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Brasile, troppo odio e violenza

Mi scuso per la lunghezza della scheda che invio. Ma, in una situazione molto complessa e difficile da riassumere, desidero dare qualche notizia sul Brasile sfigurato dal governo di estrema destra, destabilizzato dall’ininterrotta incitazione all’odio promossa da forze diverse, ferito da una crisi economica e sociale volutamente esasperata con misure dannose; il tutto all’interno di un terremoto continentale in cui s’intrecciano, con pratiche anticostituzionali, eversione e repressione e al quale l’Occidente democratico parlamentare non sembra voler prestare attenzione.

I testi A e B danno conto di due momenti positivi nella lotta che le forze democratiche in vari ambiti praticano quotidianamente per il mantenimento dello Stato di diritto. Il primo informa dell’assoluzione di Luiz Inácio Lula da Silva e altri in uno dei processi manipolati a fini politici intentati contro di lui; il più noto di essi è quello della Lava Jato. L’assenza di materialità dell’accusa, promossa addiritura dall’ex procuratore generale, mostra bene l’agire politico, lontano da ogni imparzialità, di parte della magistratura nel corso degli ultimi anni.

Il secondo testo riporta al tema della giustizia di transizione, obbligo internazionale per paesi che hanno sofferto una rottura democratica. La presidente Dilma Rousseff appena insediata nel 2011, con grande coraggio morale e fisico, aveva nominato la Commissione Nazionale della Verità/CNV, che ha concluso i suoi lavori nel 2014 con un ampio rapporto (consultabile sul sito http://cnv.memoriasreveladas.gov.br/) in cui vengono individuati i reati compiuti dallo Stato durante la ditattura militare (1964-1984) e i responsabili di essi. Nell’ambito di tale percorso una Commissione speciale per i morti e gli scomparsi politici ha prodotto un vasto lavoro di ricerca delle fosse comuni e di identificazione (ormai possibile attraverso l’analisi del DNA) delle ossa in esse nascoste. È difficile riuscire a spiegare l’odio che la CNV e la ricerca degli scomparsi ha prodotto e produce nell'élite brasiliana. Esso si manifesta in modo primitivo e brutale nell’attuale esecutivo: il presidente, il vicepresidente, diversi ministri e alti dirigenti esaltano la tortura di quel periodo, negano che vi sia stata una dittatura, auspicano l’emanazione di un nuovo AI-5/atto istituzionale n. 5 che il 13 dicembre 1968 aveva chiuso il Parlamento, sospeso l'habeas corpus, istituzionalizzando una dittatura senza se e senza ma.

La ministra della donna, della famiglia e dei diritti umani, la pastora neopentecostalista Damares Alves, a metà novembre ha avviato un’azione per trasferire a Brasilia, presso la polizia, le ossa ritrovate e al momento oggetto di studio nel Centro di antropologia e archeologia forense dell’Università Federale di San Paolo. Nei mesi precedenti la stessa ministra e la presidenza della Repubblica avevano arbitrariamente sollevato dall’incarico i procuratori che coordinavano la Commissione, sostituendoli con altri, noti per le loro pubbliche dichiarazioni di apprezzamento per il regime militare. La mobilitazione ha ottenuto di bloccare l’operazione. Ciò che non cancella la gravità del tentativo di prevaricazione compiuto.

Il testo C riprende il tema del ruolo politico dei movimenti neopentecostali, i cui dirigenti sono molto presenti in Parlamento ed esprimono ministri e alti funzionari dell’esecutivo. Infine il testo D informa di una lunga intervista di Marcelo Odebrecht (dirigente dell'omonima multinazionale del settore delle infrastrutture). L’impresa, insieme a quasi tutte le altre grandi industrie private brasiliane, ha subito danni gravissimi dal modo in cui il gruppo di lavoro della Lava Jato ha condotto i processi: invece che documentare e condannare i responsabili di atti di corruzione, procuratori e giudici hanno attaccato le imprese producendone il collasso economico. Operazione compiuta in modo ancora più macroscopico nei confronti della principale industria pubblica, la Petrobras. Il risultato è una deindustrializzazione brutale. Diversi analisti ritengono non casuale questa condotta, ma parte di un progetto con collegamenti interni e internazionali sotterranei, nell’ambito della riorganizzazione mondiale legata alla crisi che non trova vie di uscita.

