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Brasile, pandemia e autoritarismo

Si riporta la traduzione del comunicato della Commissione Arns sui lavori del Tribunale Permanente dei Popoli/TPP del 24-25 maggio 2022 su Pandemia e autoritarismo. Il comunicato dà conto dello svolgimento dei lavori e dei protagonisti degli stessi: rappresentanti delle associazioni organizzatrici del TPP, responsabili delle denunce, testimoni, giurati: ciascuno chiaramente identificato e impegnato a documentare i capi di accusa a viso aperto e con coraggio. La breve scheda sotto riportata non può trasmettere l’intensità comunicativa degli interventi di questi due giorni, né la ricchezza della documentazione raccolta e resa disponibile per sostenere l’accusa contro il governo brasiliano e il presidente della Repubblica di volontaria e progettata azione di devastazione nei confronti di personale sanitario, popolazioni nere, comunità indie. Le registrazioni, per chi fosse interessato, sono disponibili su YouTube.

Sottolineo il coraggio di coloro che hanno preso parte alla costruzione e alla realizzazione del Tribunale, perché in questo periodo preelettorale in vista delle consultazioni brasiliane di ottobre il clima è quello della strategia della tensione alimentata soprattutto dall’esecutivo. Continui sono gli attacchi da parte del presidente della Repubblica al potere giudiziario e in particolare al Supremo Tribunale Federale e agli altri tribunali superiori; ripetute sono le dichiarazioni contro la sicurezza delle urne elettroniche; polizie diverse compiono azioni repressive molto violente (oltre 20 morti in un intervento della polizia in una favela di Rio, soffocamento con atto di tortura seguito da morte da parte della polizia stradale a Sergipe solo negli ultimi giorni); ininterrotta è l’istigazione all’odio attraverso le reti sociali. In questo clima minaccioso e violento suscita rispetto chi mantiene la dignità di porre in primo piano la tutela dei diritti umani calpestati, anche attraverso un ben visibile tribunale morale internazionale. (T.I.)

Si è conclusa mercoledì 25 maggio la 50ª sessione del Tribunale Permanente dei Popoli (TPP), realizzata il 24 e il 25 maggio dalle città di Roma e San Paolo. Centinaia di persone hanno preso parte agli atti in presenza nella Facoltà di Diritto di San Paolo e migliaia hanno seguito in rete. La giuria internazionale lavorerà sugli elementi presentati per poi divulgare il verdetto previsto per il mese di luglio. Al governo brasiliano è stata notificata dalla segreteria del TPP a Roma con il debito anticipo la denuncia, ma l’esecutivo non ha inviato nessun rappresentante per fare la difesa davanti al Tribunale.

Martedì 24 maggio - Il primo giorno il saluto iniziate è stato dato dai rappresentanti delle organizzazioni responsabili dell’iniziativa: José Carlos Dias, presidente della Commissione Arns; Paulo Sergio Pinheiro, socio fondatore della Commissione Arns; Wania Sant’Anna, integrante della Coalizione della Popolazione Nera per i Diritti; Dinamam Tuxá, coordinatrice esecutiva dell'Articolazione dei popoli indigeni del Brasile/Apib; Denise Motta Dau, segretaria subregionale dell'Internazionale dei Servizi pubblici, nonché Ana Elisa Bechara vicedirettrice della Facoltà di Diritto della USP.

"Poniamo in questo tribunale d'opinione la speranza di vedere un giorno questo governo condannato dalla Giustizia formale sia nazionale che internazionale per i molti crimini commessi. Le vittime, qui rappresentate dalle entità presenti, stanno gridando per i loro diritti sommersi, per il diritto alla vita, gridano insomma per la giustizia", ha affermato Dias.

Tuxá ha illustrato quanto sarebbe stato presentato dai popoli indigeni nella sessione: "Abbiamo portato in questo Tribunale diversi elementi che configurano non solo genocidio, ma anche crimini contro l’umanità e contro l’ambiente. Lo smantellamento di politiche ambientali indigeniste ha aggravato in modo severo i conflitti socioambientali e di conseguenza la morte e la criminalizzazione di diverse leadership indigene".

Ha fatto seguito l’apertura formale da parte di Gianni Tognoni, segretario generale del TPP, che si è collegato a distanza dall’Italia. "Negli ultimi sei mesi si è lavorato per garantire la presenza reale delle comunità che sono state vittime di quanto accaduto negli ultimi anni, in modo da offrire loro il ruolo non di vittime, ma di soggetti di diritti umani e fondamentali. È importante dare specifica visibilità al destino delle persone che sono presenti, perché una delle caratteristiche della pandemia in Brasile è stato l’impatto pianificato e specifico sui diritti di queste popolazioni", ha affermato il medico italiano.

L’accusa è stata svolta da Eloísa Machado, avvocata, docente di Diritto Costituzionale alla Fondazione Getúlio Vargas Diritto-San Paolo e socia sostenitrice della Commissione Arns; Maurício Terena, avvocato e consigliere giuridico dell'Articolazione dei Popoli Indigeni del Brasile e Sheila de Carvalho, avvocata e attivista della Coalizione della Popolazione Nera per i Diritti.

"Nel caso brasiliano parliamo di adozione di una deliberata politica di contaminazione da Covid-19, che è proseguita anche due anni dopo l’inizio della pandemia. Il presidente (della Repubblica) ha continuato ad adottare la strategia di contaminare tutte e tutti noi con Covid-19. La relazione finale della CPI (Commissione Parlamentare d'Inchiesta del Senato su Covid-19, 27 aprile-5 novembre 2021) ha messo in luce ciò, le ricerche accademiche hanno messo in luce ciò e centinaia di migliaia di morti ne sono la prova. Vittime di una politica criminale incentivata dal presidente", ha affermato Machado nel corso dell’accusa.

Sempre martedì sono state realizzate audizioni dei testimoni concernenti la violazione al diritto alla salute e ai diritti dei lavoratori della salute e della popolazione nera. Sono stati ascoltati il senatore Humberto Costa della CPI; la professoressa Deisy Venura; il presidente della Confederazione Nazionale dei Lavoratori della Salute CNTS Valdirlei Castagna; il presidente della Confederazione Nazionale dei Lavoratori della Sicurezza Sociale CNTSS Benedetto Augusto; la presidente della Federazione Nazionale degli Infermieri Shirley Marshal; la direttrice di Amnesty International Brasile Jurema Werneck.

I giurati hanno potuto rivolgere domande ai testimoni. La giuria di questa sessione del Tribunale Permanente dei Popoli è presieduta dall’ex giudice Luigi Ferrajioli, professore titolare dell’Università di Roma ed è composta da: Alejandro Macchia, Boaventura de Sousa Santos, Clare Roberts, Eugenio Raúl Zaffaroni, Jean Ziegler, Joziléia Kaingang, Kenarik Boujakian, Luís Moita, Nicoletta Dentico, Rubens Ricupero, Vercilene Kalunga e Vivien Stern.

L’avvocato Luiz Armando Badin, socio d'appoggio della Commissione Arns, ha chiuso il primo giorno sistematizzando le deposizioni. "In definitiva i testimoni che abbiamo ascoltato mostrano che la Storia sembra davvero un incubo dal quale non riusciamo a vegliarci. Speriamo che questa cinquantesima sessione del Tribunale Permanente dei Popoli indichi la direzione di un cammino più degno per il popolo brasiliano. Che, ascoltando le voci che oggi gridano per la giustizia, giudichi con fermezza, con verità e con giustizia le gravi accuse di crimini contro l’umanità che abbiamo udito, quasi trattenendo il fiato, questa mattina di maggio del decisivo anno 2022", ha affermato.

Mercoledì 25 maggio - Nel secondo giorno della sessione l’apertura è stata fatta da cinque componenti della Commissione Arns: Paulo Sergio Pinheiro, Maria Victoria Benevides, José Luiz Del Roio, Belisário dos Santos Jr. e Antonio Cláudio Mariz de Oliveira. In seguito l’avvocato e consigliere giuridico dell’Apib Maurício Terena ha presentato i testimoni che hanno parlato delle violazioni dei diritti dei popoli indigeni nel corso della pandemia di Covid-19. Sono stati ascoltati Lindomar Terena, indigeno del popolo Terena; Auricélia Fonseca, indigena Arapium, dirigente dell’Amazzonia brasiliana e coordinatrice del Consiglio Indigeno dei fiumi Tapajós e Arapiuns (Cita) e Carolina Santana, consigliera giuridica dell’Osservatorio dei Diritti Umani dei Popoli Indigeni Isolati e di Recente Contatto (Opi).

"La prima persona che è morta di Covid-19 nel mio Stato (Pará) è stata un'anziana del mio popolo. Un'anziana, per altri, può essere solo una vecchia. Ma per noi sono le persone più importanti che esistono nei villaggi, è lì che si trova tutta la saggezza del nostro popolo. Sono le nostre biblioteche vive che questa pandemia ha portato via per colpa di questo governo genocida", ha informato Auricélia. Dopo le domande dei giurati, Manuela Carneiro da Cunha, antropologa e socia fondatrice della Commissione Arns ha esposto una sistematizzazione delle testimonianza. "Siamo giunti a un momento in cui si unisce un'idea, resa possibile dal Covid, di distruggere fisicamente con la pratica di deformare, nelle sfere legale e infralegale, i diritti degli indigeni sulle loro terre. Questo è il quadro attuale di cui stiamo parlando".

Traduzione di Teresa Isenburg. Le sessioni sono disponibili in forma integrale nel canale della Comissão Arns in YouTube.

San Paolo, 29/5/2022

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato