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La quarta carovana dell'ex presidente Lula Lula ha realizzato la quarta carovana in autobus attraverso il Brasile fra lunedì 19 e mercoledì 28 marzo, visitando 19 città dei tre Stati della regione Sud del Brasile, Rio Grande do Sul, Santa Catarina e Paraná. È questa la quarta tappa del progetto “Lula per il Brasile”, che già ha percorso il Nordeste e il Sudeste della Federazione, oltre a una giornata in Minas Gerais. È la regione in cui è nato e si è inizialmente consolidato il MST/Movimento dei contadini senza terra e dove, a Curitiba, opera da quattro anni il gruppo di lavoro di procuratori e magistrati della Operazione Lava Jato. È in quest’area che ha la sua base il precandidato alla presidenza Jair Bolsonaro, espressione del proto fascismo che alza la testa anche a sud dell’Equatore. Non stupisce quindi che la carovana sia stata oggetto di parecchie aggressioni fisiche da parte di gruppi di facinorosi, fino a quello che può senza esagerazione essere qualificato come attentato all’ex presidente con spari di arma da fuoco. L’esplosione di aggressioni dirette contro politici e nel corso di manifestaioni caratterizza lo scenario del paese con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali previste per il 18 ottobre. In questo contesto si colloca l’assassinio di Marielle Franco il 14 marzo a Rio de Janeiro. La situazione di tensione è accresciuta dal perpetrarsi dell’agire del potere giudiziario con finalità esplicitamente politiche e procedure assai preoccupanti, insieme alla brutalità quotidiana delle polizie. Ininterrotta è l’istigazione all’odio dei mezzi di comunicazione di massa monopolistici. Per informare sull’attentato alla carovana e sul comizio conclusivo della carovana stessa si traduce un articolo della BBC Brasile, fedele al taglio informativo e puntuale del giornalismo britannico di buona qualità. Per ulteriori informazioni e foto si vedano i molti blog del vasto arcipelago brasliano, da Brasil de Fato a Vermelho a Brasil 247 o Carta Maior. (T.I.) *La BBC Brasile in portoghese ha iniziato il suo servizio via radio in onde corte il 14 marzo 1938. La prima notizia è stata “Il signor Hitler è entrato questa sera a Vienna”. Il mondo era sulla strada della guerra. Le trasmissioni, tecnicamente aggiornate, continuano fino ad oggi. (T.I.) Lula chiude la carovana a Curitiba Júlia Dias Carneiro, inviata della BBC Brasil a Curitiba Poche ore dopo l’arrivo della carovana dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva a Curitiba, ancora sotto lo choc per l’attacco che raggiunse con almeno tre tiri due pulmini della comitiva (vedi oltre), l’atmosfera era tesa in quella che avrebbe dovuto essere la festa di conclusione della tournée nella regione Sud del precandidato del PT/Partito dei Lavoratori. Nel comizio i messaggi di scommessa su Lula eletto presidente nel 2018 condividevano lo spazio con accuse contro gli aggressori. Un grande manifesto appeso nella Piazza Santos Andrade recitava: “Qui non è Bagé”, con riferimento alle proteste con le quali la carovana era stata ricevuta, alcuni giorni prima, nella città gaucha. Lì agrari e manifestanti avevano bloccato il passaggio della comitiva con camion e trattori, preannuncio dei successivi episodi di ostilità che si sarebbero dati nei giorni seguenti. Nel viaggio nella regione, iniziato a Rio Grande do Sul, continuato a Santa Catarina e concluso in Paraná, la carovana di Lula ha ricevuto lancio di uova e di sassi e vi sono stati momenti di confronto fra manifestanti anti Lula e militanti del PT. A Curitiba Lula è salito sul palco della piazza circa alle 20 (del 28 marzo) e ha ascoltato gli ultimi discorsi della lunga lista di compagni di partito e sostenitori, dall'ex presidente Dilma Rousseff alla senatrice Gleisi Hoffmann, presidente del PT, a Manuela D’Avila e Guilherme Boulos, precandidati alla presidenza rispettivamente per il PCdB/Partito Comunista del Brasile e del PSOL/Partito del Socialismo e della Libertà. L’ex presidente ha illustrato, uno per uno, i casi di aggressione subiti nel corso della carovana del Sud, come a Chapecó, in Santa Catarina, dove i manifestanti “non volevano che entrassimo in città, poi hanno minacciato con razzi, poi hanno minacciato di occupare la pista dell’aeroporto, hanno accerchiato l’albergo e non volevano che si andasse in piazza”. “Non so chi è questa gente, so solo che non sono democratici. Sono più che altro parafascisti o nazisti. Tutto, tranne che democratici”, ha aggiunto. Ha accusato la stampa di essere stata connivente con gli attacchi e di incitare all’odio attraverso la copertura diffamatoria contro di lui, incluse “60 ore del Journal Nacional” (della TV Globo) e “70 prime pagine di riviste” dedicate a “parlar male” di lui. “Loro non si rassegnano al fatto che quanto più parlano male di me, tanto più io salgo nei sondaggi”, ha continuato fra gli appalusi. Mentre Lula parlava, una pentola solitaria era percossa con veemenza in lontananza, da uno degli edifici sul lato opposto della piazza, con bandiere del Brasile appese alla finestra. Quando dagli stessi edifici qualcuno ha lanciato razzi, Lula ha invitato a tenerli da conto per la sua festa di insediamento del 1° gennaio (2019), un discorso di conferma della sua candidatura nel 2018. Nonostante la condanna di Lula in seconda istanza sia stata confermata dal TRF-4/Tribunale regionale federale, l’ex presidente ha detto che non crede che sarà arrestato “perché per essere arrestato bisogna che ci sia un crimine”. “Io non ho nulla contro la Operazione Lava Jato (sui casi di corruzione della Petrobras), ma sono contro la menzogna”, ha detto, definendo l’accusa di favoritismo per il triplex di Guarujá una sequela di menzogne che avrebbe coinvolto la stampa, la polizia federale, il ministero pubblico federale e il giudice Sérgio Moro, che ha proferito la prima sentenza che lo ha condannato. “Hanno invaso la mia casa, hanno sollevato il mio materasso, hanno aperto il mio forno e non hanno trovato nulla. Poi sono andati a casa di Geddel (Vieira Lima, ex ministro di Temer che aveva più di R$ 50 milioni in contanti nel suo appartamento, l’anno scorso) e hanno trovato. Sono andati alle case di Rodrigo Roucha Loures (ex assessore di Temer, che ha ricevuto valige di denaro da Joesley Batista della multinazionale JBS), di Cabral (ex governatore di Rio), sono andati in Svizzera e hanno trovato”. E ha aggiunto: “Sfido tutti i giorni che provino un crimine che io abbia commesso”. Durante la manifestazione non sono mancate critiche al comportamento del precandidato alla presidenza Jair Bolsonaro. La senatrice Gleisi Hoffmann ha affermato che non sa chi abbia sparato contro la carovana, ma che l’incitamento all’odio propagandato da Bolsonaro potrebbe avere spinto all’azione. La ex presidente Dilma Rousseff ha detto che il paese vive una “grave manifestazione di fascismo”. E ha continauto: “La costruzione fraudolenta del mio processo di impeachment ha alimentato l’odio. E l’odio semina la violenza”, aggiungendo che gli spari volevano colpire l’ex presidente Lula, ma “per grazia di Dio” non sono riusciti. Nelle ore precedenti di mercoledì l’animosità contro la presenza di Lula a Curitiba si manifestava in magliette, pupazzi e manifesti all’aeroporto internazionale di Curitiba. L’iniziativa era per accogliere il precandidato alla presidenza Jair Bolsonaro del PSL/Partito Social Liberale (Bolsonaro rappresenta il proto fascismo violento), che intendeva disputare la scena a Lula nella capitale paranense. Concludendo il discorso all’aeroporto Bolsonaro ha convocato tutti i presenti a riunirsi nella cosidetta Piazza dell’Uomo Nudo e a proseguire per opporsi alla manifestazione petista al centro di Curitiba, fissata per le 17. Agenti di truppa d'assalto e di cavalleria della polizia militare si sono interposti per evitare il confronto diretto fra i manifestanti. Altri avversari di Lula nella corsa presidenziale hanno ripudiato l’attacco contro Lula. Geraldo Alckmin del PSDB/Partito della Socialdempcrazia Brasiliana e governatore dello Stato di San Paolo, che aveva abbozzato uma critica dicendo, già martedì, che il “PT raccoglie quello che semina”, mercoledì ha twittato che “ogni forma di violenza deve essere condannata” e ha chiesto che le autorità indaghino e puniscano gli autori dell’attacco. I sondaggi d'opinione mettono Lula come precandidato con la maggiore intenzione di voto nelle elezioni del 2018. Al secondo posto c’è Bolsonaro. Proiettili contro la carovana di Lula. Nella sera di martedì la carovana aveva lasciato il municipio di Quedas de Iguaçu, nell’interno dello Stato di Paraná, e si dirigeva verso Laranjeiras do Sul quando passeggeri del pulmino che ospitava giurnalisti hanno sentito quello che pensavano essere sassi lanciati contro il veicolo. Alcuni chilometri dopo il pulmino è stato costretto a fermarsi, perché i pneumatici cominciavano a sgonfiarsi. Erano stati danneggiati da chiodi a tre punte, quegli oggetti appuntiti (e vietati) messi lungo le starde per forare i preumatici. A quel punto hanno notato le perforazioni nelle fiancate del veicolo. Il pulmino della stampa era stato raggiunto da due tiri, e quello che portava gli invitati della carovana petista da un proiettile. Il terzo veicolo, in cui si trovava Lula, non è stato raggiunto. Da martedì gli addetti stampa dell’ex presidente e gli assessori del governo dello Stato di Paraná si confrontano su diverse versioni relative alle condizioni di sicurezza della comitiva. L'équipe di Lula afferma di avere chiesto una scorta della polizia dello Stato, ciò che sarebbe stato negato dalla segreteria del governatore Beto Richa del PSDB. A sua volta il governo del Paraná nega che fosse stato richiesto un rafforzamento nella sicurezza.
“Abbiamo pianificato la carovana da molto tempo e abbiamo
trasmesso il cronograma alle autorità di sicurezza dello Stato.
Tutto è stato previamente combinato. Vogliamo garantire la
sicurezza di tutti quelli che sono in piazza. Vogliamo che lo Stato
compia il suo dovere costituzionale di garantire il diritto della
società di esprimersi liberamente”, ha detto Marcio Macedo del PT. In una nota il governo del Paraná ha affermato che “non vi
è stata alcuna richiesta formale di scorta alla carovana dell’ex
prsidente né allo stesso ex presidente, benché egli abbia tale
diritto. Tanto è vero che il suo procedere è incerto e non noto”. Un'indagine della polizia civile del Paraná appurerà
l’attacco contro la carovana. (28/3/2018) Fonte:
www.bbcom/portugues/brasil Traduzione e introduzione di Teresa Isenburg
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cura di Nicoletta Manuzzato |