Voglio chiudere questa troppo lunga introduzione ricordando con dolore e vergogna quanto avvenuto nel quartiere di Paraisópolis della periferia sud di San Paolo: nella notte di sabato 7 dicembre, nel corso di una festa funk, nove giovanissimi sono stati uccisi dalla polizia militare di San Paolo. Non sono cose che succedono per caso. Il clima di odio alimentato in prima persona dal presidente, che non smette di fare con la mano il segno della pistola che spara, la presentazione in Parlamento di un disegno di legge che solleva dalla responsabilità penale il personale di polizia che agisce in servizio anche a causa di fattori emotivi, la liberalizzazione della vendita e dell’importazione di armi moltiplicano violenza e clima di impunità. Sottolineo che l’istigazione all’odio, alimentata da chi occupa le stanze del potere, sovrappone al "normale" odio di classe l’esplicitazione di puntuali bersagli, facilmente identificabili come singole persone o gruppi sociali, e a questo si aggiunge un esplicito fortissimo razzismo. Vi è quindi un rapporto di causa ed effetto fra i nove ragazzi assassinati, i femminicidi, gli indios, i neri, le persone LGBT uccise ogni giorno in tutte le parti del paese, la distruzione degli edifici di culto di matrice africana, l’aggressione in luoghi pubblici dell'ex presidente Dilma Rousseff e così via e l’esaltare e giustificare la violenza nelle sue forme più primitive e becere. Continuo a pensare che tutto ciò riguarda anche noi, inutile illudersi che il terribile virus dell’incitazione all’odio, alla violenza, alla prevaricazione, al razzismo, al disprezzo delle leggi, a cominciare dalle Costituzioni, rispetti i confini politici. (T.I. 17/12/2019)

A - Zanin spiega l’assoluzione di Lula: "C’era un giudice imparziale"

Mercoledì 4 novembre il giudice Marcus Vinicius Reis Bastos, della 12ª sezione del tribunale di Brasilia, ha assolto gli ex presidenti Luiz Inácio Lula da Silva e Dilma Rousseff, gli ex ministri Antonio Palocci e Guido Mantega, oltre all’ex tesoriere del PT/Partito dei lavoratori João Vaccari Neto, nell'azione penale denominata Quadrilhão do PT/Associazione criminale del PT. La denuncia era stata presentata dall’ex procuratore generale della Repubblica Rodrigo Janot poco prima di lasciare l’incarico nel 2017.

Nell’analizzare il caso, Bastos ha affermato che la denuncia non conteneva "elementi comprovanti il delitto previsto dall’art. 2º della legge nº 12.850/2013 (organizzazione criminale)". Lula e gli altri quattro dirigenti del PT rispondevano per il delitto di organizazione criminale per il sospetto di aver formato un gruppo per deviare denaro pubblico della Petrobras e di altre imprese statali.

"Ritengo che questa vittoria derivi da un'analisi compiuta da un giudice imparziale, che ha applicato debitamente il diritto al caso concreto; in verità questa accusa non avrebbe mai potuto essere presentata perché lo stesso magistrato afferma nella sua decisione che non vi erano elementi per sostenerla minimamente", ha dichiarato l’avvocato di Lula Cristiano Zanin. "Il giudice  Marcus Vinicius Reis Bastos sottolinea addirittura che l’accusa è un tentativo di criminalizzare l’attività politica, è un’accusa nata senza alcun fondamento; abbiamo esposto ciò nella difesa che abbiamo presentato e fortunatamente ci siamo imbattuti in un giudice imparziale che ha accolto la difesa e ha assolto in modo sommario l’ex presidente Lula" (e gli altri indagati). Zanin ha continuato affermando che Lula è vittima di lawfare, pratica in cui si fa un uso strategico del diritto a fini politici, geopolitici, commerciali e militari.

"La denuncia non aveva alcun elemento che la sostenesse, noi abbiamo ritenuto che in verità essa decorre dalla pratica di lawfare (law+warfare) che alcune autorità, alcuni membri del sistema della giustizia hanno imposto soprattutto all’ex presidente Lula. Egli è stato indebitamente accusato in altre nove azioni penali; tutte hanno in comune l’assenza di materialità. E noi riteniamo che alla fine all’ex presidente verrà riconosciuta la sua innocenza in relazione a tutte queste accuse e processi".

