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Brasile, terrorismo giuridico-giudiziario

Che il progetto ideologico della élite golpista fosse di organizzare uno Stato d'eccezione era risultato evidente fin dalla prima azione pubblica da essa compiuta con il sequestro dell'ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva il 4 marzo 2016: trasferimento coatto in assenza di previa comunicazione giudiziaria e di formulazione d'accusa. La forte reazione popolare e di alcuni settori istituzionali impedì il coronamento del sequestro con l'incarcerazione. Per via ilegittima e illegale l'élite golpista ha occupato il potere con una figura di rappresentanza il 31 agosto 2016, deponendo con procedure anticostituzionali la presidente legittima Dilma Rousseff. Nelle ultime settimane, per i motivi esposti nell'articolo di Jefferson Miola sotto riportato, le pratiche d'eccezione si moltiplicano.

L'attuale bersaglio sono le università federali pubbliche: a inizio ottobre il rettore dell'Università Federale di Santa Caterina/UFSC è stato arrestato e incarcerato con trasferimento coatto senza previa comunicazione giudiziaria né capi di imputazione. L'operazione ha prodotto il suicidio del rettore Luiz Carlos Cancellier come atto di protesta per l'umiliante abuso subito. Il 6 dicembre 2017 la stessa operazione, con polizia federale armata e in parte a viso coperto (!), è stata compiuta contro il rettore e la dirigenza dell'Università Federale di Minas Gerais/UFMG con l'accusa di avere deviato fondi del Memoriale dell'Amnistia. Operazione d'eccezione dal punto di vista procedurale e provocatoria dal punto di vista politico: nome dell'operazione Esperança Equilibrista, dal testo della canzone del 1979 per il ritorno degli esiliati della dittatura militare O Bebado e a Equilibrista. Il compositore João Bosco ha diffidato dall'usare parole delle sue canzoni per interventi autoritari. Prendendo la parola l'11 dicembre 2017 davanti alla Commissione straordinaria delle Donne dell'Assemblea Legislativa di Minas Gerais, la presidente costituzionale Dilma Rousseff ha fatto una dichiarazione che aiuta a capire il momento attuale (e non solo in Brasile). Parlando dell'impeachment Dilma ha affermato: "Non hanno fatto un golpe per finirla lì, ma per continuare. La sorpresa è che le conseguenze politiche non sono state quelle attese. Politicamente la mia uscita ha prodotto la distruzione del PSDB/Partito della socialdemocrazia brasiliana (partito di opposizione al governo di centro sinistra e beneficiario del golpe) e l'emergere dell'estrema destra. Questi due fatti erano inattesi. Non erano previsti dal menu. Quello che era previsto era la distruzione del PT/Partito dei lavoratori e del presidente Lula. Volevano che non mettessimo più fuori la testa. E' stato un autoinganno".

Si traduce un articolo sulla nuova fase di attacco giudiziario a Lula e la Dichiarazione della II Conferenza nazionale del Fronte Brasile Popolare, importante coordinamento trasversale di sindacati, partiti e movimenti sociali. Quest'ultima risulterà di un linguaggio poco familiare alla formale e distratta espressione politica europea, ma coglie problemi nodali del difficilissimo momento brasiliano. (T.I.)

L'anticipazione del giudizio di Lula è la quintessenza del regime d'eccezione

Jefferson Miola 

La decisione di accelerare la seconda istanza del processo dell'ex presidente Lula è la quintessenza del regime d'eccezione e del terrorismo giuridico-giudiziario instaurato in Brasile. Il processo di Lula avrà uno svolgimento totalmente eccezionale, molto più rapido del ritmo normale di giudizio del Tribunale Regionale Fedeale della 4a Regione (TRF 4), che in media richiede 14,5 mesi per emanare sentenze di secondo grado. L'ex presidente Lula, invece, sarà giudicato nel tempo record di soli cinque (5) mesi. E' una decisione arbitraria che ha motiviazioni esclusivamente politiche.

L'accelerazione del processo mette in luce la macchinazione processuale operata nel contesto del cosiddetto "diritto penale contro i nemici", opposto al "diritto penale del cittadino". La violenza contro il "reo-nemico" è pesante: sospensione dei diritti e delle garanzie legali e processuali; condanna previa, senza prove e basata su "convinzioni"; estremo soggettivismo di investigatori (polizia federale), procuratori e giudici, tutto completato da un brutale e ininterrotto massacro mediatico, in cui la Rete Globo occupa un posto privilegiato.

