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Unità e lotta Mi permetto di inviare due documenti utili per ragionare in questo periodo di avanzata delle destre a tutte le latitudini: un’avanzata che richiede attenzione internazionale e azione di collegamento sovranazionale. Il primo è una nota che informa sulla formazione del Comitato internazionale per la democrazia, per lo Stato di diritto e per un processo giusto e imparziale per l’ex presidente Luis Inácio Lula da Silva. Il secondo è un'analisi di Walter Sorrentino, vicepresidente del PCdB/Partito Comunista del Brasile, sui compiti e le strategie delle forze di sinistra in Brasile in vista delle elezioni politiche dell’ottobre 2018. Un tema e una riflessione, quest’ultima, che ci interessa molto direttamente anche qui in Italia. Il 5 marzo con trasmissione in diretta, fatto inedito, il Supremo Tribunale di Giustizia (STJ) ha negato la richiesta della difesa dell’ex presidente Luis Inácio Lula da Silva di habeas corpus fino al termine del processo contro di lui. Il STJ ritiene che l’esecuzione della pena (12 anni di carcere comminati in assenza di prove) deve avvenire al termine dei ricorsi nel processo di secondo grado. Secondo l’avvocato dell’ex presidente, Sepúlveda Pertence, giurista e già procuratore generale della Repubblica, il STJ ha assunto una posizione "punitiva". Infine segnalo il documentario "O Processo" di Maria Augusta Ramos, che ha avuto un vasto riconoscimento al Festival di Berlino il 21 febbraio e che ricostruisce la deposizione parlamentare illegale della presidente costituzionale Dilma Rousseff. (T.I.) Comitato internazionale di appoggio al presidente Lula e alla democrazia in Brasile (2 marzo 2018) E' stato creato il Comitato internazionale di solidarietà al presidente Lula e per la democrazia in Brasile. Esso riunisce organizzazioni di diversi segmenti sociali, personalità e organizzazioni politiche di vari paesi sotto il coordinamento dell’ex ministro degli Affari internazionali e della Difesa nei governi di Luiz Inácio Lula da Silva e Dilma Rousseff, ambasciatore Celso Amorim. Oltre a esprimere appoggio dell’ex presidente contro la persecuzione giudiziario-mediatica alla quale è sottoposto da mesi e mesi, il Comitato intende promuovere diverse iniziative per attivare un'intensa solidarietà verso il popolo brasiliano nella difesa della democrazia e dello Stato di diritto. Una delle iniziative già in corso è il manifesto "Elezione senza Lula è frode", che ha raggiunto oltre 250.000 firme. Si traduce la nota che comunica la formazione del Comitato. In difesa di Lula e della democrazia in Brasile Lo Stato democratico di diritto in Brasile è violato in modo sistematico e permanente a partire dal golpe parlamentare contro la presidente Dilma Rousseff del 2016, compiuto con l’innegabile partecipazione del potere giudiziario e dei mezzi di comunicazione di massa. Da allora fatti di enorme gravità minacciano di stabilire un regime antidemocratico e repressivo in Brasile, a cominciare dalla politicizzazione sempre più radicale del potere giudiziario, il quale detiene cittadini incarcerati e/o accusati senza formazione di accusa o in assenza di qualsivoglia minima prova, fondando le proprie decisioni solo su delazioni e sulla "convinzione" dei magistrati. La vittima più recente di tale pratica è l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, condannato al carcere in base all’affermazione che egli è proprietario di uno stabile che mai gli è appartenuto e che, inoltre, è stato oggetto di pignoramento da parte della giustizia a nome di altra persona. Come se questo non bastasse,il governo golpista che ha usurpato il potere in Brasile sta prendendo misure che indeboliscono l’incidenza della popolazione nello Stato brasiliano a causa dell’allargamento delle privatizzazioni, comprese le riserve del Pré-Sal, della consegna del patrimonio nazionale al capitale straniero, delle minacce di sottrarre la Banca Centrale al controllo dello Stato, di interferenza nell’autonomia universitaria e della cancellazione dei diritti sindacali fondamentali, così come della violazione della libertà sindacale. L’arbitrio impiantato si accompagna con una serie di violazioni delle garanzie costituzionali essenziali come i diritti civili, politici, sociali e umani in Brasile. In particolare con l’intervento militare a Rio de Janiero che potrà allargarsi ad altre regioni, con la schedatura da parte dei militari di abitanti delle favelas e dei tentativi di emettere mandati di perquisizioni collettivi, con l’aumento dello sterminio della popolazione nera nelle periferie delle nostre città, con iniziative volte ad annullare la lotta al lavoro schiavo nel paese, con la ripetuta criminalizzazione dei movimenti sociali e con l’aumento nelle campagne degli omicidi di lavoratori rurali, indigeni e quilombolas, oltre all’impunità dell’apparato repressivo in generale. Di fronte a questa situazione un gruppo di entità nazionali e di personalità hanno preso l’iniziativa di creare un "Comitato di solidarietà internazionale per il ripristino della democrazia in Brasile" e per il diritto di Lula a un processo giusto e imparziale. E questo in quanto ritengono che far fronte a questa pericolosa situazione brasiliana richieda anche l’appoggio di personalità e organizzazioni del campo politico e sociale di altri paesi. La proposta è di formare un Comitato ampio e plurale di entità e personalità al fine di rafforzare le azioni già esistenti in Brasile e all’estero in difesa della restaurazione della democrazia nel nostro paese, della realizzazione di elezioni libere e democratiche e del diritto del popolo brasiliano di scegliere ed eleggere i propri dirigenti. Gli strumenti per questo scopo dei quali disponiamo in questo momento, oltre alla formazione dello stesso