Fonte: http://br.sputniknews.com/brasil/20191204/14852350.html

B - Bolsonaro vuole trasferire le ossa della Fossa di Perus

Joana Brasileira

La prossima riunione di conciliazione fra i rappresentanti del governo Bolsonaro, il Municipio di San Paolo e la Unifesp/Università Federale di San Paolo si terrà lunedì 9 dicembre. L’Unione deve presentare motivazioni, pianificazione e bilancio coerente con la proposta di trasferimento del materiale osseo e di altri materiali raccolti nella Fossa di Perus presso la Polizia Civile del Distretto Federale.

Rappresentanti dei familiari dei morti e degli scomparsi vedono con molta preoccupazione questa iniziativa. In primo luogo perché essa interromperebbe la ricerca in corso dal 2014; in secondo luogo perché difficolterebbe molto l’accesso ai possibili risultati da parte dei familiari stessi. I familiari denunciano anche che i 27 resti dei morti nella regione del Rio Araguaia sono andati a Brasilia e sono scomparsi o sono stati chiusi in un cassetto.

La morte che non finisce mai. Nel corso dell’udienza del 18 novembre in cui l’ Unione ha avanzato la proposta, rappresentanti dei familiari si sono espressi e attraverso Amélia Teles hanno affermato: "Queste ossa sono di esseri umani". Oltre ai morti del periodo militare si ritiene che ci siano anche vittime degli squadroni della morte o di gruppi di sterminio che hanno operato a San Paolo negli anni ’70 e ’80.

Capire la manovra del rappresentante del governo Bolsonaro. L’Avvocatura Generale dell’Unione/AGU, nella riunione del 18 novembre, ha allegato motivi di riduzione dei costi. Il giudice non ha accetatto tale motivazione e ha dato tempo fino al 2 dicembre al procuratore Marco Vinicius Pereira de Carvalho, della Commissione speciale morti e scomparsi politici/Cemdp per presentare documenti. Municipio, Unifesp e rappresentanti dei familiari valuteranno la documentazione e chiederanno udienza. La Cemdp è un'istanza dello Stato, non del governo, istituita nel 1993 nell’ambito del processo della Giustizia di transizione relativa ai crimini della dittatura militare.

Brasilia è un cammino senza ritorno. La procuratrice Eugênia Gonzaga, ex presidente del Cemdp, ricorda di essere stata esonerata da Bolsonaro nell'agosto 2019. Al suo posto è stato insediato un assessore della ministra Damares, Marco Vinicius Pereira de Carvalho, nello stesso periodo in cui il presidente offendeva pubblicamente il presidente della OAB/Ordine degli avvocati del Brasile Felipe Santa Cruz, figlio di un morto della dittatura. Il governo Bolsonaro si distingue anche nell’utilizzare agenti dello Stato coinvolti in assassinii.

La manovra dell’Unione vuole anche compromettere l’accordo con l'Unifesp; infatti la sollecitazione fatta nell’udienza del 18 novembre è avvenuta venti giorni prima della data limite per la richiesta di fondi per continuare la ricerca nel 2020.

Riconoscimento del CAAF/Unifesp. Il Centro di antropologia e archeologia forense dell’Unifesp ha gruppi multidisciplinari di ricerca in diritti umani; uno di essi è il Gruppo di lavoro di Perus, creato nel 2014 per analizzare 1.049 casse con resti umani trovati nella Fossa di Perus. Il lavoro intende identificare 41 scomparsi politici, le cui vicende indicano che sono stati collocati in questo luogo negli anni ’70, come modalità per nascondere le gravi violazioni dei diritti umani dei governi militari. La ricerca si svolge in collaborazione con la Segreteria dei Diritti umani della presidenza della Repubblica, oggi Ministero della donna, della famiglia e dei diritti umani/MDH e con la Segreteria municipale dei diritti umani/SMDH del municipio di San Paolo, in base a un Accordo tecnico di cooperazione/ACT.

Il CAAF, oltre a riconoscimenti internazionali, ha altri gruppi di lavoro che documentano crimini commessi dallo Stato in periodo democratici, come i crimini del maggio 2006 (fra il 12 e il 21 maggio 2006 attacchi di agenti dello Stato e di componenti di una fazione criminale lasciarono 564 morti nello Stato di San Paolo).

