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Il G20 presieduto dal Brasile: i temi in discussione

Teresa Isenburg

Dal 1° dicembre 2023 al 30 novembre 2024 la presidenza per avvicendamento del G20 è nelle mani del Brasile. Vorrei riassumere qualche informazione su come il paese ospite conduce fino a questo momento tale compito e anche ragionare sul significato e sull’influenza di questi summit internazionali a partecipazione variabile (G7, G8, G20, G77, ecc.). Cercherei anche di capire in che modo ogni paese che aderisce al sodalizio partecipi ai lavori e come poi informi di quanto fatto e deciso i propri cittadini. Creato nel 1999 dai ministri delle Finanze del G7 in presenza della crisi finanziaria globale, il G20 ha l'obiettivo di dibattere temi relativi al riequilibrio dell’economia internazionale, dello sviluppo sociale e della governance globale. Ad esso aderiscono Africa del Sud, Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Turchia, USA. I paesi integranti del G20 rappresentano a livello mondiale l'85% dell’economia, oltre il 75% del commercio e circa i 2/3 della popolazione. In questo anno il Brasile ha lavorato e lavora in stretta collaborazione con India e Africa del Sud, presidenti rispettivamente per il 2023 e per il 2025. L’indicazione assai vaga dei compiti di questo aggregato fa sì che il contenuto delle assise dipenda molto dal modo di operare di chi detiene la carica annuale, da come i Ministeri, soprattutto degli Esteri, organizzano gli incontri.

Per il G20 2024 il Brasile ha previsto tre temi principali: la lotta a fame, povertà, diseguaglianza; lo sviluppo sostenibile considerato nelle sue tre dimensioni, cioè economico, sociale, ambientale; la riforma della governance globale. Il metodo di lavoro prevede di costruire i documenti finali che verranno presentati a Rio de Janeiro il 18 e 19 novembre, alla presenza dei leader degli Stati del G20 nonché di inviati dell’Unione Europea e dell’Unione Africana e di parecchi paesi invitati,  attraverso incontri in forma presenziale e virtuale  durante l’intero corso dell’anno affiancati da riunioni tematiche e di gruppi differenziati, il tutto distribuito in molte sedi  del vasto territorio della Federazione.

La cupola conclusiva sarà preceduta da una sociale dei movimenti della società civile ampiamente coinvolti (sono 1500 le organizzazioni accreditate) nel corso dei mesi, al fine di inoltrare proposte e riflessioni per la stesura della dichiarazione di chiusura. Il tentativo è di raggiungere il massimo di condivisione e consenso possibile anche se i teatri di guerra, Ucraina e Gaza, che coinvolgono in prima persona il cosiddetto Occidente pongono ostacoli lungo il cammino. Su altri conflitti, soprattutto in Africa, che riguardano quelle che sono considerate periferie del mondo le contrapposizioni sono minori e maggiore l’indifferenza.

Da quello che è dato capire seguendo i comunicati e le informazioni via via diffusi dagli uffici di comunicazione, mentre il primo semestre è stato in prevalenza impegnato in riunioni preparatorie, iniziate l‘8 gennaio 2024, a partire da luglio si sono moltiplicati gli incontri operativi anche di alto livello con contenuti e proposte sempre più precisi. Così il 24 luglio è stata formalizzata l’Alleanza Globale contro la Fame e la Povertà, ciò che consente a paesi e istituzioni di aderire alla stessa per dare avvio a un meccanismo pratico (la cui messa a punto si può immaginare non sarà facile) per mobilitare risorse finanziarie e di conoscenza. Certamente il Brasile ha una esperienza positiva di lotta alla fame incentrata su piccolo reddito a famiglie in povertà, affidando lo stesso alle donne del nucleo e collegando il versamento al rispetto per i figli ;degli obblighi scolastici (frequenza continuativa del ciclo dell’obbligo) e sanitari (in primo luogo vaccinali).

Il 26 luglio e nei giorni seguenti la scena del G20 è stata occupata dal tema della tassazione globale dei super ricchi, per rendere disponibili risorse per interventi di interesse comune come prevenzione dei disastri ambientali, difesa delle foreste e transizione energetica. Un tema polemico come pochi, ovviamente, che tra l’altro proietta la sua paventata ombra su quel lucroso mondo a parte che sono i paradisi fiscali. Secondo Forbes, ad aprile 2024 quella categoria di cittadini ospitava 2781 persone: un pulviscolo nell’oceano degli oltre otto miliardi (tra l’altro ancora in fase espansiva della transazione demografica) di individui che popolano il pianeta. Se nei documenti finali questi due temi – alleanza contro la fame e azione fiscale verso i super ricchi – troveranno una elaborazione forte e con obblighi verificabili non sarà poca cosa.

