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Il Brasile verso il ballottaggio

Teresa Isenburg

Nelle prime ore della notte del 2 ottobre i risultati delle elezioni presidenziali in Brasile hanno mostrato un paese molto diverso da quello che sembrava emergere durante la campagna elettorale dal 15 agosto al 29 settembre. Con il 48,17% di voti a Lula e il 43,42% a Bolsonaro, l’enorme consenso a Bolsonaro e al bolsonarismo emerge con forza. Non solo la ventilata vittoria di Lula al primo turno non avviene, ma i quotidiani sondaggi delle più diverse agenzie, che ripetevano una distanza significativa fra i due candidati, vengono spazzati via. Esiste un mondo invisibile, organizzato ideologicamente e operativamente, che indirizza grandi masse attraverso strumenti e comunicazione che non si vedono, diciamo così, a occhio nudo. In queste settimane invece sono state ben visibili le dichiarazioni di appoggio a Lula e alla sua vasta coalizione da parte di soggetti politici, moltissimi artisti molto seguiti, influencer di tutti i tipi; altrettanto esplicito e pubblico è stato il ripudio nei confronti di Bolsonaro da parte di esponenti espressione dell’esecutivo degli Usa. Spiegazioni semplici e semplicistiche non servono. Al momento domina una preoccupazione che toglie il fiato nel trovarsi di fronte a un paese nel paese che apprezza e sceglie la postura violenta, razzista, antistituzionale e antisociale fino agli estremi come modello per la convivenza civile e sociale. Si apre un mese irto di difficoltà e pericoli, il cui esito è incerto.

San Paolo, 3/10/2022

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato