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Brasile, Lula ringrazia per l’appoggio di massa ricevuto Per chi volesse farsi una idea chiara e immediata della situazione di eversione della legalità che si è installata in Brasile dopo il colpo di Stato parlamentare del 30 agosto 2016 è illuminante guardare il video della deposizione dell’ex presidente Luis Inácio Lula da Silva al dr. Sérgio Moro del tribunale di Curitiba del 10 maggio 2017, nella parte in cui Lula svolge considerazioni finali. Si trova su tutti i blog (ad esempio: http://www.vermelho.org.br/ https://www.conversaafiada.com.br/ www.cartamaior.com.br/ ).Non c’è bisogno di sapere il portoghese, le immagini parlano da sole: camera fissa puntata sul deponente, voce del dr. Moro che, senza volto, “dal cielo” interviene interrompendo in continuazione Lula, ripetendo che le cose di cui parla sono “fuori tema”, come se si fosse alla scuola elementare. Fa bene il dr. Moro a non mostrare il proprio volto, è metodo tradizionale di chi ha qualche cosa da nascondere. Ha fatto bene il Supremo Tribunale di Giustizia a vietare altro tipo di ripresa, è la firma dell’azione anticostituzionale ed eversiva, che aggira il diritto della difesa. Che nella società della comunicazione di questo 2017 si utilizzino i mass media in questo modo, con un livello di manipolazione così primitivo, farebbe sorridere, se non si fosse in una situazione gravemente seria. “Mani pulite” che tanto, fino ad un certo momento, piaceva citare al dr. Moro e ai procuratori di Curitiba aveva una trasmissione in diretta a tutto campo di tutti i momenti processuali quasi un quarto di secolo fa. Nell’intervento finale Lula ha rivendicato il suo governo per le riforma importanti fatte nel settore della giustizia, inclusi gli strumenti per reprimere la corruzione, anche in campo politico. Ha poi dichiarato con forza come responsabilità diretta del dr. Moro e dei procuratori di avere promosso una persecuzione politica che dura da due anni attraverso la pilotata fuga di notizie raccolte in modo intenzionale dal mass media e la totale assenza di prove. “Mi si presenti una prova e mi si giudichi in base ad esse”. Un intervento chiaro di denuncia del processo politico e della responsabilità diretta dei soggetti sopra ricordati. (T.I.)
Dopo la deposizione davanti al dottor Sérgio Moro, l’ex
presidente Lula ha preso parte a un atto pubblico in suo appoggio
nella piazza che riuniva decine di migliaia di persone provenienti
da quasi tutti gli Stati brasiliani. Ha affermato che quella era la
più importante manifestazione alla quale avesse mai partecipato
perché lì stavano persone che avevano fiducia in lui. Mai avrei immaginato che diversi autobus partissero da vari Stati del Brasile per seguire ciò che è accaduto oggi a Curitiba. Ho già partecipato a manifestazioni di tutti i tipi e di tutte le quantità possibili, ma nessuna è stata così importante come questa, quando si vede che si può avere fiducia in voi, che non credete in quello che mi stanno facendo. Oggi, nella deposizione, ho detto che il solo Telegiornale Nazionale ha trasmesso 18 ore di servizi negativi contro Lula, pari al tempo di 12 partite fra il Real Madrid e il Barcellona, nel tentativo che io fossi massacrato prima del giorno di questa deposizione. La mia relazione con voi è diversa da quella di un politico comune con l’elettore. La mia relazione è di compagni di un progetto di paese, di costruzione di un Brasile civilizzato. Ci sono molti giovani qui. Perché la mia relazione è cominciata con i vostri nonni, poi con i vostri genitori e adesso continua con voi. Voglio ringraziare ogni persona che è qui. Ci sarà un momento in cui la Storia mostrerà che “mai prima nella storia di questo paese” qualcuno è stato tanto perseguitato, con tanta insistenza. Voglio rimanere vivo per vedere questo momento. Devo stare attento a quello che dico, perché loro prendono nota di tutto quello che dico per usarlo contro di me. Se un giorno ho fatto un errore voglio essere giudicato non solo dalla Giustizia, ma soprattutto dal popolo brasiliano. Oggi pensavo che i miei accusatori avrebbero mostrato qualche cosa, qualche pezzo di carta, documenti, che dicessero che l’appartamento è mio, ma non hanno mostrato nulla. Quello che hanno fatto è stato di chiedere se conoscevo Pinheiro e altre persone. Voglio essere giudicato con prove. Volevo dire ai più vecchi, ai più giovani: guardatemi negli occhi. Quando chiesi di trasmettere al vivo era perché mia madre – che nacque e morì analfabeta - diceva: “Lula, la gente sa quando qualcuno dice la verità non dalla bocca, ma dagli occhi”. Per questo volevo la trasmissione al vivo, per mostrare i miei a voi e provare che stavo dicendo la verità. E non sarei degno di questo affetto se avessi qualche colpa. Farò tutte le deposizioni che saranno necessarie, perché se c’è qualcuno alla ricerca della verità, quello sono io. Ho cinque figli e otto nipoti. Ho detto loro (ai miei accusatori) voi non rispettate neppure un bambino di quattro anni che frequenta la scuole e subisce bulling a sentir dire che il suo nonno è un bandito. Nel mio nome e in quello del mio partito, in nome dei movimenti sociali, in nome del PCdB, in nome dei sindacati dico: se un giorno dovessi mentire a voi, preferisco morire. Voglio dirvi: sono vivo e mi preparo ad essere di nuovo candidato a presidente del paese. Non ho mai avuto tanta volontà di fare di più e provare alla élite che è incompetente per aggiustare il paese e che il metallurgico lo aggiusterà. Quello