proprio come succede qui in Brasile, un'inflazione controllata e una crescita economica significativa. Inoltre il Brasile dovrebbe crescere di più del 3% nel 2024, ma questi numeri potrebbero non essere percepiti come effettivo miglioramento nella vita della maggioranza degli elettori. Cosa si può fare? Lei ha parlato del ruolo della comunicazione, che è importante migliorare, ma dovrebbe raggiungere le persone direttamente in maniera contundente. Frei Betto - È esattamente la questione della comunicazione, che a sua volta è fondamentalmente associata alla questione dell'educazione politica, perché è naturale in un paese capitalista come il Brasile che il senso comune pensi con la mentalità di destra, come diceva il vecchio Marx, che l'ideologia che predomina in una società sia la stessa ideologia della classe che domina questa società. Quindi non c'è nulla di sorprendente se una persona che lavora nei servizi domestici o nelle pulizie difende il capitalismo, difende l'imprenditorialità, pensa che “i poveri che non lavorano sono pigri”, che “i criminali buoni sono criminali morti” e così via. Queste sono le idee predominanti e distillate dal capitalismo, a causa della società in cui viviamo. Possiamo invertire tutto questo solo con la metodologia pedagogica popolare che ci è stata mostrata dal professor Paulo Freire. Se non facciamo questo lavoro sistematico di educazione popolare, sia nei media digitali che in altri media, ma soprattutto di persona, ci troveremo sicuramente di fronte a una situazione estremamente difficile per vincere le elezioni del 2026. Nella misura in cui la destra, con un potente arsenale di persuasione elettorale come abbiamo visto nelle recenti elezioni, influenzerà le menti di molte persone. Allo stesso modo di come è successo ad esempio negli Stati Uniti, dove la classe operaia ha votato per Trump, ha votato contro se stessa, ma senza coscienza, perché ha votato per l'antipolitica. Il governo Biden potrebbe non avere avuto una buona comunicazione rispetto ai suoi successi e conquiste ed inoltre ha inciampato su diversi altri fattori come la questione della salute. Le politiche sulla sanità hanno avuto davvero una battuta d'arresto nel governo Biden, tanto che ora c'è stato questo brutale omicidio di un grande amministratore del sistema sanitario privato americano, come simbolo del malcontento di una parte considerevole della popolazione rispetto alla crescente privatizzazione della sanità negli Stati Uniti. Tutto ciò, considerando anche che gli Stati Uniti non hanno nulla di simile al Sistema Universale di Salute brasiliano. Il Brasile, nel bene e nel male, ha un sistema sanitario pubblico estremamente efficace, che avvantaggia milioni di persone, e ciò non esiste negli Stati Uniti, quindi sono questi i fattori che penso abbiano contribuito a far votare sorprendentemente la maggioranza degli elettori, dando una vittoria considerevole a Donald Trump. Brasil de Fato - Ripensando a quest'anno, uno degli aspetti negativi è stata la questione della sicurezza pubblica, che è diventata un tema elettorale di estrema rilevanza. Qui a San Paolo, ad esempio, il governatore bolsonarista Tarcisio de Freitas sembra non avere alcun controllo sulla polizia militare e, d'altra parte, è incline ad incoraggiare anche un certo grado di violenza. A Rio de Janeiro succede la stessa cosa con il governatore Cláudio Castro. Il governo Lula ha provato a reagire a queste problematiche. Il giudice della Corte Suprema Ricardo Lewandovski ha persino proposto modifiche alla legislazione, oltre che suggerire che i governi statali seguano gli standard già stabiliti, ma finora senza successo. È possibile invertire questo alto tasso di violenza della polizia, che sta spaventando tutti?
