Latinoamerica-online.it |
Brasile, il patrimonio pubblico non è in vendita Di fronte alle iniziative del governo Temer di mettere sul mercato, fra altri beni pubblici, parti dell’Amazzonia e il settore elettrico, in una lettera aperta ad ambasciatori e investitori, senatori e deputati del Parlamento Brasiliano riuniti nel Fronte Popolare Misto per la Difesa della Sovranità Nazionale criticano le privatizzazioni annunciate e affermano che queste misure verranno annullate dal primo Capo di Stato eletto dal voto popolare. E verranno anche sottoposte a severa indagine. Firmano la lettera il senatore Roberto Requião (Pmdb-Paraná), presidente del Fronte, la senatrice Vanessa Grazziotin (PCdB-Amazonas) e i deputati Patrus Ananias (Pt-Minas Gerais), Glauber Braga (Psol-Rio de Janeiro) e Afonso Motta (Pdt-Rio Grande do Sul). Il Fronte, che riunisce in modo trasversale i parlamentari è stato formato il 20 giugno 2017 ed è importante strumento di promozione di iniziative per il ritorno alla legalità e il monitoraggio delle moltissime procedure illegali che transitano in Parlamento dopo l’insediamento di Michel Temer. Si traduce il testo della lettera aperta e del Manifesto sullo stesso tema. (T.I.) Illustri ambasciatori e investitori in Brasile Con questa Lettera Aperta mettiamo in guardia il corpo diplomatico e gli investitori con interessi in Brasile sul rischio di partecipare alle privatizzazioni promosse dall’attuale Governo Federale. Tutte le acquisizioni di beni e servizi pubblici vendute, cedute, concesse o autorizzate – insomma privatizzate - dal governo illegittimo che è installato nella Presidenza della Repubblica del Brasile saranno annullate dal primo Capo di Stato eletto con voto popolare. Attenzione, perché queste privatizzazioni non saranno solo annullate. Saranno anche severamente sottoposte a indagine. Attenzione a quello che sta accadendo in Brasile. Lo stesso rigore che l’Operazione Lava Jato ha introdotto nel sistema investigativo-punitivo brasiliano sarà usato contro tutto quello che il governo illegittimo produce, anche se senza gli eccessi e la parzialità della ricordata Operazione. Sì, chi compra beni e servizi del popolo brasiliano venduti da questo governo, ampiamente e provatamente corrotto, sarà immediatamente considerato sospetto di partecipazione alla corruzione e, in seguito, indagato e punito con fermezza. Non si sottovaluti l’indignazione e l’ira che il popolo brasiliano ha accumulato a causa degli abusi di questo governo illegittimo. Per quattro elezioni consecutive, negli ultimi quindici anni, il popolo brasiliano ha respinto nelle urne qualunque privatizzazione. Fatte da un governo illegittimo disprezzato dal 95% della popolazione, esse significano un’azione controcorrente ancora più grave. Il popolo brasiliano non ha dato mandato all’attuale governo di realizzare alcuna privatizzazione. Non riconosce la validità politica e giuridica della vendita del patrimonio pubblico compiuta dal governo Temer. Peggio: il popolo brasiliano, con piena ragione, sospetta che queste privatizzazioni siano state e siano fatte con frodi, corruzioni, truffe e illegalità. Questo governo, prodotto di un golpe parlamentare, e l’attuale Congresso non hanno una procura per prendere decisioni tanto gravi senza consultare il popolo brasiliano. Quindi l’approvazione da parte del Congresso delle leggi che "formalizzano" queste privatizzazioni non riduce l'illegittimità e l’illegalità del processo. In termini più chiari: la liquidazione del patrimonio pubblico promossa da Michel Temer senza l’accordo del popolo verrà ritenuta da questo stesso popolo come la vendita di merce rubata, pertanto saranno considerati criminali sia il venditore che il compratore. La punizione sarà per tutti e due! La privatizzazione illegittima del patrimonio pubblico brasiliano sarà un pessimo affare per gli acquirenti. Anche se il nostro patrimonio sarà offerto a prezzi molto bassi, sarà un pessimo affare perché proprio questi prezzi saranno essi stessi un’ulteriore prova del crimine. E questo crimine sarà implacabilmente punito. Gli investitori che suborneranno membri dell’esecutivo, parlamentari o giudici per approvare o "legalizzare" queste privatizzazioni fraudolente staranno buttando il proprio denaro nella pattumiera e potranno anche essere puniti con pene detentive. Il primo governo legittimo eletto nel paese promuoverà un referendum revocativo di tutte le privatizzazioni. Esse saranno annullate, perché sappiamo ciò che il nostro popolo pensa al riguardo. Il denaro speso per esse sarà restituito solo dopo indagini che analizzeranno ogni caso e solo se non vi sarà stato alcun tipo di corruzione. Dopo questa Lettera Aperta, nessuno potrà addurre ignoranza al riguardo dell’illegalità, dell'illegittimità e delle conseguenze per avere comprato beni del popolo brasiliano. La giustizia non è ancora arrivata, ma arriverà. La pazienza del popolo è già alla fine! Non commettete quest’atto temerario! Senatore Roberto Requião, senatrice Vanessa Grazziotin, deputati Patrus Ananias, Glauber Braga, Afonso Motta. Brasilia, agosto 2017
