Latinoamerica-online.it |
Malgoverno ed eversione Da tempo la situazione nello Stato di Rio de Janiero (43.696 kmq, 16 milioni di abitanti, secondo Stato dopo San Paolo come percentuale nel pil della Federazione) è di enorme difficoltà economica, trascinando con sé una forte tensione sociale e un rafforzamento della criminalità. Lo smantellamento brutale del settore petrolifero dopo la vendita di settori della Petrobras e il disinvestimento nel settore tecnologico avanzato legato ai vasti giacimenti offshore e ai progetti relativi ha innescato una crisi molto vasta a livello occupazionale e dei redditi. Il blocco degli investimenti pubblici e il taglio alla spesa sociale hanno moltiplicato la destrutturazione sociale. Negli ultimi mesi la situazione si è ulteriormente aggravata anche a causa di un’amministrazione debole e spesso latitante sia a livello dello Stato, con il governatore Luiz Fernando Pezão del PMDB/Partito del Movimento Democratico Brasiliano, sia a livello della città con il sindaco Marcelo Crivela del PRB/Partito Repubblicano Brasiliano; quest’ultimo è stato assente durante la pesante alluvione che ha colpito la città nei mesi scorsi, durante il carnevale che è l’unica festa sentita e vissuta in Brasile e oggi. Non si può non ricordare che Crivela è nipote del vescovo Edir Macedo, egli stesso è vescovo della neopentecostale Chiesa universale del regno di Dio e figura di spicco della rappresentanza politica dei movimenti neopentecostali. Né va dimenticato il ruolo attivo delle dirigenze di molti sodalizi neopentecostali nella realizzazione del golpe, a cominciare dall’ex presidente della Camera, esponente dell'Assemblea di Dio, Eduardo Cunha. In questo contesto Michel Temer ha deciso la sera di mercoledì 15 febbraio di firmare un decreto di intervento* federale nella sicurezza dello Stato di Rio de Janeiro dopo una riunione dichiarata d'emergenza con il governatore e il presidente della Camera dei deputati Rodrigo Maia (DEM/Democratici). Il decreto deve passare al voto delle due Camere. Per cercare di capire il significato e le conseguenze di questa operazione si traducono alcuni commenti al riguardo. L’intervento del governo centrale negli Stati e nelle amministrazioni locali in un sistema istituzionale federativo è misura estrema e politicamente pesante. In Brasile è stata costante durante il periodo autoritario del primo Vargas negli anni ’30 e ’40 e durante la dittatura militare (1964-1984). Mai è stata utilizzata dopo la Costituzione del 1988. Dover vedere il ritorno di questa pratica autoritaria oggi è un grave, gravissimo segnale di attacco allo Stato di diritto. *Mi si vorrà scusare l’uso del termine anomalo di intervento, che vuole sottolineare il carattere autoritario e sovradimensionato dello strumento scelto. (T.I.) Intervento e Ministero della Sicurezza sono misure cattive Kennedy Alencar, giornalista, sul suo blog il 16 febbraio 2018 Non vi è nulla di nuovo nella crisi della sicurezza pubblica a Rio che giustifichi un intervento federale nello Stato. Ma ieri Michel Temer, con l’avallo della presidenza del Congresso, ha deciso di adottare questa misura. Decisione che ha una motivazione più politica che amministrativa. Per il governatore Luiz Fernando Pezão, che ha presentato la richiesta di intervento, è un modo di passare in altre mani la responsabilità di una tremenda tegola.
Per Michel Temer l’intervento federale sposta il fuoco del
notiziario e riduce il danno del virtuale insuccesso della riforma
della previdenza. (…) Il dibattito sulla previdenza, che avrebbe la
sua ora della verità la prossima settimana, lascerà il posto
all’intervento federale per trattare un tema che preoccupa la
popolazione in generale. In questo senso, può portate un vantaggio
politico sul breve periodo. Ma ci sono rischi. (… Altro problema: le forze armate ricevono una patata bollente. Non sono preparate per fare sicurezza pubblica, ma per eliminare il nemico. La sicurezza pubblica è un compito inadatto. Ci sono militari di alto grado che considerano negativo questo tipo di azione. Anche la (ventilata ipotesi) della creazione di un Ministero della Sicurezza Pubblica, con trasferimento della polizia federale dal Ministero della Giustizia, è altra misura che comporta rischi. (…) Un Ministero della Sicurezza Pubblica sarebbe praticamente inghiottito dalla polizia federale. L'intervento a Rio non è costituzionale Dalmo Dallari in Jornal do Brasil, 16 febbraio 2018 (Dallari, giurista, è professore emerito dell'Università di San Paolo) Nel decreto datato 16 febbraio è stato designato responsabile dell'intervento il generale Walter Braga Netto. Fin qui sembra non ci sia fondamento per dubitare della costituzionalità del decreto. Tuttavia un importante dettaglio del decreto presidenziale, espressamente enunciato, va denunciato e respinto, per impedire che, con il pretesto della garanzia della legge e dell’ordine, si pratichi un affronto ai dispositivi costituzionali, compromettendo la preservazione della Stato democratico di diritto. (Il decreto si basa sull’art. 34, paragrafo III, della Costituzione che prevede la nomina di un responsabile dell'intervento come ausiliare eccezionale della Presidenza per mantenere l’ordine. Parallelamente la Costituzione prevede la possibilità di impiego delle forze armate in circostanze eccezionali per garantire l’ordine, presupponendo che gli organi statali non siano in grado di farlo). Nel caso di Rio de Janeiro (…) non vi è stata pubblicazione di decreto ordinando l’impiego delle forze armate. Il presidente della Repubblica, facendo uso di una competenza costituzionale, ha deciso di nominare un responsabile dell'intervento, portando a giustificazione l’esistenza di una grave compromissione dell’ordine pubblico nello Stato di Rio de Janeiro. (…) La sua scelta è caduta sulla persona del generale Walter Braga Netto, la cui condizione di militare non ha nulla a che fare con la scelta, in quanto egli è designato per un'attività che potrebbe essere attribuita a qualsiasi cittadino nella pienezza dei suoi diritti civili e politici. E qui viene l’incostituzionalità frutto di una vera "invenzione" del presidente della Repubblica. Senza alcun fondamento legale, il decreto sull’intervento all’articolo 2° recita: "La carica di responsabile dell'intervento è di natura militare". Questo è completamente assurdo perché il presidente può scegliere il responsabile, che può essere civile o militare, ma che, in qualsiasi caso, sarà un servitore civile ausiliare del capo dell’esecutivo. In questo momento grave della storia del Brasile e in particolare di Rio de Janeiro è assolutamente necessario evitare e impedire qualsiasi confusione che leda la normalità costituzionale: l’intervento nello Stato di Rio potrà essere considerata costituzionale, così come la designazione di un responsabile, come dovrà decidere immediatamente il Congresso Nazionale. Ma la caratterizzazione di un responsabile come militare è assolutamente incostituzionale, non avendo alcun fondamento giuridico. "Il diavolo sta nei dettagli" Flávio Dino, governatore di Maranhão, già magistrato, su Portal Vermelho - 16 febbraio 2018 Subito dopo la firma del decreto di intervento mercoledì 16 febbraio, Temer ha detto che l’intervento cesserà per votare la riforma della previdenza quando Camera e Senato avranno i voti minimi per approvare il testo. Da quando è iniziato l’iter il governo non ha raggiunto il numero di voti per approvare la riforma. Ma secondo la Costituzione mentre è in vigore il decreto dell’intervento federale la Costituzione stessa non può essere emendata (come richiede la riforma della previdenza). Secondo il governatore Flávio Dino, che è professore di Diritto Costituzionale ed è stato giudice federale, il divieto all'emendamento costituzionale decorre dal riconoscimento che l’intervento federale stabilisce una situazione di anormalità istituzionale. La discussione e la votazione integrano il processo legislativo, quindi anch’essi (come la promulgazione) devono essere sospesi con il sopravvenire dell’intervento. "Se questa (sospensione) dovesse accadere, si creerà caos giuridico, in quanto il giudiziario potrà rilevare che l’intervento è misura che viola il principio di proporzionalità, quindi incostituzionale per non necessità". Scacchiera della seconda tappa del golpe politico
Luis Nassif, giornalista (parti principali
https://jornalggn.com.br/luisnassif) - 16 febbraio 2018
L’idea che l’intervento a Rio sia democratica, perché segue
i precetti della Costituzione, è altrettanto falsa di quella sulla
"legalità" dell’impeachment (della presidente costituzionale Dilma
Rousseff).
Michel Temer ha decretato un intervento a Rio. Ma non si è
accontentato di un intervento qualunque. E' un intervento militare
con un responsabile delle forze armate, che risponde direttamente
al presidente della Repubblica.
Non ci sono evidenze statistiche di una situazione
fuori controllo. Intervistata dal quotidiano O
Estado de São Paulo, la direttrice
dell’Istituto di Sicurezza di Rio (ISP), Joana Monteiro, ha
informato che i dati sulla sicurezza mostrano che non vi è stata
un’onda di violenza atipica. Questo stesso sentimento è stato
manifestato dal responsabile dell’intervento in persona, il
generale Walter Braga Netto, che ha attribuito il clima di fine del
mondo agli eccessi dei media. Risulta quindi chiaro che da qui in
avanti il nuovo fantasma nazionale sarà la violenza del crimine
organizzato. Si tratta dunque di un nuovo
golpe con un ruolo centrale
dell'Organizzazione Globo. La Globo
ha calcato la mano nel notiziario, ha creato un quadro di scandalo,
enfatizzando le violenze urbane deplorevoli, ma antiche, mirando a
creare un clima di paura. Allo stesso modo come ha raccontato furti
armati nel governo di Leonel Brizola. Perché il golpe si sostenga è
adesso necessario mantenere un clima permanente di caos. Nei
prossimi giorni la Globo
amplierà il discorso del caos nella sicurezza, mirando a
legittimare la seconda tappa del golpe.
Nota del PT/Partito dei lavoratori - La sicurezza
pubblica richiede responsabilità e non opportunismo
Agência
PT - 16 febbraio 2018
Il PT/Partito dei lLvoratori e i gruppi parlamentari di
Camera e Senato federale hanno appreso con sorpresa e
preoccupazione il decreto di intervento federale nello Stato di Rio
de Janeiro. La crisi della sicurezza pubblica è uno dei più gravi
problemi della popolazione di Rio de Janeiro e di tutto il Brasile,
specialmente per la popolazione più povera, ed esige la
partecipazione attiva del governo federale.
I governi del PT hanno assunto le proprie responsabilità su
questo tema con misure di forte impatto, come la creazione della
Forza nazionale di sicurezza pubblica e del Pronasci/Programma
nazionale di sicurezza pubblica con cittadinanza, il rafforzamento
della polizia federale, della polizia stradale federale e altre
misure, come la protezione delle frontiere, con la partecipazione
costituzionale e adeguata delle forze armate.
L’intervento annunciato oggi, viceversa, può essere un
passo pericoloso per il consolidamento e l’approfondimento dello
Stato di eccezione in Brasile. Questo strumento eccezionalissimo,
mai applicato dopo la Costituzione del 1988, presuppone
l’esaurimento di tutte le possibilità di contenimento della crisi,
ciò che chiaramente non è avvenuto. Lo stesso responsabile
designato per assumere la sicurezza pubblica nello Stato, generale
Braga Netto, ha detto oggi alla stampa che c’è "molta" influenza
dei mass media attorno alla questione.
Fin dal luglio 2017, quando venne decretata l’azione di
Garanzia della legge e dell’ordine per l’impiego delle forze armate
a Rio (misura prorogata a dicembre 2017), i governi federale e
statale non sono riusciti a stabilire un piano di sicurezza
pubblica per lo Stato, strumento imprescindibile per
identificare e definire le azioni da promuovere. L’urgenza di un
Piano nazionale e di un piano statale per la prevenzione e la
repressione della violenza è imprescindibile, in quanto solo con
tali piani si possono indirizzare le azioni di prevenzioni,
intelligence e repressione, e anche affrontare il ruolo dei luoghi
di detenzione che oggi, oltre ad essere vere università del
crimine, forniscono mano d’opera alle organizzazioni criminali.
Non si può nascondere la relazione fra l’aggravamento della
crisi della sicurezza e l’indebolimento dello Stato, fallito a
causa di un pesante aggiustamento fiscale, promosso dal governo
Temer e inasprito dal governo statale del MDB/Movimento Democratico
Brasiliano, che colpisce anche i salari dei poliziotti e gli
investimenti necessari per politiche di sicurezza più efficaci. La
misura (dell’intervento) sembra scelta per aggirare difficoltà
politiche del governo Temer, che conosce una bassissima popolarità
e molti ostacoli per approvare la distruttiva riforma della
previdenza.
Gravissimo è l’annuncio del governo di poter sospendere il
decreto in caso raggiunga i voti necessari per approvare la
proposta di emendamento costituzionale, mentre la stessa
Costituzione federale impedisce la promulgazione di qualsivoglia
PEC/Proposta di emendamento costituzionale mentre è in vigore un
intervento federale verso uno Stato. Inaccettabile sotto tutti gli
aspetti, questo nuovo sgambetto alla Costituzione sarebbe
un’ulteriore vergogna imposta al paese dal governo golpista.
La direzione del PT/Partito dei lavoratori e i suoi gruppi
nel Congresso Nazionale affermano che il governo golpista non è
realmente preoccupato per la sicurezza della popolazione, ma solo
per la sua sopravvivenza politica. Il popolo brasiliano,
soprattutto la popolazione più povera, esige e merita la
partecipazione responsabile del governo federale nella sicurezza
pubblica, con programmi solidi e politiche efficaci, ma respinge
azioni pirotecniche dagli effetti meramente propagandistici.
Gleisi Hoffmann,
presidente nazionale del PT
Paulo Pimenta,
capogruppo del PT alla Camera dei deputati
Lindbergh Farias,
capogruppo del
PT al Senato Federale
Traduzioni e introduzione di Teresa Isenburg
|
Latinoamerica-online.it a
cura di Nicoletta Manuzzato |