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Brasile: il risultato del primo turno Le elezioni politiche generali di domenica 7 ottobre in Brasile hanno visto l'affermazione drammatica di Jair Bolsonaro, espressione dell'estrema destra fascistizzante con il 46% dei suffragi. Il candidato della sinistra Fernando Haddad ha raccolto il 29% dei voti. Il ballottaggio è fissato per il 28 ottobre. Ciro Gomes, espressione del centrosinistra riformatore ha ottenuto il 13%, altri quattro candidati hanno avuto fra l'1 e il 2%. La situazione è di estrema gravità per il Brasile e per il mondo occidentale, non è più una questione interna di un paese. Il colpo di Stato parlamentare del 31 agosto 2016 ha calpestato il rispetto delle regole costituzionali, da lì ogni regola è stata manomessa, con un ruolo primario del potere giudiziario. Si è aperta così la strada a un candidato fautore di una deformazione istituzionale autoritaria con forti connotati fascistizzanti e razzisti. La mobilitazione è enorme, coraggiosa, difficile. Ma ciò che accade nel vasto paese a sud dell'equatore investe l'occidente intero; e l'occidente con la sua potenza deve andare oltre una generica solidarietà nel sostenere il vasto fronte di milioni di cittadini e cittadine che lottano per difendere la democrazia costruita con immane fermezza nel breve tempo dal 1984 ad oggi. Si traduce un riassunto della conferenza stampa di Fernando Haddad e si trascrive la registrazione di una prima analisi dell'ex senatore italiano José Luiz Del Roio (di cui si mantiene il taglio del linguaggio orale). (T.I.) "Parlerò con tutte le forze democratiche del paese" In una conferenza stampa tenuta lunedì 8 ottobre in un albergo di Curitiba, dopo aver visitato l’ex presidente Lula, il candidato del PT/Partito dei lavoratori alla presidenza della Repubblica, Fernando Haddad, ha detto che cercherà il dialogo con le forze democratiche del paese per trovare alleanze nel secondo turno delle elezioni (domenica 28 ottobre), in cui si confronterà con Jair Bolsonaro del PSL/Partito social liberale. "Parlerò con le forze democratiche del paese, rappresentate da alcune candidature come Ciro Gomes, Guilherme Boulos; mantengo contatti con alcuni governatori del PSB/Partito socialista brasiliano con i quali ho una lunga relazione di amicizia politica. Ho parlato con Paulo Câmara governatore eletto di Pernambuco. Parleremo con Carlos Siqueira, presidente del PSB. Abbiamo il massimo interesse a che le forze democratiche siano unite intorno al progetto di ricostruzione, un progetto con inclusione sociale. Ritengo che Ciro Gomes, con tre campagne presidenziali, sia persona molto rispettabile. Con Marina Silva, con Geraldo Alckmin posso non essere d’accordo, avere divergenze, ma sempre ho avuto rispetto per loro. Non dico questo nel dopo elezioni. Dico questo da molti anni. Ho rispetto per queste persone. Come per Meirelles, che è stato presidente della Banca Centrale". Haddad ha aggiunto che la campagna avrà come perno la difesa della Costituzione del 1988, dei diritti consacrati nella Costituzione e nella difesa dei progressi promossi nel passato recente che "vogliamo rafforzare". È necessario "togliere il paese dalla crisi economica e politica in cui si trova. Tutto questo e molto altro deve essere approfondito nel secondo turno e siamo contenti di avere questa opportunità". Haddad ha sottolineato che l'impostazione è di evidenziare l’antagonismo delle proposte, contrapponendo la proposta di benessere sociale della sua coalizione e quella di Bolsonaro, che ha definito come neoliberista. "Abbiamo il neoliberismo, che loro propongono, e lo stato del benessere sociale, che noi proponiamo. Questo è il nucleo importante della nostra divergenza. Nella mia opinione il ritorno del neoliberismo aggraverebbe la crisi e seguirebbe un modello che non ha avuto successo in Argentina. Esso non rafforza il potere d'acquisto del lavoratore, non riscalda l’economia". Inoltre Haddad ha respinto la proposta di Bolsonaro che facilita l’accesso alle armi per la popolazione. "Armare la popolazione è esonerare lo Stato dal proteggere il cittadino. Armare la popolazione porterebbe più morti, e profitto a chi produce armi, ma non migliora la sicurezza". Fake news / notizie false Haddad intende esigere dalla giustizia elettorale prontezza nel reprimere la divulgazione di notizie false durante la campagna elettorale. "Rimane chiaro ed esplicito l’appello a che il TSE/Tribunale superiore elettorale sia più rapido nel ritirare dall’etere le notizie false, cosa che è avvenuta sola alla fine della campagna del primo turno. L’ultimo giorno siamo riusciti a togliere 35 notizie false su di me e su Manuela. Il TSE ha riconosciuto la falsità delle informazioni e ha deciso che le piattaforme le ritirassero. Noi vogliamo fare una campagna positiva, come abbiamo fatto nel primo turno. Non abbiamo intenzione di diffondere calunnie e ingiurie, come quelle che hanno colpito me, la mia famiglia e la mia vice, Manuela d’Avila". Fonte: vari siti (PT, Brasil de Fato) Le elezioni politiche brasiliane del 7 ottobre 2018 José Luiz Del Roio I risultati elettorali delle elezioni di domenica 7 ottobre 2018 sono stati realmente sorprendenti. Il golpe parlamentare dell’agosto 2016 prevedeva la sostituzione dell’esecutivo con un candidato neoliberista con caratteristiche, almeno apparenti, democratiche. Tutto lavorava in questo senso. In primo luogo il potere giudiziario, impegnato a schiacciare la sinistra, per esempio con la prigione e l’allontanamento assoluto di Lula che non può parlare, non può essere visto, non può essere fotografato. E poi l’immensa macchina di propaganda della grande stampa brasiliana capitanata dalla TV Globo. Questo candidato predestinato era l’ex governatore di San Paolo Geraldo Alkmin, per il quale tutto era predisposto affinché fosse l’oppositore del candidato o dei candidati di sinistra. Negli ultimi dieci/quindici giorni della campagna elettorale è accaduto qualche cosa di sorprendente. I diversi candidati del cosiddetto centro hanno cominciato a sciogliersi, a sparire. In massa gli elettori si sono spostati su un candidato che definire di estrema destra è poco, di un partito che aveva un solo deputato, lui stesso, Jair Bolsonaro, e che aveva pochi secondi nella TV per fare campagna, che peraltro non ha mai usato, non è mai apparso in TV. È cominciato un flusso enorme di elettori verso questa persona. E così mano a mano il centro è scomparso. E lo scontro è rimasto solo fra una estrema destra violentissima e la sinistra. Cosa sorprendente. Prima di vedere come saranno i prossimi giorni (in vista del secondo turno per il ballottaggio del presidente e di una parte dei governatori, il 28 ottobre 2018) bisogna capire perché un candidato che non esiste schiaccia i candidati di lunga lena del centro, dal momento che la sinistra resiste. La risposta è che è stata fatta una campagna molto abile, sicuramente coordinata da forze esterne, tipo Steve Bannon, già conosciuto manipolatore di Internet. Tecnici di analisi dei flussi elettorali hanno identificato oltre 400.000 robots al lavoro 24 ore al giorno, certamente contro la sinistra ma anche contro il centro, attaccando tutto con grande abilità. Hanno tolto dall’obiettivo la questione della miseria, la questione dei diritti sociali e hanno in continuazione richiamato l’attenzione sulla questione, diciamo così, morale. Ad esempio hanno martellato sul fatto che non era possibile tanta libertà per i gay, che la scuola deve essere assolutamente religiosa e morale, che le donne (non ha senso, ma parlavano così) non è possibile che lavorino tanto fuori, devono restare in casa. Sembra incredibile, ma è così. Questo ripetere ininterrotto è andato acquisendo spazio e la macchina di robot non ha smesso di raccontare menzogne infami (ad esempio sulle donne di sinistra più in vista, più famose, trattandole da prostitute, inventando di tutto e di più) molto ben fatte (orribili, ma tecnicamente ben fatte). Insieme a tutto questo vi è stato uno studio profondo della società brasiliana attraverso risorse tratte da facebook, dai diversi emoji e simili che si usano per inviare messaggi mirati. In parallelo attraverso i robot è stata eliminata totalmente la questione sociale, puntando tutto sulla questione morale. Massiccio è stato l’attacco verso tutte le chiese, che sono molte, dalle masse neopentecostaliste. Altro tema sul quale la destra estrema si è concentrata è stata un’altra cosa molto semplice, la questione della sicurezza. Esiste un problema reale di sicurezza in Brasile. E loro hanno trovato un modo semplice per risolvere il problema della sicurezza: vendita delle armi totalmente libera, così tutti sono armati, possono difendersi e non ci saranno più criminali nel paese. Sembra ridicolo, ma è così. Sembra incredibile, ma la campagna elettorale che aveva una discussione altissima sui diritti umani, sui diritti economici soprattutto, sulla distribuzione del reddito, su come porre fine alla povertà, ha visto tutto questo scomparire. Non serve girarci intorno, la sinistra è stata presa di sorpresa da una campagna così ben fatta. Insisto: il Brasile non aveva condizioni per fare un lavoro a questo livello, è una campagna molto manipolata internazionalmente. Ed è stato un grande laboratorio. Interventi simili sono già stati usati in altri luoghi, anche in Italia, ma non con questa perfezione e questa violenza. È piuttosto preoccupante: già diversi giornali europei e statunitensi si sono sorpresi e hanno denunciato la situazione. Io credo che la stessa Italia debba preoccuparsi quando il vice premier Salvini saluta gloriosamente l’avanzata della destra cavernicola neofascista brasiliana razzista a fianco di Madame Le Pen e promette che nelle elezioni europee tutta l’Europa sarà così. Attenti! In verità quello che Salvini sta proponendo direttamente o indirettamente, in modo cosciente e meno, è che questo tipo di campagna elettorale sia usata in Europa per le elezioni del Parlamento Europeo. Cosa possiamo fare in Brasile? Il paese si trova in un incrocio terribile, uno scontro diretto fra sinistra ed estrema destra, senza nient’altro. La sinistra presentava quattro candidati. La somma dei loro voti porta circa al 42/43%, mentre Bolsonaro ha avuto il 46%. Posso dire che nel senso strettamente numerico la partita è aperta. Si vedrà se la sinistra sarà capace di raccogliere quel 2/3% rimasto del centro e come potrà convincere la massa immensa di poveri, di disperati che hanno votato l'estrema diretta per avere "moralità" in casa e perché la moglie torni a casa e non esca più dalla cucina. Abbiamo davanti a noi tre settimane di questo scontro. Abbiamo bisogno che questa campagna sia seguita all’estero, è importante che la sinistra riceva appoggio, la sinistra che non sta difendendo solo la democrazia in Brasile, sta difendendo la democrazia nel mondo occidentale. E che l’Europa si prepari, perché subirà lo stesso tipo di campagna. Che le forze che ancora resistono in Europa discutano di questo terribile problema e non si perdano in litigi ben minori, ma capiscano un processo che è in corso. Queste tre settimane saranno molto difficili in Brasile, ma c’è molto coraggio, molta decisione da parte, infine, di questi milioni e milioni di elettori di sinistra coscienti, decisi a combattere le tenebre nazificanti che si ammassano su questa parte del mondo. Mi permetto di concludere illustrando il lavoro di un robot che ho visto, diciamo così, con i miei occhi: l'8 ottobre una giornalista molto nota, Miriam Leitão della TV Globo, ha detto in un suo servizio che il PT ha sempre rispettato la Costituzione. Nel giro di poche ore migliaia e migliaia di messaggi hanno raggiunto i social per spiegare che Miriam Leitão aveva un passato oscuro di terrorista, ecc. ecc. E che quindi non era credibile. Infatti la giornalista era stata una coraggiosa militante contro la dittatura militare, poi aveva fatto carriera nella TV Globo portando avanti altre posizioni... Ecco, i robot lavorano e lavorano senza sosta per delegittimare e denigrare qualunque persona che sia considerata avversaria. Traduzione e organizzazione di Teresa Isenburg, San Paolo, 9/10/2018
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Latinoamerica-online.it a
cura di Nicoletta Manuzzato |