Manifesto di Avviso del Fronte Parlamentare Misto in Difesa della Sovranità Nazionale ai Poteri Esecutivo, Giudiziario e Legislativo del Brasile, al Ministero Pubblico Federale, alle Nazioni Unite, al Tribunale Internazionale di Giustizia, all’Organizzazione degli Stati Americani, alle Nazioni straniere con rappresentanza nel nostro paese, al mercato nazionale e globale, ai mezzi di comunicazione interni ed esteri. Che tutti sappiano e, consapevoli, ne assumano le conseguenze: 1) L’attuale governo brasiliano è ripudiato dal 95% della popolazione, un indice di rigetto mai registrato nella nostra storia. Inoltre: il 97% dei brasiliani vuole che il presidente della Repubblica sia giudicato per corruzione attiva. Allo stesso modo i principali operatori dell’amministrazione dell’Unione, così come i suoi leader nel Congresso Nazionale, sono bersaglio dell’Operazione Lava Jato e di altre indagini. 2) Ragione per cui la legittimità delle decisioni dell’amministrazione pubblica federale è contestata giuridicamente, moralmente, eticamente. 3) L’estinzione della Riserva Nazionale del Rame e Associati in Amazzonia, che mette a disposizione del mercato globale favolose ricchezze minerarie; la vendita di terre, senza limite di estensione, a stranieri; la vendita del patrimonio pubblico nazionale, nelle aree dell'energia elettrica, del petrolio e dell'infrastruttura aeroportuale, misure da poco annunciate, attaccano gravemente gli obiettivi nazionali permanenti definiti dalla nostra Costituzione, mettono a rischio la sicurezza nazionale e impediscono il conseguimento del progetto di costruzione dello Stato-Nazione brasiliano. 4) Quindi tutte le imprese e tutti i paesi che prendono parte a questo processo di spoliazione del patrimonio brasiliano si considerino avvisate: l’attuale governo non ha la legittimità per violare la ricchissima biodiversità dell’Amazzonia e regalare le ricchezze del suo suolo. 5) Di conseguenza, se qualcuna di queste misure verrà realizzata ricorreremo a un referendum revocativo per annullare decreti, circolari, legislazioni, ristabilendo il diritto dei brasiliani sul suo territorio, sullo spazio aereo, sul mare territoriale, sulle foreste, sulle ricchezze minerarie, sulla produzione e distribuzione di energia elettrica, sul petrolio, in particolare le riserve nello strato del pré-sal. 6) Il diritto brasiliano e la giurisprudenza acquisita a partire dalle decisioni dei nostri Tribunali Superiori sono molto chiari sulla prevalenza dell’interesse pubblico sui diritti acquisiti. 7) Non vi è quindi alcuna sicurezza giuridica, alcuna garanzia per quanti decidessero di approfittare di un governo illegittimo per appropriarsi del sacro patrimonio dei brasiliani. 8) Il fatto che le imprese minerarie internazionali, specialmente le canadesi, abbiano avuto conoscenza anticipata dell’assalto alla Riserva Nazionale del Rame è della massima gravità e intendiamo indagare chi siano stati i responsabili di questa indiscrezione, per promuovere le misure legali conformi. 9) Parallelamente il Fronte Parlamentare Misto in Difesa della Sovranità, che riunisce 201 deputati federali e 18 senatori, intende unirsi ad altre organizzazioni della società brasiliana per impedire, attraverso mobilitazioni popolari e giudiziarie, la distruzione di un solo centimetro dell’Amazzonia, così come per evitare la vendita di terre, del sistema elettrico, l’alienazione del pré-sal, dello spazio aereo e marittimo, dell’infrastruttura aeroportuale. E' l’avviso che facciamo. Rispettate il Brasile! Togliete le vostre mani dall’Amazzonia, dai nostri minerali, dalla nostra energia e dal nostro petrolio! Stando così le cose, i firmatari di questo avviso si impegnano a lavorare per la realizzazione del referendum revocativo di tutte le arbitrarietà citate, non appena la legittimità dei mandati popolari sarà ristabilita in Brasile. Senatore Roberto Requião, deputati Patrus Ananias, Glauber Braga, Afonso Motta. Brasilia, agosto 2017 Fonte: Rede Brasil Atual Introduzione e traduzione di Teresa Isenburg
|
Latinoamerica-online.it a cura di Nicoletta Manuzzato |