Comitato, è l'aumento delle firme del Manifesto: Elezione senza Lula è frode (www.change.org/lula) e la moltiplicazione di Comitati di solidarietà con il Brasile come quelli che già esistono in alcuni paesi. Si prevede il lancio del Comitato di solidarietà internazionale al Forum Sociale Mondiale a Salvador di Bahia il 15 marzo, presso la Tenda della CUT/Centrale Unica dei Lavoratori alle ore 12. Fonte: sito A Resistência Convergenza e accordi della sinistra Walter Sorrentino* Il Brasile continua nella marcia dell'insensatezza. L’impresa è sotto gli occhi di tutti, con l’abbandono del passato di conquiste e l’alienazione del futuro, in nome di un presente osceno e senza prospettive per il paese e per i lavoratori. Le forze governative sono abbastanza sicure che Lula non continuerà fino alla fine del confronto elettorale e, di fronte alla paralisi della reazione popolare, si concedono due lussi: accomunarsi con la Lava Jato e, come le forze mercenarie nelle guerre moderne, "uccidere uno a uno" i contendenti della sinistra e "dividersi" temporaneamente per la disputa elettorale fra diversi nomi. In realtà basterebbe bloccare Bolsonaro [capo della componente fascista senza se e senza ma] – la cui principale bandiera [la repressione poliziesca razzista e classista] è sotto assedio per l’intervento [delle forze armate in funzione di ordine pubblico] a Rio – perché il secondo turno sia per qualcuno di loro. Ne discendono le pretese di Temer-Meirelles, Maia [presidente della Camera] e Alckmin [governatore dello Stato di San Paolo] di disputare lo stesso spazio di un cosiddetto "riformismo liberale"”, la barzelletta del "centro politico". Con un occhio verso l’appoggio del mercato e l'altro verso l’elettorato, fanno a gara per vedere chi sopravvive come più liberale e più "riformista" (…) Questa è una dimostrazione evidente che sanno che l’agenda politica in corso nel paese non vince in libere elezioni. Ma la sinistra e le forze progressiste? (…) Le sconfitte subite sono terribili, anche se si sono riunite forze significative nella resistenza. E' ora necessario riformulare bandiere di lotta e forme di mobilitazione che raggiungano la maggioranza sociale: certamente la competizione elettorale è una di esse, ma non può essere l’unica. Le controriforme non possono essere sottoposte a voto [parlamentare] fino a quando dura l’intervento [militare] federale a Rio, previsto fino a fine dicembre 2018. Secondo le condizioni, le stesse elezioni [politiche di ottobre 2018] potranno non significare la ricomposizione del patto democratico in cui le urne danno un riconoscimento ai governanti. Difendere elezioni libere e il fronte ampio democratico, inclusa la salvaguardia dei diritti di Lula e della sua candidatura, rimane fondamentale. Così come recuperare la capacità di parlare a tutti i lavoratori, non solo ai settori organizzati. Le elezioni sono certamente un momento culminante per disputare un’altra agenda politica per il paese, presentare al popolo un'uscita dalla crisi, riavviare la crescita economica e l’occupazione, risanare la grave situazione sociale nelle aree di sicurezza pubblica, salute ed educazione e, fondamentalmente, salvaguardare la democrazia e lo Stato democratico di diritto. La disputa elettorale non occupa tuttavia tutto lo spazio d’azione di questo ampio fronte. Occorrono altri movimenti per affrontare la congiuntura. In primo luogo bisogna stabilire convergenze programmatiche tra i partiti di questo campo politico, base per la resistenza e la crescente ripresa di fiducia della maggioranza del popolo. Questa convergenza è già in corso con l'iniziativa delle cinque fondazioni partitiche – PCdoB/Partito Comunista del Brasile, PT/Partito dei Lavoratori, PDT/Partito Democratico del Lavoro, PSB/Partito Socialista Brasiliano e PSoL/Partito Socialismo e Libertà - e si tratta di un fatto inedito nella sinistra brasiliana, per quando incredibile possa sembrare. In secondo luogo urge stabilire un patto politico fra queste forze partitiche e vasti settori progressisti, patriottici e democratici con consultazioni permanenti e organiche. Questo sollecita un dibattito franco fra partecipanti, in modo condiviso (…) Nonostante le esigenze di ciascuna delle forze e delle precandidature [alla presidenza della Repubblica] di definire il proprio luogo politico autonomo, è necessario saper lavorare in modo unitario senza amplificare le demarcazioni politiche. Lula ha un grande ruolo su questo versante, oltre a tenere alta la bandiera e la forza del PT, indispensabile al paese. E' il grande interprete dell’anima e delle aspirazioni del popolo brasiliano e merita la massima solidarietà umana di fronte alle immense aggressioni che gli sono scagliate contro sul piano personale. Ma la responsabilità è di tutti noi, non può essere solo di Lula, sia nel definire il gioco elettorale che nel proclamare la necessità di questo patto politico. E' in queste ore che la sinistra ha bisogno di mostrare unità e inventiva politica. Convergenze programmatiche attorno a un nuovo progetto nazionale di sviluppo e una concertazione è ciò che porterà acqua al mulino elettorale per le nostre forze (…) Il Brasile è in una situazione assolutamente eccezionale. Il popolo è stanco di molte cose, fra le quali la confusione politica che regna nel paese. Il quadro si aggrava, come i dilemmi per le nostre forze. Anche le risposte devono essere eccezionali, di fiducia fra compagni della sinistra e di generosità verso la nazione e il popolo brasiliano. (1/3/2018) *Walter Sorrentino è medico, vicepresidente nazionale del PCdB e componente del coordinamento nazionale del Frente Brasil Popular Fonte: https://renatorabelo.blog.br Traduzioni e introduzioni di Teresa Isenburg
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cura di Nicoletta Manuzzato |