che chiedo in cambio è che mi rispettino. Andiamo alla lotta! Discorso di Lula a Curitiba "La deposizione di Lula ha mostrato chiaramente la sua innocenza" In un’intervista rilasciata la sera del 10 maggio, gli avvocati di Lula hanno affermato che la deposizione di Lula al dr. Sérgio Moro ha messo in chiaro la sua innocenza e il carattere politico del processo contro di lui. La difesa ha detto che il magistrato ha evitato l’oggetto della denuncia, ponendo domande su questioni irrilevanti rispetto all’azione, cioè l’opinione di Lula sul processo del mensalão e la sua valutazione su programmi del suo stesso governo. “Tutto ciò mostra che quanto stava avvenendo lì era illegittimo… Chiaramente si stava cercando di fare una scena politica”, ha dichiarato Cristiano Zanin Martins, ricordando che il processo contro Lula tratta di contratti tra l’appaltatrice OAS e la supposta proprietà di Lula di un triplex (appartamento di copertura) a Guarujá. “Nonostante ciò, oggi il giudice cercò di sapere l’opinione di Lula sul processo del Supremo Tribunale Federale e su politiche pubbliche del suo governo. E evidentemente non competeva all’ex presidente, nel deporre, di essere interrogato in questa direzione. Mostra che ciò che è in discussione non è il triplex, ma l’istituzione Presidenza della Repubblica e il governo che Lula ha fatto dopo essere stato democraticamente eletto”, ha aggiunto. “Dunque, da quando una persona che è lì per difendersi deve dare una opinione su un processo già concluso della Suprema Corte brasiliana? Questo non ha alcun senso”, ha criticato, riferendosi alla domanda del dr. Moro sull’Azione 470, che ha riguardato il mensalão. Secondo Zanin, quella che si è vista a Curitiba è stata una scena di “persecuzione politica”, la pratica del lawfare, “che mette in pericolo la democrazia e lo stato democratico di diritto”. Secondo lui, nella deposizione “è risultato chiaro che Lula non è, né è stato, proprietario del triplex”, né sapeva o ha partecipato ad alcun atto illecito occorso nella Petrobras. “L’innocenza di Lula è risultata molto chiara nella deposizione, alla luce anche delle 24 udienze precedenti in cui vennero ascoltati 73 testimoni che ne hanno mostrato l’innocenza. Il secondo aspetto che risultò chiaro è stata la natura politica del processo. Viene usato un procedimento giuridico per fini di persecuzione politica”, ha ripetuto Zanin. Secondo José Roberto Batochio, altro avvocato di Lula, dopo “quasi cinque ore di bombardamento di domande” che si ripetevano “fino a due, tre, addirittura sei volte”, il bilancio della deposizione è “prova zero” contro Lula.“Da quasi due anni si indaga sulla proprietà di questo appartamento nell’edificio Solaris. Quando si va al catasto degli immobili in cui l’edificio è immatricolato, il proprietario è la OAS. Quando si va al condominio per verificare chi paga i conti, è la OAS. E la OAS include l’immobile nell’elenco dei suoi beni. Quindi il presidente Lula non può essere proprietario di un immobile che è di proprietà dell’OAS”, ha detto. La deposizione di Lula a Moro si è riferita all’azione in cui egli è accusato di avere ricevuto tangenti “in modo dissimulato”, attraverso “scambio di favori”, specificamente per la ristrutturazione di un appartamento triplex a Guarujá, che il Ministero Pubblico afferma essere di Lula, e per la spesa per il deposito dei beni ricevuti mentre era presidente. “Lungi dai procuratori avere provato qualsivoglia indizio contro Lula, quello che è rimasto dimostrato è che l’appartamento non gli appartiene, mai gli è appartenuto né mai venne utilizzato dall’ex presidente”, ha aggiunto Batochio. E secondo lui il dr. Sérgio Moro quasi non ha posto questioni al riguardo del trasporto e deposito dell’insieme presidenziale di Lula, “perché effettivamente l’accusa è uno sproposito”, secondo la sua valutazione. Secondo gli avvocati, la difesa ha usato tutti gli strumenti giuridici esistenti per paralizzare “arbitrarietà e illegalità contro l’ex presidente e contro lo Stato di diritto”. A loro parere oggi ci si può muovere lungo tre linee: la messa in discussione della competenza territoriale del processo (dal momento che l’edificio in questione e i personaggi coinvolti si trovano a San Paolo); il problema della parità dei mezzi (la difesa vuole avere accesso a tutti i documenti ai quali il Ministero Pubblico Federale e la Petrobras, come assistente dell’accusa, hanno avuto accesso, incluso il tempo necessario per l’analisi degli stessi) e la legittima suspicione nei riguardi del magistrato. Batochio ha colto l’occasione per mettere in discussione i metodi inaugurati dall’Operazione Lava Jato. “Oggi le persone sono arrestate per essere poste sotto indagine, contrariamente a ciò che dice la Costituzione, secondo la quale nessuna persona può essere considerata colpevole prima di essere giudicata. Qui noi arrestiamo per ottenere delazioni: “Vediamo quanto il soggetto sopporta il sistema carcerario”. Questo non è civilizzato. Questo è medioevale. Stiamo regredendo dal punto di vista dell’incivilimento se accettiamo che qualcuno possa essere incarcerato per poi essere sottoposto a indagine, giudicato e forse condannato. Ho sempre imparato che la prigione veniva dopo la sentenza. Oggi viviamo la prigione prima dell’indagine, del giudizio e della sentenza”, ha detto in modo critico. Fonte: Portal Vermelho Introduzione e traduzioni di Teresa Isenburg
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Latinoamerica-online.it a cura di Nicoletta Manuzzato |