Frei Betto - Non credo che sia facile perché, in
primo luogo, la nostra polizia è contaminata dalle milizie
[squadroni della morte. NdT] e dal narcotraffico. Non sappiamo più
qual è il limite tra il bandito e l’onesto. Il numero di agenti di
polizia che hanno uno stipendio modesto, ma mostrano uno standard
di vita molto elevato è impressionante e non viene sufficientemente
indagato, a meno che non vengano fuori sospetti specifici su quel
singolo agente di polizia. Poliziotti che guadagnano stipendi medi
e hanno case sulla spiaggia, auto di lusso, motoscafi, viaggi
all'estero, gioielli, ecc. Non si può non pensare: quella manna è
caduta dal cielo? Hanno vinto tutti alla lotteria? Quindi non credo che la nostra polizia sia comandata, come nel caso di San Paolo e Rio, da persone che hanno un curriculum impeccabile, al contrario, spesso sono persone che giustificano l'omicidio, personaggi che difendono l’attitudine di “prima sparare e poi fare domande”, personaggi che difendono il non utilizzo delle telecamere, ecc. Tutti questi sono fattori che non mi fanno minimamente dubitare che la questione della sicurezza in Brasile non sarà risolta a breve termine, penso che abbiamo ancora un lungo cammino da percorrere. Continuo a chiedermi perché il governo federale non trasferisca anche alle forze di polizia statali e alle guardie municipali - forse a causa della questione dell'autonomia degli enti locali - la stessa qualità di addestramento che esiste oggi nella polizia federale. Ciò potrebbe essere importante, perché la polizia federale è un ente ammirato, un ente efficace ed etico. I casi di corruzione all'interno della polizia federale sono rari, ma la questione è completamente diversa nelle polizie degli Stati, compresa la promiscuità tra la polizia civile e la polizia militare. In più, sono contrario all'esistenza della polizia militare, che è un residuo della dittatura. Tutto ciò rende molto difficile ripulire le nostre forze di polizia: non c'è un’adeguata formazione, non c'è capacità di combattere l'omofobia, il razzismo, la misoginia, in modo da impedire che la polizia consideri i neri sospetti solo a causa del colore della loro pelle, mentre i bianchi sono esenti da sospetti proprio a causa del colore della loro pelle. Questo è assurdo, ma purtroppo è quello che succede, lo vediamo nella vita quotidiana della nostra polizia. Brasil de Fato - Lei ha toccato l'argomento della dittatura e dell’eredità della dittatura militare che influisce sul comportamento portato avanti dalle forze dell’ordine. Il paese è stato sull'orlo di un nuovo colpo di stato nel 2022, di nuovo orchestrato da membri dell'esercito brasiliano. Il piano era di uccidere il presidente eletto Lula, che a quel tempo non si era ancora insediato, il vicepresidente Geraldo Alckmin e il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes. Come ha accolto questa notizia, lei che ha affrontato la dittatura in modo così insistente e persistente? Frei Betto - Non mi ha affatto sorpreso, perché il Brasile ha commesso un errore gravissimo nel non indagare, denunciare, sanzionare e incarcerare severamente coloro che, nel corso di ventun anni di dittatura, hanno commesso crimini contro il paese. Crimini che avrebbero meritato condanne fino all'ergastolo, come è successo in Argentina. Mentre l'Argentina, il Cile, l'Uruguay e altri paesi indagavano e punivano i torturatori, gli assassini, coloro che facevano sparire gli oppositori della dittatura e causavano grandi sofferenze alla nazione e alle famiglie, qui in Brasile è stata passata una mano di vernice, è stata creata un'aberrazione giuridica: l’amnistia reciproca. Come si può concedere l’amnistia a coloro che non sono stati nemmeno indagati e condannati? Questo non ha senso, tuttavia questa aberrazione è stata adottata qui in Brasile. E questo ha permesso che nelle Forze Armate figure esecrabili di grandi torturatori e assassini come Carlos Alberto Brilhante Ustra siano stati onorati come eroi della Patria. Il risultato è che ora c’è un nucleo golpista che viene severamente indagato e spero punito dalla Corte Suprema Federale e soprattutto è necessario scoprire i finanziatori di questo complotto golpista. È la prima volta in Brasile che abbiamo del personale militare incarcerato. È la prima volta che abbiamo un generale a quattro stelle incarcerato e spero che questo sia solo l’inizio dell’indagine, perché senza dubbio all'interno delle corporazioni militari sono ancora tante le persone che difendono la dittatura, che difendono non solo quei ventun anni di dittatura che hanno causato tanto male al paese e di cui io personalmente sono stato vittima. Io sono stato in prigione due volte, lo racconto nei miei libri - a cui si può accedere su freibetto.org - ma ci sono anche molte altre famiglie che hanno sofferto ingiustizie tragiche, come mostrato nel film campione d'incassi e candidato all’Oscar “Ainda estou aqui”, del regista Walter Salles, che racconta il caso Rubens Paiva. Quindi ora dobbiamo voltare pagina, Il Brasile ha bisogno di ripristinare la Commissione per la Verità e di indagare di nuovo con rigore su tutto ciò che è accaduto durante quei ventun anni bui che hanno colpito gravemente il paese, non solo dal punto di vista della violazione dei diritti umani, perché anche a livello economico la dittatura fu un fallimento per il paese. Solo chi non conosce la storia della dittatura ritiene che essa in qualche aspetto sia stata positiva. Brasil de Fato - Volevo parlare del ruolo del giudice della Corte Suprema Federale Alexandre de Moraes. Sin dallo scoppio della pandemia di Covid-19 nel 2020 è stato estremamente importante nella lotta all'estrema destra, alla disinformazione, alle fake news e ai molti altri problemi sorti con il governo di Jair Bolsonaro. D'altro canto i poteri conferiti alla magistratura sembrano al momento eccessivi. Questo è un altro bivio che ci troveremo ad affrontare o lei la vede diversamente? Perché sappiamo che si pone anche una questione rispetto a questo tipo di approccio da parte di un soggetto come Alexandre de Moraes nei confronti di Bolsonaro, che è estremamente importante. Egli è stato un paladino contro il fascismo in Brasile, ma potrebbe agire indiscriminatamente anche contro un governo di sinistra. Frei Betto - Io ritengo che il giudice Alexandre de Moraes stia agendo nel rispetto della legge. Non vedo alcun abuso di potere da parte sua o dei suoi pari. Credo che le misure messe in atto siano legali e che possano essere condivisibili. Di fatto i gruppi parlamentari di destra del Congresso si sono chiesti se le leggi che consentono le azioni intraprese dalla Corte Suprema Federale debbano essere limitate o meno. Questo eventualmente è un altro problema, ma non possiamo dire che c'è stata un'azione arbitraria, un'azione contraria alla legge, come è avvenuto invece per esempio nel caso Lava Jato. Oggi è chiaro all'intera nazione come il giudice Sérgio Moro abbia oltrepassato le sue prerogative e le sue funzioni in considerazione del suo interesse personale nell'occupare una carica nel governo Bolsonaro e nel perseguire una carriera politica. In quel caso si è verificato un grave errore, che fortunatamente è stato corretto. In verità, non quanto avrei voluto, perché Moro dovrebbe essere in prigione per tutti gli abusi commessi, ma sfortunatamente gode di immunità perché è stato eletto e spero che sia la sua prima e unica vittoria elettorale. Nel caso della Corte Suprema, ritengo che essa agisca all'interno di un ambito legale. Potremmo eventualmente chiederci se questa legge, che conferisce tanto potere alla magistratura, debba essere modificata o meno, ma attualmente è la legge. Ad esempio vedo la perdita di potere che l'esecutivo ha avuto in questa legislatura a causa della questione degli emendamenti parlamentari e credo che sia un assurdo, ma è stata una conquista dei parlamentari, una conquista condotta in maniera dura che purtroppo ora fa sì che il governo esecutivo sia tenuto ostaggio del Congresso. Voglio dire che il Congresso non aveva questo potere sul bilancio della Repubblica e ora ce l'ha. Ciò è sgradevole, ma fortunatamente il giudice della Corte Suprema Flávio Dino ha sancito l’obbligo della trasparenza e la cosa curiosa è che, esigendo questa trasparenza nell'amministrazione degli emendamenti parlamentari che distribuiscono risorse e prebende a destra e a manca, ci sono state critiche anche da alcune forze politiche di sinistra. Non capisco questo atteggiamento, ma è successo e mi dispiace molto. Dichiaro