Il regime d'eccezione anticipa la condanna di Lula al fine di rendere impossibile la sua candidatura presidenziale per il 2018, prevista come imbattibile in qualsiasi proiezione e contro qualunque opzione elettorale testata dalla classe dominante fino ad ora. Questo gioco d'azzardo giuridico-giudiziario è il contrappeso dell'oligarchia golpista all'incapacità di evitare l'elezione dell'ex presidente Lula nelle urne. L'oligarchia, con questo golpe dentro al golpe, cerca di garantire la continuità del colpo di Stato e delle politiche anti-popolo e anti-Nazione che stanno devastando e colonizzazndo il paese. Lula, infatti, ha la credibilità politica e morale per ripristinare la democrazia e lo Stato di Diritto e per dare inizio alla ricostruzione economica e sociale del Brasile.

La messa al bando di Lula, se consumata, potrà sprofondare il paese in un clima di instabilità e conflitto sociale di dimensioni impensabili. Qualunque sia il risultato di un'elezione truffata, non sarà mai accettato dal popolo brasiliano. L'oligarchia golpista ha dimostrato a iosa che, in uno scenario di maggiore illegalità e illegittimità del regime, non esiterà nell'adottare le misure autoritarie e antidemocratiche necessarie per mantenersi al potere. La guerra contro Lula è la guerra contro il popolo e contro l'ideale di una nazione giusta, sovrana e democratica. Questa guerra, a quanto sembra, è lontana dal giungere alla fine.

P.S. La data fissata per l'udienza è il 24 gennaio 2018: il giorno, a distanza di un anno, in cui Dona Marisa, sposa di Lula, è stata colpita deal'ictus che l'ha uccisa. Ictus con ogni probabilità determinato da stress, stress causato con ogni probabilità da persecuzione giudiziaria e mediatica in assenza di prove.

Fonte: https://www.facebook.com/jefmiola/posts/361716204238360 14/12/2017

Dichiarazione politica della II Conferenza nazionale del Fronte Brasile Popolare

Riuniti a San Paolo il 9 e 10 dicembre 2017 nella II Conferenza nazionale del Fronte Brasile Popolare, 350 militanti di diversi spazi organizzativi hanno discusso sulla crisi brasiliana e aggiornato i compiti politici della forze democratiche e popolari.

Sul piano internazionale la grave crisi del sistema capitalista, la decadenza della globalizzazione neoliberista e la ricollocazione di Cina e Russia nella geopolitica globale hanno posto le basi per la formazione di un quadro multipolare del sistema delle nazioni. L'imperialismo statunitense reagisce a questa situazione attraverso una politica di sfruttamento delle nazioni sottosviluppate, interferendo nella sovranità e nella democrazia di questi paesi, come nei casi attuali di Venezuela e Honduras.

E' in questo contesto che si inserisce la crisi brasiliana. Il golpe patrocinato dalle forze reazionarie ha rotto l'ordine democratco, favorendo l'applicazione di un programma di restaurazione del neoliberismo. Il quadro si aggrava con l'approfondirsi della disoccupazione e delle disuguaglianze sociali. La scalata della violenza che colpisce principalmente gioventù, popolazione nera, lgbt e donne diffonde disperazione fra il popolo brasiliano. L'attacco all'autonomia delle università pubbliche attraverso l'intervento poliziesco è un ulteriore capitolo di questa nuova situazione politica in cui vive il nostro paese.

I golpisti hanno l'obiettivo di riallineare il Brasile agli interessi geopolitici degli Stati Uniti, rialimentare i tassi di profitto dei capitalisti ponendo fine ai diritti storici della classe lavoratrice e appropriarsi delle risorse naturali come nel caso del petrolio dello strato del pré-sal. Non per nulla questo consorzio di forze antinazionali ha già imposto l'approvazione della Pec/Proposta di emendamento costituzionale delle spese, che taglia drasticamente il bilancio di aree essenziali per il popolo come salute e educazione. L'approvazione della riforma del lavoro, le politiche di privatizzazione della Petrobrás e della Eletrobrás, così come la distruzione del parco industriale, dimostrano che l'obiettivo è smantellare lo Stato brasiliano e ferire a morte la sovranità nazionale.

Per raggiungere i suoi obiettivi il movimento golpista promuove la rottura del patto costituzionale del 1988, buttando alle ortiche diritti sociali, politici e civili. Conquiste civilizzatrici come il diritto alla presunzione di innocenza, l'ampio diritto di difesa e il regolare processo legale sono sotto brutale attacco. In questo modo si pongono le basi di un regime d'eccezione.

Per capovolgere questa situazione le forze patriottiche, sostenute da un ampio movimento di massa e da un governo democratico e popolare, dovranno condurre una duratura lotta politica in grado di creare una correlazione di forze favorevoli all'opportuna convocazione di un'Assemblea Nazionale Costituente che costruisca una nuova istituzionalità per lo Stato brasiliano, ristabilisca la democrazia e favorisca il progredire del Progetto nazionale, democratico e popolare.

Il Fronte Brasile Popolare ritiene che in presenza dell'avanzare delle restaurazione neoliberista la costruzione dell'unità delle forze democratiche, nazionali e popolari è necessità storica. In gioco c'è la sovranità nazionale e il ripristino della democrazia. Non risparmieremo sforzi per contenere e sconfiggere l'avanzare del programma neoliberista e reazionario attraverso la lotta di massa. Il Brasile attraversa una crisi che concerne il suo destino e che solo sarà risolta quando avanzeremo nella costruzione di una strategia di potere radicata in un Progetto di Nazione. Si tratta di mettere di nuovo lo sviluppo nazionale e le riforme strutturali al centro della lotta politica. Questo esige una forza sociale di massa che garantisca l'egemonia delle forze popolari. E' quindi fondamentle che il Fronte Brasile Popolare continui ad aggregare attorno al dibattito programmatico.

Un Progetto Nazionale non si costruisce con l'egemonismo. Il Fronte Brasile Popolare deve essere uno spazio aperto ai diversi contributi del campo democratico e popolare. L'iniziativa di costruire il Progetto Brasile Popolare dimostra che il primo passo è fare uno sforzo di sintesi di quanto accumulato all'interno delle forze popolari. Riprendere il dibattito di progetto di nazione non è semplice esercizio accademico, ma una necessità storica che esige la conoscenza delle specificità della realtà brasiliana, la ripresa della lotta di massa e il dibattito con il popolo brasiliano. In presenza della necessità di dare continuità all'accumulazione programmatica e di prepararci per la battaglia elettorale del 2018, il Fronte Brasile Popolare deva avere maggior radicamento sociale.

A questo fine faremo una grande mutua cooperazione (mutirão) di lavoro di base utilizzando una metodologia di educazione popolare su tutto il territorio nazionale che culminerà nel Congresso del Popolo. Politicizzare il processo elettorale attorno alla necessità di un progetto di nazione e avanzare nel radicamento del Fronte Brasile Popolare sono le mete di sintesi del Congresso del Popolo. Sarà certamente un ricco processo di partecipazione popolare che coinvolgerà partiti, movimenti popolari, intellettuali, artisti ecc.

Il Fronte Brasile Popolare valuta che questo processo di partecipazione popolare sarà potenziato se riusciremo a garantire il diritto di Lula ad essere candidato alla presidenza della Repubblica. Difendere il diritto di Lula ad essere candidato è difendere la democrazia e dare un importante passo avanti per la sconfitta del golpe. I nemici del popolo non tollerano la leadership di Lula e sono capaci di tutto per evitare il suo ritorno alla presidenza della Repubblica. Per questo non scartiamo la farsa del golpe dentro al golpe attraverso il cammino dei settori reazionari del potere giudiziario, del parlamentarismo o del semipresidencialismo.

Il successo di questa costruzione passa dunque dalla sconfitta dei golpisti nelle urne e nelle strade. Il Fronte Brasile Popolare, in modo unitario, dialogherà con le candidature del campo democratico impegnate con questi vincoli. Senza garantire la sovranità nazionale e senza ristabilire la democrazia non sarà possibile un'uscita popolare dalla crisi brasiliana.

La II Conferenza nazionale del Fronte Brasile Popolare sa ciò che è in gioco in questo momento e porta un messaggio di lotta e di speranza per il popolo brasiliano. Nonostante la gravità della crisi abbiamo la certezza che il Brasile può ritrovare il proprio cammino. Il nostro popolo ha capacità di lotta e merita di vivere in un paese degno, sovrano e democratico.

Resisteremo e vinceremo!

San Paolo, 10 dicembre 2017

P.S. Domenica 10 dicembre a San Paolo, nella grande piazza Largo da Batata, per festeggiare i vent'anni del Movimento dei Lavoratori Senza Tetto/MTST di cui è coordinatore Guilhermo Boulos, Caetano Veloso ha tenuto un concerto (che qualche settimana fa la polizia aveva proibito) di solidarietà con il grande accampamento dei senza tetto di 6000 famiglie a São Bernardo do Campo (SP), con 30.000 persone che hanno scandito lungamente "Fora Temer".

Fonte: www.frentebrasilpopular.org.br

Traduzioni e introduzione di Teresa Isenburg

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato