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Giovedì 6 settembre, nel pomeriggio, nella città di
Juiz de Fora (Minas Gerais) il candidato di estrema destra
alla presidenza della Repubblica Jair Bolsonaro, del Partito Social
Liberale, è stato accoltellato riportando ferite serie all’addome.
Al momento è ricoverato all’ospedale israeliano Albert Einstein di
San Paolo. L’aggressore porta il nome di Adelio Bispo de Oliveira
e viene descritto come persona psicologicamente fragile (forse).
Tutti gli esponenti politici, inclusi senza eccezione quelli della
sinistra, hanno espresso condanna dell’attentato e solidarietà al
ferito. Si è parlato di azione pericolosa per la democrazia. Forse
non la sola, verrebbe da dire… Traduco un breve post di Paulo Segio
Pinheiro, rapporteur sui diritti umani in Siria per le
Nazioni Unite, componente della Commissione nazionale verità
memoria giustizia/CNV sulle responsabilità in materia di diritti
umani del governo brasiliano durante la dittatura militare.
Riporto anche qualche notizia su O grito dos Excluídos del 7
settembre e un riferimento al doloroso incendio del Museo nazionale
di Rio. (T.I. 9/9/2018)
Asteniamoci da inutili farse Ieri (6 settembre) passavo nel pomeriggio con mio figlio nell'avenida Faria Lima e improvvisamente un tale mi è passato davanti gridando: "Voglio vedere che cosa farà la banda dei diritti umani sulla coltellata al capitano Bolsonaro". Ho fatto finta di non sentire. È stato così che ho saputo dell’attentato al candidato dell’estrema destra. Si tratta di un attentato, un crimine gravissimo che deve essere indagato, i responsabili devono essere processati e portati in giudizio al più presto. Tutti i candidati hanno fatto molto bene a condannare e respingere il crimine. Assolutamente ingiustificabile, sebbene la radicalizzazione della violenza sia stata portata nella campagna presidenziale dalla vittima dell’attentato. Pochi giorni fa egli aveva dichiarato che tutti i membri del PT/Partito dei lavoratori sarebbero stati fucilati (sotto la sua presidenza). A Roda Viva (programma della TV monopolista) è stato reiterato il suo disappunto per il fatto che la dittatura (militare 1964-1984) non avesse ucciso 100.000 persone incluso il futuro presidente Fernando Henrique Cardoso e (il giurista) José Gregori. Ad ogni momento festeggia la tortura e i torturatori. La grande stampa e la televisione sono state totalmente morbide di fronte a questa apologia della violenza: anche ieri in una prima pagina, un quarto di pagina in un giornale, si riportava un’immensa foto di quel candidato che dava un calcio a un fantoccio del presidente Lula travestito da criminale. La procuratrice generale della Repubblica o i procuratori e i ministri del TSE/Tribunale superiore elettorale sono totalmente silenziosi al riguardo di questa incitazione alla violenza da parte del candidato. Già adesso hanno "scoperto" che il criminale che ha sferrato l’attentato era stato membro del PSOL/Partito socialismo e libertà, con post in facebook sul presidente Lula. Fra poco, come in altri momenti di nascita del fascismo, le sinistre saranno anche responsabilizzate della violenza. Asteniamoci da inutili farse come se la campagna dell’estrema destra fosse qualche cosa di normale in una democrazia. Siamo in presenza di una minaccia gravissima allo Stato costituzionale di diritto. Un cronista televisivo poco fa ha recriminato, ha classificato il crimine barbaro come un "attentato alla democrazia". Ma chi commette attentati alla democrazia impunemente è il candidato vittima del crimine, promettendo ogni giorno più violenza. Tutte le forze democratiche a destra, nel centrodestra, nel centrosinistra e nella sinistra devono smettere di aggredirsi fra di loro e formare un arco di ripudio all’attentato criminale assolutamente ingiustificabile, ma condannando in modo altrettanto chiaro le promesse giornaliere di violenza, di attentati alla Stato di diritto e alla democrazia del candidato di estrema destra e dei suoi alleati. Fonte: Paulo Sergio Pinheiro su Facebook La violenza politica non può nascondere il pericolo del programma economico Oggi, 7 settembre, è il giorno del Grido degli Esclusi, protesta realizzata dai movimenti sociali da 24 anni nella stessa data della cosiddetta Indipendenza del Brasile (in cui nel 1822 il reggente Pedro dichiarava l’indipendenza con il Grito do Ipiranga: indipendenza o morte)… Il pericolo che la scadenza politica possa nascondere i prossimi passi di Michel Temer contro il popolo brasiliano è grande. Questa settimana l’organo di controllo del bilancio della Camera dei deputati ha presentato uno studio sul progetto di legge del bilancio 2019, inviato da Temer al Congresso Nazionale. Il documento mostra una nuova caduta drastica degli investimenti pubblici in salute ed educazione, conseguenza dell’emendamento costituzionale 95, che ha congelato gli investimenti per vent’anni. In educazione il taglio è di metà di quanto investito nell’anno in corso… Nel Nordeste la crisi si accentua, sia per le differenze storiche regionali, sia per l’importanza delle politiche pubbliche nell’economia di quegli Stati… La parola d’ordine del Grido degli Esclusi è molto attuale: "La disuguaglianza produce violenza". Fonte: Brasil de Fato L’incendio del Museo Nazionale: un anello dell’austericidio iniziato il 31 agosto 2016 Domenica 2 settembre il Museo Nazionale di Rio è bruciato. Una perdita irreparabile, un dolore immenso. Dal 2016 i tagli alla spesa pubblica hanno colpito in modo particolare sanità ed educazione (e aumentato i profitti del sistema finanziario). Alle università (da quella di Rio dipende in parte il Museo Nazionale) i fondi sono stati azzerati e rettori e senati accademici sono stati colpiti da persecuzioni giudiziarie: il rettore dell'Università Federale di Santa Catarina si suicidò nell’ottobre 2017 per accuse non provate e trattamento degradante da parte della polizia, il senato accademico della Federale di Belo Horizonte ha subito arresti spettacolari con prove indiziarie e così via. Il Museo Nazionale aveva quindi un livello di manutenzione inadeguato. Ma più grave è il fatto che i pompieri giunti sul luogo non avevano le attrezzature (acqua per esempio) per domare le fiamme. Austericidio, appunto. Si veda https://www.cartamaior.com.br: Como a austeridade está por trás do incêndio do Museu Nacional? Traduzioni e introduzione di Teresa Isenburg
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Latinoamerica-online.it a
cura di Nicoletta Manuzzato |