Fonte: https://jornalistaslivres.org 5/12/2019

C - Come Bolsonaro ha eredidato la rete neopentecostalista di Eduardo Cunha

Luis Nassif

Per capire il bolsonarismo, pezzo centrale è la questione religiosa, soprattutto l’attivismo economico e politico delle cosiddette religioni neopentecostali.

Pezzo 1. Bolsonaro e Eduardo Cunha - La base di appoggio di Eduardo Cunha (presidente della Camera e regista della deposizione anticostituzionale di Dilma Rousseff) mescolava religione, milizie e un mondo di affari: chiese, contrabbando, produzione clandestina di sigarette, traffico di armi, sicurezza privata di nuovi ricchi che avevano bisogno di muoversi nell’ombra, produzione e distribuzione di musica e letteratura religiosa, spettacoli ed eventi artistici, ecc. Oltre questa convergenza, ovviamente, il collegamento di alcune chiese con la criminalità è componente minore di tale universo. Jair Bolsonaro ha ereditato questa base, anche prima che il suo Partido 38 entrasse in attività: ciò significa che continuerà ad avere una discreta base stabile nel Congresso.

Cunha ha costruito la sua rete di appoggio nel Congresso e nello Stato di Rio finanziando deputati. Ma la base di lancio sono stati i neopentecostalisti che egli convocava attraverso i bollettini quotidiani della radio Melodia FM, con il ritornello finale "in fin dei conti, il nostro popolo merita rispetto".

Nel gennaio 2015 l’elezione di Cunha alla presidenza della Camera dei deputati è stata appoggiata con entusiasmo dai 90 deputati del gruppo evangelicale e dal gruppo agrario. Verso entrambi Cunha strizzò l’occhio riferendosi al rigetto di qualunque tentativo di liberalizzazione dell’aborto e di criminalizzazione dell’omofobia. Con gli agrari si impegnò affinché il Congresso potesse delimitare le terre indigene.

L’entusiasmo può essere misurato con le parole del pastore Everaldo, presidente nazionale del PSC/Partito socialcristiano: "Cunha rappresenta la possibilità di avere una Camera indipendente in cui saranno messi all’ordine del giorno argomenti di interesse del Brasile e non solo del governo e del partito di governo".

Cunha faceva parte della chiesa Sara Nostra Terra, con un milione di fedeli. Si spostò poi all’Assemblea di Dio con 13 milioni. E ottenne l’appoggio di due dei principali dirigenti evangelici dello stato di Rio, il vescovo Manoel Ferreira e il pastore Everaldo. Gilberto Carvalho, del Comitato Esecutivo del PT/Partito dei lavoratori, attribuisce a Cunha il coordinamento di un ampio fronte di diffamazione del PT su temi di sfondo morale, diffusi dalle chiese evangelicali. Questa struttura è stata interamente assorbita da Bolsonaro.

Pezzo 2. Il riciclaggio di denaro - Non si tratta solo di economia della fede. La possibilità, in un'economia informale, di guadagno facile ha finito per attrarre molti giovani ambiziosi che hanno trovato un terreno fertile per l’illegalità. Si tratta di un territorio assolutamente informale, in cui le donazioni non sono documentate né regolarizzate. Fedeli di chiese neopentecostali più serie hanno cercato di stabilire regole, come la necessità che il donatore indicasse il codice fiscale, ma non sono riusciti ad avanzare. Si è così creato un fertile campo di intreccio fra chiese ed economia clandestina, donazioni e riciclaggio di denaro, come ha dimostrato lo stesso Eduardo Cunha e le sue nebbiose relazioni con la Refinaria de Manguinhos.

Una delle denunce della Lava Jato è stata che la Igreja Evangélica Cristo em Casa aveva fatto un prestito di 250mila R$ a Cláudia Cruz, sposa di Eduardo Cunha, a scopo di riciclaggio. La chiesa è presieduta da Francisco Oliveira da Silva, ex deputato federale alleato di Cunha.

Nella denuncia contro Cunha, l’allora procuratore generale della Repubblca Rodrigo Janot indicò che parte della tangente di Cunha venne pagata con una donazione all’Assemblea di Dio a Campinas, presieduta da Samuel Ferreira, fratello del pastore Abner Ferreira, presidente dell’Assemblea di Dio di Madureira, frequentata da Cunha.

Pezzo 3. L’imprenditorialità evangelica - È in questo contesto di informalità che si sviluppa l’imprenditorialità evangelica, prendendo a modello i fratelli Lehmans della fede: Edir Macedo della Igreja Universal do Reino de Deus (patrimonio di US$ 950 milioni), Valdemiro Santigo della Igreja Mundial do Poder de Deus (US$ 440 milioni), Silas Malafaia dell’Assemblea di Dio Vittoria in Cristo (US$ 150 milioni ), R. R. Soares della Igreja Internacional da Graça de Deus (US$ 125 milioni), Estevam e Sônia Hernandes della Igreja Renascer (US$ 65 milioni).

Un servizio della revista nordamericana Forbes, specializzata in affari, ha descritto bene il fenomeno. I due punti centrali dell’espansione dell’economia evangelica sono stati l’ascesa delle nuove classi sociali e la facilità di entrare nell’affare religioso, il tutto rivestito dalla cosiddetta teologia della prosperità. In Brasile, dice la rivista, mentre i molto ricchi e i molto poveri rimangono fermamente cattolici, la maggioranza degli evangelici protestanti si trova nella classe media in ascesa e segue la teologia della prosperità.

Il secondo punto è stata la flessibilizzazione nella formazione dei pastori. Le chiese protestanti tradizionali esigono dai loro pastori almeno il livello di laurea specialistica. I neopentecostali, come la Universal do Reino de Deus, offrono corsi intensivi di formazione a circa 350,00 US$ e alcuni giorni di lezioni. Secondo la rivista, si tratta di un mercato in vivace espansione. I cattolici sono il 64,6% della popolazione rispetto al 92% del 1970. Gli evangelici sono passati dal 15,4% al 22,3% della popolazione, cioè 42,3 milioni di persone, in un solo decennio.

I nuovi pastori ricevono buoni salari, Malafaia paga fino a 11.000 US$ per i pastori di maggior talento, e acquistano anche potere. E la fascinazione della ricchezza facile, più l’informalità del settore, hanno stimolato alcune avventure più aggressive nella trasgressione.

Pezzo 4. Il disegno del nuovo mercato - Il caso del pastore Márcio Matos è significativo del risultato di un'attività che mescola economia della fede, informalità, politica e riciclaggio. Matos è indicato come probabile candidato a sindaco di Caxias della REDE di Marina Silva. È padrone di diverse imprese a Caixas per la REDE di Marina Silva. È padrone della Pentecostale Anabattista, con oltre cento chiese in Brasile e una a Miami. È il maggiore distributore di sigarette nella Baixada Fluminense. Lui e la moglie sono padroni di diverse imprese legate a sigarette, la Clean Tabacos, la Quality Tabacos, la Gudang Tabacos do Brasil e altre. La sua imprenditorialità è stata incentivata da una publieditoria (pubblicità sotto forma di articolo, fornita da terzi) della revista Veja sulla famiglia Poncio, che controlla, tra l’altro, distribuzione di tabacchi, fabbrica di abbigliamento, agenzia di pubblicità e marketing, industria di aromatizzanti.

L’Operazione Vizi. Nel maggio scorso la giustizia ha condannato diverse persone coinvolte in riciclaggio e oggetto della Operazione Vizi del Ministero Pubblico Federale di Rio, iniziata nel 2015. Si tratta di uno schema per frodare la Zecca e l’Agenzia delle Entrate Federale da parte di un’azienda di nome SICPA Brasil Indústria de Tintas e Sistemas. La SICPA prestava servizi di controllo numerico e di tracciabilità di produzione di bevande. Dal 2008 ha sottoscritto con la Zecca un contratto di cinque anni dell’ordine di 3,3 miliardi di R$ per prestare servizi collegati ai Sistema di Controllo di Produzione di Bevande (Sicobe) dell’Agenzia delle Entrate. L’asta sarebbe stata manipolata dal revisore fiscale Marcelo Fisch, coordinatore generale dell’asta. Suo cognato Farid Raouf Merher è un noto doleiro (cambiavalute illegale) di Brasilia. Fra le sue attività vi è la rappresentanza della Gudang Tabacos Brasil, del pastore Márcio, attraverso la Duke Distribuidora.