Per adesso il terzo filone del G20 2024, la governance globale, ha cominciato ad essere trattato solo dai ministri degli Esteri il 21 febbraio a Rio de Janeiro. Tornerà alla ribalta con forza, sia per i contenuti che per il significato simbolico che ad esso si intende attribuire, in un incontro a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che inizia il 17 settembre, terzo martedì del mese, e in cui per tradizione il rappresentante del Brasile è il primo esponente di un paese a parlare dopo i discorsi istituzionali del segretario generale e del presidente dell’Assemblea. Il luogo scelto non è casuale dal momento che ridisegnare le Nazioni Unite è, secondo la diplomazia brasiliana, prioritario ed urgente in questo momento del XXI secolo che ormai dista quasi 80 anni dalla formalizzazione iniziale delle Nazioni Unite. Tuttavia su una delle componenti della governance, la WTO/World Trade Organisation, uno di quegli organismi vincolati alle Nazioni Unit, in cui il termine “vincolati” ne caratterizza la collocazione assai nebbiosa, si è avuta una prima riflessione già a fine gennaio. Infatti quale sia ormai la funzione della stessa (in teoria garantire il fluire delle transazioni commerciali secondo regole chiare e precise), nell’era delle sanzioni promosse fuori da qualsivoglia norma previa e condivisa, è difficile sapere.

Molte e interessanti nonché partecipate le diverse assise. Ne indico alcune che mi sembrano in parte classiche e in parte innovative. Nell’ambito del gruppo L20/Labour20, oltre alle proposte sul tema centrale del lavoro dignitoso e sicuro, emerge il riferimento ai lavori di cura: si ritiene opportuno mettere a punto statistiche in grado di informare su tale vasto e non tutelato settore, oltre a richiamare una rivendicazione già precedente, il riconoscimento dal punto di vista previdenziale e contabilizzato delle cure in ambito famigliare per le quali al momento nulle sono retribuzione, assistenza, previdenza. Lo spesso muro di pregiudizi e interessi da abbattere per dare il nome di lavoro alla funzione produttiva e riproduttiva delle donne all’interno delle famiglie sgomenta. Mi è parsa fondamentale l’esistenza di un tavolo denominato F20 che raccoglie indicazioni per gli insediamenti urbani cosiddetti informali, ascoltando i rappresentanti di 300 favelas distribuiti fra 40 paesi; esso dialogherà con U20/Urban20 che a sua volta si intreccia con C40Cities, il sodalizio formatosi nel 2005 in cui i sindaci delle maggiori città si coordinano per combattere il cambiamento climatico, far fronte agli squilibri sociali delle infinite megalopoli e condividere esperienze.

Non sono in grado e non intendo presentare in modo esauriente il vasto insieme di accadimenti che ruotano attorno al G20 in corso, né esprimere particolari giudizi al riguardo. Mi sembra tuttavia che iniziative ampie come quella in corso, che riuniscono soggetti con indirizzi politici e culturali diversi, evitino irrigidimenti aprioristici e possano imporre attenzione ad argomenti altrimenti silenziati. Mi piacerebbe sapere come l’Italia partecipa al G20 e come restituisce ai propri cittadini l’informazione di ciò che là avviene e di ciò che essa ha apportato e acquisito. Non sono quasi riuscita a trovare indicazioni al riguardo sul sito della Farnesina o dell’ambasciata a Brasilia, ma certamente non ho cercato a sufficienza. Troverei positivo che a livello istituzionale venisse data notizia di tutto ciò perché è un mondo intenso e stimolante che impone di pensare ed agire incoraggiati da un ambiente corale e mi sembra uno spreco privare di ciò i cittadini.

Fonti: per informarmi sul G20 in corso, oltre alla stampa corrente, ho consultato il sito Agencia Brasil della EBC/Empresa Brasil de Comunicação impresa pubblica federale creata nel 2008 soprattutto per dare conto delle politiche pubbliche e il sito dei  Ministeri degli Affari Esteri Itamaraty, dell’Ambiente e degli altri Ministeri coinvolti.

23/8/2024

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato