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Brasile, legittimo/illegittimo

Desidero in modo succinto e anche schematico trasmettere alcune informazioni di inquadramento degli accadimenti istituzionali del 24 aprile e giorni seguenti in Brasile, accadimenti dei quali anche la stampa internazionale ha dato notizia. Come noto è da oltre quattro anni (cioè da marzo 2016) che il Brasile vive un processo di eversione anticostituzionale approdato alla degradata situazione attuale, che concerne in particolare l’esecutivo federale. E' bene avere sempre presente che in questo quadro grave, fra i protagonisti di primo piano solo la presidente Dilma Rousseff rimane un soggetto legittimo. Tra l’altro la sua deposizione continua a rimanere sospesa nei corridoi poco ossigenati degli alti tribunali. Il signor Temer ha occupato in modo illegittimo la più alta carica della Repubblica in quanto già condannato per vari reati comuni; l’attuale inquilino del Palaço da Alvorada ha raggiunto quel luogo in seguito a eversioni gravissime per eliminare un suo competitore; il signor Sérgio Moro, già giudice e ministro della Giustizia, è stato l’esecutore materiale, insieme ad altri servitori infedeli dello Stato nel potere giudiziario, degli atti che hanno calpestato la Costituzione del 1988 e manipolato brutalmente le procedure giudiziarie per fini illegittimi personali e di potere, nazionali e internazionali, nebbiosi.

Il 24 aprile il signor Sérgio Moro ha, in una conferenza stampa, reso note le sue dimissioni motivandole con pressioni da parte del signor Bolsonaro. Nel pomeriggio del 24 aprile quest’ultimo ha mandato in onda un pronunciamento per rispondere a quanto affermato da Moro: 45 minuti di parole (ma ha dimenticato di presentare le dimissioni, ha commentato con ironia qualcuno!) circondato da tutto il governo comandato a presentarsi in blocco. Due discorsi di riferimenti diretti e indiretti a fatti personali e oscuri, lontani da qualsivoglia decoro o interesse della nazione. La crisi istituzionale è evidentemente enorme, data la gravità delle dichiarazioni che ricadono sotto i codici.

Traduco un breve testo tratto dal sito ConJur/Consultor Jurídico che riassume in modo sobrio la situazione dal punto di vista giuridico. Quello che sarà lo sviluppo politico si vedrà nel prossimo futuro. Personalmente mi permetto di notare che vedere Moro, l’eversore premiato, a capo della giustizia e della polizia era ogni volta urtante. Il principale problema politico in questo momento è il fatto che la pandemia impedisce di scendere in piazza. I cittadini e le cittadine non hanno altro strumento, nei momenti di crisi profonda, se non scendere in piazza, ancora e ancora, per spingere i settori sani delle istituzioni e degli organismi rappresentativi ad agire per applicare, subito, i dettati costituzionali che sono chiari e anche semplici. Essere confinati in casa in questo momento è politicamente pesante.

Come ha detto Lula, "Bolsonaro è creatura di Moro e i due sono banditi". E questo basta. (T.I. 26/4/2020)

La crisi che ha portato all’uscita di Moro dal Ministero della Giustizia

Rafa Santos

La serie di conflitti nel governo Bolsonaro che è culminata nell’uscita di Sérgio Moro dal Ministero della Giustizia e della Sicurezza pubblica ha aspetti giuridici la cui portata non è completamente definita.

L’origine dei conflitti si trova nella sostituzione del direttore generale della Polizia Federale, Mauricío Valeixo, annunciata dal presidente Jair Bolsonaro. Nel dimettersi, l’ex giudice della Lava Jato ha fatto i suoi primi spari pesanti contro il governo del suo ex capo.

"Il presidente mi disse che era preoccupato per le indagini nel Supremo Tribunale Federale/STF e che la sostituzione era opportuna per questo motivo, ciò che crea una grande preoccupazione", ha detto Moro annunciado la sua uscita il 24/4.

Le dimissioni e le dichiarazioni di Moro hanno avuto un forte impatto nella comunità giuridica. Il presidente nazionale dell’Ordine degli avvocati del Brasile/OAB, Felipe Santa Cruz, ha annunciato che l’ordine verificherà le implicazioni giuridiche delle accuse fatte da Moro. "Sono state molto gravi le dichiarazioni del ministro Sérgio Moro nel comunicare le sue dimissioni, indicando possibili crimini da parte del presidente della Repubblica. Ho sollecitato alla Commissione di studi costituzionali della OAB un esame dettagliato del pronunciamento e delle sue implicazioni giuridiche. E' disdicevole che, il giorno successivo a quello in cui il paese ha registrato oltre 400 morti per la pandemia, ci si trovi in mezzo a una nuova crisi patrocinata dal governo", ha affermato Santa Cruz.

Specialisti consultati da ConJur affermano che Bolsonaro può essere oggetto di impeachment e azione penale per interferenza nella Polizia Federale. Lo sviluppo più importante dell’uscita di Moro fino a questo momento è venuto dalla Procura Generale della Repubblica. Il procuratore generale Augusto Aras ha chiesto al Supremo/STF, sempre venerdì 24, l’apertura di un'inchiesta per verificare i fatti indicati e le dichiarazioni dell’ex giudice.

"Una volta istituita l’inchiesta, e con la certezza della diligenza della polizia per la non omissione di elementi probatori, il procuratore generale della Repubblica si riserva di seguirne la verifica e, se del caso, di presentare denuncia", dice un passaggio della richiesta.

Frase della settimana: "Quando si comincia a invadere incarichi tecnici di polizia con questioni politico-partitiche, il risultato non è buono per la corporazione (…) Il problema non è chi entra (nella PF), ma perché entra. Il problema è cambiare il comando e permettere che ci sia influenza politica nell’ambito della PF", parole di Moro nell’elencare uno dei motivi delle sue dimissioni.

Fonte: ConJur, 25/4/2020

Testo e traduzione di Teresa Isenburg

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a cura di Nicoletta Manuzzato