qui la mia protesta, perché credo che sia giusto ricordare sempre quello che mi ha detto Fidel, che un rivoluzionario può perdere tutto, può perdere la sua famiglia perché si è nascosto, può perdere la sua casa perché è fuggito, può perdere il suo paese perché è andato in esilio, può perdere la sua libertà perché è stato arrestato, può perdere la vita perché è stato assassinato; ma non può per nessun motivo perdere la sua morale, altrimenti compromette l'intera causa ed è questo che vorrei instillare nella sinistra brasiliana. Oggi noi sappiamo che non possiamo rinunciare alla nostra morale, alla nostra etica per questioni elettorali e quel tipo di interessi, perché sarebbe davvero una catastrofe. Brasil de Fato - Frei Betto, volevo cambiare un po' argomento per parlare di un'altra realtà che abbiamo vissuto intensamente quest'anno, ovvero le dure guerre che hanno preso il sopravvento nel mondo, oltre al genocidio di Gaza. Poche volte siamo stati così vicini ad una guerra nucleare o ad una nuova guerra mondiale, questa è una realtà che dovremo affrontare regolarmente da ora in poi, questo tipo di conflitto, così tante vite perse in nome dell'industria bellica, in nome di questioni economiche, politiche e ideologiche. Frei Betto - È molto grave e mi dispiace molto che ora, con questa riforma fiscale in Brasile, il Congresso abbia esentato le armi e le munizioni dall'aumento delle tasse. Mi dispiace molto perché questo costerà altre vite innocenti - o anche di eventuali colpevoli - e di ciò non ci si cura. Le vite umane devono essere preservate in modo sacro anche se sono vite di banditi e vedo invece che il mondo oggi è completamente dominato dall'industria bellica. È uno scandalo pensare che ogni anno si spendono trilioni di dollari in armi per uccidere le persone e non si raccolgono nemmeno 500 milioni di dollari per poter alleviare un po' la fame che affligge quasi 800 milioni di persone sul pianeta. In altre parole, quando si tratta di difendere la vita, ci mostriamo come un’umanità gretta, che non si assume davvero le proprie responsabilità. Lula al G20 ha portato avanti giustamente il Patto Globale contro la miseria e la povertà, ma una cosa è ciò che possiamo condividere di quello che è scritto su un documento firmato da capi di Stato, un'altra cosa è sapere se i soldi saranno effettivamente destinati ad azioni concrete, se verranno effettivamente prese misure che arrivino a dare un effettivo beneficio a coloro che ne hanno bisogno e riducano drasticamente la fame e l'insicurezza alimentare che attualmente colpisce 2 miliardi e 800 milioni di persone sul pianeta. Questa situazione in cui stiamo vivendo è molto, molto seria e non possiamo escludere la possibilità di una guerra nucleare, perché abbiamo di fronte una situazione molto tesa con molte guerre in corso, alcune delle quali sono seguite più da vicino dai media, come la guerra tra Ucraina e Russia, così come la guerra tra lo Stato sionista di Israele e la popolazione di Gaza e della Cisgiordania. Ma credo che sia davvero necessario iniziare ad educare alla pace e che, come disse il profeta Isaia 700 anni prima di Cristo, la Pace arriverà solo come figlia della Giustizia. Oggi potremmo aggiungere che la Pace non arriverà mai dall'equilibrio delle armi, quindi finché non ci sarà Giustizia sul pianeta non avremo Pace. Brasil de Fato - Lei è anche un convinto difensore dell'ambiente e noi ci stiamo avvicinando sempre più a una crisi ambientale definitiva, ad un punto di non ritorno, che è stato annunciato ampiamente dagli scienziati. C'è ancora tempo per invertire queste catastrofi climatiche? Quest'anno abbiamo avuto la prova che l'aumento della temperatura di 1,5 gradi centigradi, previsto per il 2030, ha già bussato alla nostra porta e ha già avuto conseguenze drastiche. Frei Betto - Da quello che ho letto c'è ancora tempo, ma stiamo correndo contro questo tempo perché quello che sta succedendo è molto grave. L'anno 2024 è stato il più caldo da quando si sono registrate le temperature sul pianeta e forse anche gli inverni saranno molto rigidi. Siamo di fronte ad un processo accelerato di distruzione delle nostre foreste, dei nostri ecosistemi e assistiamo anche ad una estesa contaminazione dei nostri oceani e dei nostri fiumi. In breve il modo in cui gli esseri umani hanno violentato la natura negli ultimi 200 anni, a causa dell'avidità e dell'ambizione capitalista, è qualcosa di drammatico. E la cosa più grave è che noi abbiamo bisogno della natura per qualsiasi cosa, tutta l'attrezzatura che state usando qui, tutti i nostri vestiti, tutti gli oggetti e gli strumenti che utilizziamo, il nostro stesso essere, tutto proviene dalla natura. Di fatto, la natura non ha bisogno di noi, ha vissuto per più di 13 miliardi di anni senza la nostra fastidiosa presenza perché noi, la specie umana che deriva dall'Homo sapiens, non abbiamo più di 300.000 anni, quindi siamo una specie molto recente. E proprio come la natura nel corso della storia, nel suo percorso di 13,7 miliardi di anni, ha estinto diverse specie (la più famosa delle quali è quella dei dinosauri), anche gli esseri umani potrebbero estinguersi e la natura continuerebbe tranquillamente il suo corso. Quindi abbiamo davvero bisogno di lanciare questo avvertimento, perché il modo in cui stiamo distruggendo la nostra casa comune, come dice Papa Francesco, è molto preoccupante, poiché molte delle malattie che stiamo affrontando derivano dall'inquinamento ambientale, dai cambiamenti climatici e dalla contaminazione delle materie prime, degli alimenti. Il cibo è una comunione quotidiana che ognuno di noi svolge due o tre volte ogni 24 ore con la natura. Noi stiamo lì a ingerire elementi della natura, che siano verdure, legumi, carne o cereali. E tuttavia non facciamo oggi nulla di sufficiente per preservare il ciclo della natura, come invece fanno i gruppi etnici indigeni tribali, che sanno come mantenere un rapporto armonioso di alterità con la natura. Nonostante tutto ciò, spero che la COP30, che si terrà qui in Brasile a novembre dell'anno prossimo, sarà efficace, che non si limiterà a semplici firme su documenti e proclami e che porterà a misure realmente efficaci. Brasil de Fato - Frei Betto volevo parlarle a proposito dell'importanza delle date festive di fine anno. Alcune religioni cristiane celebrano la nascita di Gesù, il Natale, il 25 dicembre. In Occidente, la data è diventata una tradizione. Oggi è di fatto una data più commerciale che religiosa. Come percepisce questo periodo festivo? Frei Betto - Penso che sia un periodo molto importante per chi considera il carattere religioso del Natale, da approfittare per infondere, soprattutto nei bambini e nei ragazzi, il senso della spiritualità, non permettendo che la figura del Bambino Gesù venga sostituita dalla figura mercificata di Babbo Natale. Credo che il Natale sia un momento per rinnovare le nostre speranze e le nostre utopie. Quindi sarebbe molto importante per coloro che sono cristiani e hanno sensibilità religiosa celebrare questo carattere evangelico originario della festa e non trasformarla semplicemente in un mero scambio di doni e di cene pantagrueliche, mentre innumerevoli persone in giro per il mondo sono private del loro pane quotidiano. Credo che questo dipenda dalla coscienza di ciascuno e penso che se oggi inviti un bambino a una preghiera, se lo inviti a riciclare nel suo armadio i suoi giocattoli e i suoi vestiti che non usa più, per portarli in un ospedale pediatrico, per portarli in un quartiere dove predomina la povertà, questo farà molto meglio per il carattere e la formazione di quel bambino che riempirlo di regali e cibo. Quindi è necessario recuperare il significato originario di questa festa e di quella del passaggio al nuovo anno. L’arrivo del nuovo anno è anche un momento per rinnovare speranze e utopie, un anno come ripartenza della vita, perché la vita è sempre così: attraversiamo momenti molto drammatici e dobbiamo sapere come risorgere in questi frangenti. Penso che sia questa la mia proposta di risignificare sia il Natale quanto l’arrivo del nuovo anno. 27/12/2024 Trascrizione, edizione e traduzione a cura di Alessandro Vigilante, da intervista integrale pubblicata in video su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=K3lJVpOX6PM Podcast pubblicato al link: https://www.brasildefato.com.br/2024/12/25/governo-nao-tem-apoio-do-congresso-e-nem-mobilizacao-popular-avalia-frei-betto
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cura di Nicoletta Manuzzato |