Operazione Grandes Rios. Il 16 aprile 2019 l’Operazione Grandes Rios della Polizia Federale/PF di Rio Grande do Norte e dell’Agenzia delle Entrate ha svelato il sistema di riciclaggio di sigarette. Venivano aperte fabbriche di sigarette intestate a prestanomi, che accumulavano debiti fiscali. Quando l’Agenzia delle Entrate cancellava l’attestato di funzionamento, veniva aperta una nuova impresa intestata a prestanomi. I profitti erano lavati in Brasile e all’estero.

Si valuta che la frode abbia raggiunto 3,5 miliardi di R$. L’operazione ha realizzato 21 mandati d'arresto a Rio Grande do Norte, Rio de Janeiro, San Paolo e Pernambuco. Non sono stati divulgati nomi delle imprese e delle persone coinvolte. Ma il modo di operare era indicativo di personaggi che si intrecciano in questo mercato nebbioso.

Pezzo 5. L’appoggio di Bolsonaro Bolsonaro già diverse volte ha fatto cenno ad agevolazioni e stimoli per l’economia della fede. Una di tali misure è stata l’appoggio dell'Apex (Agenzia brasiliana di promozione delle esportazioni) per l’internazionalizzazione dell’app Atos6, una "piattaforma cristiana" creata per aiutare chiese evangeliche a ricevere donazioni continuative  online.

È un'app sofisticata che consente donazioni, oferte e decime via carta di credito, bancomat e versamento bancario; coordinatori di membri di chiesa e nuovi convertiti più un’integrazione con Google Maps aiutano a identificare quartieri adatti al profilo dei registrati.

Altra iniziativa, più vasta, è stata la promessa di un pacchetto per flessibilizzare gli obblighi delle chiese con l'Agenzia delle Entrate. È stato annunciato un insieme di misure che liberano le chiese minori dall’obbligo di iscriversi al Catasto nazionale delle persone giuridiche/CNPJ e che innalzano da 1,2 a 4,8 milioni di R$ il tetto delle entrate in base alle quali una chiesa è obbligata a rendicontare i movimenti finanziari quotidiani.

Pezzo 6. La rete di Bolsonaro - All’inizio del governo Bolsonaro vi era molta resistenza da parte delle chiese evangeliche neopentecostali nei confronti del modello di sviluppo di Eduardo Cunha. Gradatamente è sempre più aumentata l’adesione a Bolsonaro. Oggi, oltre all’appoggio spontaneo di segmenti della classe media e imprenditoriale, il bolsonarismo conta con le seguenti reti di diffusione nazionale: miliziani, neopentecostali, guardie private, club di tirassegno, agrari, polizie militari.

Fonte: https://jornalggn.com.br/luisnassif/ 27/11/2019

D - "La Lava Jato ha distrutto l’immagine del Brasile e delle imprese brasiliane"

L’industriale Marcelo Odebrecht ha concesso la sua prima intervista dopo quatro anni di carcere alla giornalista Bruna Narcizo, della Folha de São Paulo, e ha sottolineato i danni causati dalla Operazione Lava Jato all’immagine del Brasile e delle imprese brasiliane.

"Il modo in cui la Lava Jato è stata divulgata ha finito per far sembrare che il Brasile sia il paese più corrotto del mondo e che le imprese brasiliane esportino corruzione. Cose non vere, né l’una né l’altra. Ma i nostri concorrenti nel mondo hanno saputo avvantaggiarsene. Diversi paesi incolpano la Odebrecht. È una questione che dobbiamo superare".

Marcelo Odebrecht ha anche fatto un'enfatica difesa del BNDES/Banco nacional de desenvolvimento econômico e social contro l’accusa di gestire fondi neri e ha parlato in modo diffuso e dettagliato del finanziamento a Cuba per la costruzione del porto di Mariel. "Aiutavamo affinché la geopolitica dei paesi fosse abbastanza fluida".

Fonte: l’intervista, lunga e molto interessante, può essere letta su https://www1.folha.uol.com.br/mercado/2019/12/lula-pediu-para-que-a-odebrecht-fizesse-um-projeto-em-cuba-diz-marcelo-odebrecht.shtml San Paolo, 16/12/2019

Organizzazione e traduzione di Teresa Isenburg

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a cura di Nicoletta Manuzzato