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Brasile, quale società vorrebbero le destre in ascesa?

Teresa Isenburg

Mi accingevo a riunire alcune informazioni sull’operare delle forze di destra nelle sedi delle istituzioni, dove non di rado hanno la maggioranza, dal Parlamento agli Stati ai municipi, quando mercoledì 26 giugno è giunta la notizia del colpo di Stato in Bolivia. La stampa europea ha trattato l’accadimento come un fatto pittoresco, ma da questo siamo molto lontani. Il Sudamerica da alcuni anni è investito da atti eversivi promossi da forze della cosiddetta estrema destra, spesso in coordinamento con settori militari volti a delegittimare l'elezione alla presidenza di esponenti di sinistra o più semplicemente rispettosi delle Costituzioni e attenti alle esigenze sociali della maggioranza dei cittadini/e. Va sempre ricordato che la destra integralista trae forza da un appoggio esplicito o implicito di settori di destra e di centro, senza la cui condiscendenza non avrebbe un reale peso. Già nel 2019 un golpe obbligava Evo Morales a rinunciare per evitare che la Bolivia scivolasse in una situazione di conflitto non lontana da una guerra civile; nel 2022 il presidente del Perù, Pedro Castillo, veniva incarcerato in base ad interpretazioni molto discusse delle procedure costituzionali e da allora non ci sono state elezioni per sostituirlo.

L’8 dicembre 2023 è stata la volta del Brasile ad essere sconvolto da azioni eversive organizzate e in giugno 2024 di nuovo nella Bolivia plurinazionale si è tentata la destabilizzazione. Rimarranno nel tempo le immagini del presidente Luis Arce che disarmato e solo affrontava, faccia a faccia, il golpista generale Juan José Zuñiga (già destituito il giorno precedente e poco dopo arrestato) ingiungendogli di rispettare l’onore della divisa. Le recenti sovversioni in Brasile e Bolivia non sono andate a buon fine per chi le aveva promosse, ma hanno comunque conseguenze devastanti e gravi nel tempo perché impongono di concentrarsi sulle necessarie azioni di contrasto sia giudiziarie che di intelligence, a discapito di altre scadenze urgenti e di interesse generale. Inoltre il molto parlare nei massmedia dei fatti illeciti dà visibilità alle compagini di destra che, sembra strano, ne traggono in qualche modo vantaggio.

Tutto ciò si colloca all’interno del contesto planetario di tensione in un periodo di forte competizione fra grandi potenze per ridefinire lo scacchiere geopolitico e controllare le risorse. In parallelo ideologie semplificatrici, incentrate sull’istigazione all’odio verso bersagli mutevoli, oggi gli immigrati, domani (o ieri) settori culturali minoritari, sempre e comunque il corpo delle donne, servono ad aggregare gruppi utilizzati politicamente soprattutto dalle destre. Ruolo importante in questo processo assumono i sodalizi religiosi, che imperversano nella politica a tutte le latitudini: cristiani di varie denominazioni, ebrei, musulmani di diverse devozioni, senza dimenticare buddisti e induisti.

Il Brasile per vari motivi si trova molto coinvolto in tutti i versanti di questo momento. Vorrei in questa sede informare su una serie di leggi, decreti, regolamenti recenti che trasformano in ricadute dirette sulla vita di cittadini/e il processo in corso. Desidero ripetere che tutto ciò non sarebbe possibile se attorno a questa agenda che per semplicità chiamo oscurantista non convergesse uno spettro assai ampio, che va dalla destra radicale al centro cosiddetto moderato. Specularmente la permeabilità della società ad essa (con parallelo allontanamento da posizioni rispettose delle regole costituzionali che per semplicità chiamo democratiche) è diretta conseguenza della scelta dell’area di sinistra moderata e di centro sinistra, soprattutto in Europa, di abbandonare il progetto della costruzione di compagini sociali inclusive a favore del sempre citato convitato di pietra, il “mercato”. Tale insieme di condizioni rende la vita materiale dei più difficile e in costante peggioramento favorendo lo spostamento verso ideologie di destra, semplici e apparentemente rassicuranti. Mi permetto di sottolineare che ha un certo interesse anche per l’Italia sapere ciò che avviene qui, perché non mancano elementi di somiglianza con quanto accade da noi.

La situazione politica complessiva del Brasile, dopo la sconfitta elettorale di Bolsonaro a ottobre 2022 e la vittoria di Lula seguita dalla formazione del suo terzo governo di coalizione a gennaio 2023, non è semplice anche se molto, davvero molto, è andato in porto in questo anno e mezzo circa, migliorando parecchie realtà (scuola e salute pubbliche, alimentazione, lavoro) e moltissimo è stato fatto in politica estera. La composizione del Parlamento uscita dalle urne ed in particolare della Camera dei deputati è spostata molto a destra, un po’ migliore è il quadro del Senato, che si è rinnovato non per la totalità, ma per un terzo. Alcuni Stati importanti hanno eletto governatori neoliberisti incrollabili, in particolare San Paolo con Tarcisio de Freitas. Questo dà abbrivio al blocco ampio della destra di mercato, anticostituzionale e antisociale, per promuovere provvedimenti ad essa congeniali, esasperando i punti di attrito all’interno della coalizione stessa per compromettere la capacità operativa dell’esecutivo. Da parte sua quest’ultimo intende portare a termine alcuni progetti che considera irrinunciabili: la riforma tributaria, nel tentativo di sottoporre a tassazione soggetti che da sempre ne sono stati esonerati (sia persone fisiche che imprese economiche), il controllo del debito pubblico cercando di ridurre i molti trattamenti di favore come la detassazione di parte degli oneri previdenziali dei lavoratori per le imprese o la giungla delle spese deducibili per i grandi patrimoni (1), l’impedimento della privatizzazione di grandi gruppi nazionali (come Eletrobras e Petrobras), il rafforzamento della spesa sociale sia in modo diretto con programmi di trasferimento di reddito (borsa famiglia, rimodulazione dell’indebitamento con le banche di chi ha redditi bassi) sia difendendo e possibilmente aumentando la quota del bilancio per scuola e sanità pubbliche, nonché cultura.

Lula in prima persona porta avanti e vuole consolidare una politica estera di grande respiro incentrata sul multilateralismo, sulla costruzione di un sistema finanziario non più imperniato sul dollaro (la Banca dei Brics e la fine senza rinnovo del cinquantennale accordo sui petrodollari rendono l’ipotesi possibile), sulla ridefinizione dell’ONU per dare ad essa un ruolo non esornativo nel contrasto al moltiplicarsi e aggravarsi dei conflitti, con la finalità di dare corpo a quello che viene in modo schematico definito Sud globale.

La maggioranza parlamentare di destra (che va dal settore estremo al centro) riesce ad intralciare alcune proposte di legge dell’esecutivo e altre vicine all’indirizzo dello stesso o a fare votare proprie iniziative, abilmente guidate lungo il percorso procedurale dal presidente della Camera Arthur Lira. Così il dispositivo relativo alla delimitazione ridotta delle terre indigene in parte non validato dal presidente Lula è stato, una volta ritornato in Parlamento, approvato nuovamente dal legislativo; analogamente è avvenuto per la defiscalizzazione in 17 settori produttivi della parte previdenziale della busta paga dei lavoratori, che avrebbe dovuto terminare nel 2023 e che è stata prorogata fino al 2027, sempre con veti incrociati fra presidenza della Repubblica e Camera. La prima di queste disposizioni risponde agli interessi dell’agrobusiness, la seconda a quelli degli industriali.

Vi sono poi disegni di legge attivati dal presidente della Camera per soddisfare il moralismo dei settori religioso-politici oscurantisti (i neopentecostali e parte della gerarchia cattolica). Particolarmente oltraggioso è quello che equipara l’interruzione di gravidanza dopo la ventiduesima settimana, anche in caso di stupro (oggi legale), all’omicidio con possibili pene fino a vent'anni. Un’onda potente di ripudio e proteste ne ha per il momento rallentato l’iter. Infatti il testo, che punisce la vittima e non considera l’aguzzino, ferisce soprattutto giovanissime ragazzine violentate in ambito domestico, la cui condizione di gravidanza viene riconosciuta spesso molto tardi e ancora più tardi è possibile accedere al servizio sanitario, qui come altrove oberato di lavoro. Sulla stessa linea punitiva si colloca il dispositivo che criminalizza qualsiasi possesso di droghe, incluse piccole dosi di cannabis, equiparando di fatto usuari e trafficanti. Sembra non suscitare alcun interesse il fatto che la non criminalizzazione porterebbe ad una riduzione della popolazione carceraria e del costo della stessa (2), disinteresse che non sorprende dato che, sempre la Camera, ha avviato norme, poi votate, che riducono e quasi eliminano i permessi di uscite temporanee dal carcere di cui si sa l’importanza riabilitativa. Controllare e punire sembrano dunque le parole d’ordine implicite.

Le due disposizioni su interruzione di gravidanza e droghe colpiscono e rendono la vita impossibile a gruppi molto numerosi di cittadini giovani e giovanissimi, in prevalenza poveri e neri. Molte di queste decisioni vengono impugnate e passano al Supremo Tribunale Federale /STF che deve valutarne la congruenza con la Costituzione del 1988. Ciò che offre l’opportunità alla Camera e anche al Senato di non rispettare i dettami della suprema corte, creando non solo incertezza giuridica e giudiziaria, ma aggredendo fondamenti istituzionali. Durante il governo Bolsonaro molto forte era l’attrito fra esecutivo e STF, attualmente esso è fra legislativo e STF. Ovviamente questa dissonanza fra poteri alimenta un clima di tensione e caos, tanto più che si somma a divergenze nell’ambito dei massimi organismi responsabili del paese fra la presidenza della Repubblica e la Banca Centrale, che continua a mantenere il tasso di base degli interessi/Selic molto elevato (10,5%), nonostante una inflazione relativamente bassa, frenando così investimenti, gonfiando gli interessi del debito pubblico e influenzando il cambio. Dopo infinite discussioni nel 2021 la legge 179 dichiarava la Banca Centrale autorità indipendente, ma molti oggi ritengono quest’ultima indipendente dal potere esecutivo ma non dal mercato, specialmente se presieduta da un neoliberista incrollabile come l’attuale Roberto Campos Neto.

Diversi governatori di Stati importanti, come Minas Gerais, Paraná, Goiás, San Paolo, Rio sono espressione della destra che già condivideva il potere con Bolsonaro: fra essi spicca per importanza economico-territoriale e per attivismo politico-economico Tarcisio de Freitas nello Stato di San Paolo. Ricordo alcune delle sue iniziative, ciascuna destinata a gratificare segmenti specifici del suo campo di consenso con un abbastanza esplicito utilizzo di dog whistle politics. Inizialmente il bando per l’acquisizione di bodycam per la polizia militare dello Stato di San Paolo (che è in tutti gli Stati sotto il comando del governatore) prevedeva l’inusitata regola che la registrazione potesse essere o non essere attivata in modo intenzionale dal poliziotto stesso. Solo in un secondo tempo, di fronte all’incredulità generale, è stato precisato che l’uso debba essere obbligatorio e continuativo. D’altronde l’influenza di militari nella gestione Tarcisio è molto evidente. All’ombratile candidato a sindaco della capitale nelle elezioni di ottobre 2024, Ricardo Nunes, è stato attribuito come vice dal governatore un colonnello riformato della polizia militare, Ricardo Mello de Araujo, noto per il modo truculento di affrontare le situazioni. E ancora: il governatore ha deciso di ripescare dalla pattumiera della storia il sinistro modello delle scuole pubbliche civili-militari costruito da Bolsonaro. Cosa ci facciano persone in uniforme in una scuola non è dato sapere: intimidire, imporre ordine e gerarchia, spiare? Che ciò sia costituzionalmente lecito è molto dubbio, ma intanto il caos è creato.

Infine l’asso della manica, diciamo così, di Tarcisio è la privatizzazione, molto contestata, (3) della Sabesp/Companhia de Saneamento Basico do Estado de São Paulo, responsabile delle distribuzione dell’acqua e del servizio fognario. La gara è in corso e da quello che si vede tutto è molto nebbioso, dal fatto di una singola impresa che partecipa alla gara, al valore delle azioni offerte. In questo caso il ministero pubblico ha preso diverse iniziative per interrompere l’iter, ma ancora una volta le decisioni del giudiziario sono ignorate. Per concludere questo non rassicurante quadro non si può dimenticare che alcuni vogliono essere più realisti del re, cadendo inesorabilmente nel ridicolo. Così un oscuro consigliere comunale della capitale San Paolo ha presentato un progetto che prevede multe fino a 17.000 reais per chi distribuisce cibo ai cittadini senza tetto che vivono per strada. Le associazioni devono seguire un labirinto amministrativo senza uscita per ottenere autorizzazione e poi per la distribuzione sono tenute ad uno stile da ristorante a 5 stelle: igiene, vasellame ecc. secondo indicazioni meticolose. Non è chiaro che cosa succeda se un passante offre un caffè e un panino a chi siede sul lastricato. La brillante proposta è stata al momento ritirata di fronte all’onda di proteste e ironie. La ridicolaggine dell’iniziativa è tuttavia cancellata dalla ripugnate piccolezza e miseria di chi pensa in questo modo meschino.

Quale società dunque vorrebbero costruire le destre che sono in ascesa sotto molti diversi cieli, ma con stili e azioni assai simili? Diceva il geografo Milton Santos: “È il sogno che obbliga l’uomo a pensare”. Credo che i crociati di queste destre non sognino. Ma ai moderati di destra e di centro che li assecondano e da essi traggono vantaggi Lula ricorda che “la destra che accetta i programma della estrema destra sarà da essa ingoiata” e, aggiungo, si troverà anch’essa, anzi già in parte si trova, a dover fare i conti con queste belle regole che pensa di applicare solo ad altri da sé.

(1) Per ogni 1% di tasso di interesse almeno R$ 80 miliardi sono deviati da SUS/Sistema Unico di Salute, educazione, investimenti per finire nella grande ruota del sistema finanziario. Nel 2023, solo per pagare gli interessi del debito, sono usciti dl bilancio dell’Unione R$ 614 miliardi per creditori brasiliani ed esteri: più dei R$ 578 miliardi dei bilanci sommati di Salute, Educazione e Sviluppo economico. Anch’essi finiscono nella giostra finanziaria. Benefici, rinunce fiscali e crediti agevolati assorbono R$ 646 miliardi, pari a 6% del pil, spesso senza contropartite ambientali, sociali e di stabilità dell’occuapazione (Jeferson Miola, A blitz do establishment contra Lula, Brasil 247”, 20/6/2024

(2) Ipea mostra que regra [di non criminalizzare il possesso di 40 gr di macunha] aprovada pelo STF teria reduzido 2,4% da população prisonal, Brasil 247, 22/6/2024

(3) San Paolo è ancora sotto choc per i due lunghi recenti black out nella fornitura di energia elettrica, che hanno danneggiato per giorni milioni di persone, ciò che rende i paolisti poco fiduciosi verso le privatizzazioni. Enel dal 2018 è concessionaria del servizio privatizzato e ha subito un crollo di immagine radicale, oltre che multe varie. Durante il passaggio in Italia in coincidenza del G7 a metà giugno 2024, l’amministratore delegato di Enel Flavio Cattaneo ha incontrato il presidente Lula e il ministro di Miniere ed Energia promettendo investimenti di US$ 3,7 miliardi in tre anni. Molte concessioni, fra cui quella di Enel, sono in scadenza nel 2025 e ovviamente la multinazionale è preoccupata per il rinnovo. (Juliana Causin, Apos encontro com o CEO da Enel Lula diz que Brasil está disposto a renovar contrato com a companhia, O Globo, 15/6/2024

3 luglio 2024. L’iter dei provvedimenti legislativi si può seguire sui siti di Camera e Senato federali e delle Assemblee Legislative dei singoli Stati.

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato