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Brasile, arbitrio poliziesco e giudiziario

Il processo eversivo attivo iniziato il 4 marzo 2016 con il tentato sequestro dell’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, e culminato il 31 agosto 2016 con la deposizione della presidente costituzionale Dilma Rousseff e l’insediamento del governo illegittimo e illegale di Michel Temer, ha avuto il sostegno di tre protagonisti: una parte del potere giudiziario, una parte della polizia federale, i mass media monopolistici. Il luogo fisico del golpe è stato il Parlamento. Enorme è la responsabilità del potere giudiziario sia nei livelli più elevati, che hanno omesso il loro dovere di imporre il rispetto della Costituzione, sia nei livelli di base – procuratori e giudici - ai quali è stato ed è concesso di agire in totale disprezzo del diritto e delle procedure giudiziarie, in nome di una missione moralizzatrice che essi stessi si sono attribuiti. L’articolo sotto riportato illustra sinteticamente la situazione. In particolare viene fatto un uso al di fuori della legge dell’arresto, della detenzione preventiva a fini di delazioni, della persecuzione giudiziaria in assenza di prove. Se il caso più noto è quello dell’ex presidente Lula e della sua famiglia, i casi sono moltissimi. L’ultimo è quello di cui si parla in questa sede, che ha portato al suicidio del cittadino ingiustamente colpito: un suicidio che riecheggia la grande tradizione storica del suicidio politico come denuncia potente dell’arbitrio e dell’abuso del potere sordo.

Lunedì 2 ottobre alle ore 10,30 il rettore dell’Università Federale di Santa Catarina (Ufsc), Luiz Carlos Cancellier, noto giurista, si è suicidato gettandosi dal vano scale del Shopping Beira-Mar a Florianopolis. Cancellier aveva assunto l’incarico rettorale nel 2016, ma era stato sollevato dalle sue funzioni per decisione del potere giudiziario nell’ambito dell’Operazione Ouvidos Moucos/Orecchie sorde, avviata il 14 settembre, che indaga irregolarità del 2006. Pur avendo assunto il rettorato dieci anni dopo i fatti, era sempre stato a disposizione per chiarire le irregolarità delle gestioni anteriori. Tuttavia il suo arresto, insieme ad altri colleghi, è stato compiuto con l’accusa di impedimento alla giustizia. L’incarcerazione arbitraria è durata un giorno, immediatamente sospesa dalla magistratura. Prima della morte, il 27 settembre, Cancellier ha pubblicato un ampio articolo sul giornale O Globo, affrontando lo stato di eccezione della giustizia brasiliana. Si traduce il testo. Un'intervista concessa nello studio Galli, Brasil, Prazeres, alla presenza degli avvocati, permette di approfondire gli aspetti giuridici dell’arbitrio e informa come l’indagine sia iniziata con una denuncia anonima. (sito del Diário Catarinense, giornalista Moacir Pereira). Se l’arbitrio poliziesco e giudiziario colpisce persone pubbliche anche importanti, rimane nell’ombra il massacro dei giovani neri delle periferie che tale arbitrio produce. L’uccisione impunita dei ragazzi neri da parte delle forze dell’ordine ha ormai una rilevanza statisticamente visibile. (T.I.)

La vicenda del rettore

Luiz Carlos Cancellier

Non abbiamo assunto nessun atteggiamento di ostruzione alla verifica della denuncia. L’umiliazione e la vessazione alle quali siamo stati sottoposti - io e altri colleghi dell’Università Federale di Santa Caterina - una settimana fa non ha precedenti nella storia dell’istituzione. Nello stesso periodo in cui siamo stati arrestati, condotti in prigione, spogliati dei nostri abiti e incarcerati, paradossalmente l’università che dirigo dal maggio 2016 è stata riconosciuta come la sesta migliore per dottorati e post-dottorati dalla Capes e apprezzata dall’Assemblea Legislativa di Santa Catarina. Negli ultimi giorni le nostre vite sono state investigate e il nostro onore associato a una "banda" accusata di avere stornato 80 milioni di reais. E impediti, anche dopo essere stati liberati, di entrare in università. Quando nel maggio 2016 abbiamo assunto il mandato di quatto anni, uno dei nostri messaggi più ripetuto è sempre stato quello dell’armonia, del dialogo, del riconoscimento delle differenze. Dicevamo a chi avesse voluto ascoltare: "Nella Ufsc c’è differenza!" Quindi la prima reazione, quando sono stato condotto da casa mia alla Polizia Federale, accusato di impedimento dell’indagine, è stata di sorpresa…

Al di là delle innumerevoli manifestazioni di appoggio, di amici e conoscenti, e dell'unione indissolubile di un'équipe assolutamente solidale, mi conforta sapere che la fragilità delle accuse che pesano su di me non regge alla minima capacità di discernere ciò che sta dietro all’errato processo che ci ha portati in carcere. Un'indagine interna che non ci ha ascoltati; un processo fondato su deposizioni che non hanno consentito il contradditorio e l’ampia difesa; informazioni selettive passate alla Polizia Federale; occultamento di informazioni fondamentali alla piena comprensione di ciò che accadeva e l’attribuzione a una gestione di poco più di un anno di denunce relative a un periodo anteriore.

Non abbiamo assunto nessun atteggiamento per soffocare od ostruire la verifica della denuncia. Abbiamo agito, sì, come gestori responsabili, accompagnati sempre dalla Procura della Ufsc. Abbiamo, frequentemente, mantenuto contatti con rappresentanti della Controladoria-Geral e della Corte dei Conti dell’Unione. Eravamo sulla buona strada, con un'impostazione giuridica e amministrativa. Il rettore non prende nessuna decisione in maniera solitaria. Tutto è collegiale, cioè con la partecipazione di altri organismi. E ripeto: l’università ha sempre avuto e continuerà ad avere tutto l’interesse a chiarire la questione.

Di tutto questo episodio, che ha avuto ripercussione nazionale, la principale lezione è che dobbiamo avere ancora più orgoglio della Ufsc. Essa è responsabile per quasi il 100% di innovazione nell’industria, nei servizi e nello sviluppo dello Stato in tutte le regioni. Fa ricerca di punta, didattica di qualità e qualificazione ben collegate alla società. Sono certo che essa è molto più forte di qualunque altro accadimento.

Fonte: O Globo, 27/9//2017

A commento e chiarimento del significato politico dei recenti fatti di Florianopolis traduciamo l’editoriale di Vermelho del 2 ottobre

Suicidi, linciaggi e abusi del giustizialismo spettacolare

Abuso degli arresti temporanei e preventivi, uso indiscriminato e irregolare dello strumento delle delazioni premiate, indagini che non considerano le garanzie individuali minime, condanne che sovvertono completamente il principio di proporzione fra delitto e pena: tutti questi elementi e altri dello stesso tipo segnano la realtà giuridica brasiliana negli ultimi anni. Il tragico suicidio del rettore dell’Università Federale di Santa Catarina (Ufsc), Luiz Carlos Cancellier, arrestato in modo arbitrario alcuni giorni fa, deve essere visto come parte di questo triste processo.

In una lettera pubblicata subito dopo la sua liberazione, Cancellier aveva fatto una relazione sul linciaggio sociale al quale era sottoposto. Senza diritto alla difesa, impedito di entrare nell’università che dirigeva, visto dalla mattina alla sera come corrotto, il professore ha mostrato nel testo la tristezza e lo stupore che, apparentemente, lo hanno portato all’atto estremo. Un processo simile era già accaduto all’ammiraglio Othon Luiz Pinheiro da Silva, considerato il padre del Programma Nucleare brasiliano. Condannato a incredibili 43 anni di prigione dal giudice Sérgio Moro, il militare, come ha informato la stampa, ha anch’egli tentato il suicidio. Conoscendo il ruolo centrale dell’ammiraglio nei progetti legati agli interessi nazionali si può immaginare che l’averlo sottratto all’attività scientifico-militare risponde alle pretese di coloro che non vogliono vedere il Brasile sviluppare tutte le sue potenzialità come nazione libera, sovrana e indipendente.

Nel caso del rettore dell’Università Federale di Santa Catarina, richiama l’attenzione l’uso politico fatto da diversi settori della sinistra della prigione arbitraria. Ciechi di fronte all’arbitrio, mossi da meschinità nelle dispute locali, avidi degli applausi facili di coloro che credono che la corruzione sia l’unico male del Brasile, il destrismo della sinistra ha contribuito alla lapidazione della quale il rettore è stato vittima. Che il tragico episodio serva a dimostrare che l’arbitrio e l’interruzione dei diritti individuali sono processi che, se non vengono sbarrati, opprimeranno tutti, specialmente i più deboli.

E' importante anche notare il ruolo svolto in questo processo da parte consistente della stampa. Nel giustizialismo spettacolare, i riflettori sono stati puntati da mass media irresponsabili e interessati alla distruzione della politica e degli interessi nazionali. Le stesse luci che hanno trasformato figure del potere giudiziario in star hanno funzionato come strumento privilegiato del linciaggio pubblico di cittadini che, fino a che il debito processo non dimostri il contrario, sono innocenti.

Viviamo in Brasile giorni molto difficili. Sono sotto attacco principi nati dall’illuminismo penale del XVIII secolo. L’anno prossimo si compiono 280 anni dalla nascita di Cesare Beccaria, che con il suo libro Dei delitti e delle pene lanciò nel mondo le idee che avrebbero dato fondamento alle garanzie individuali minime che ora sono solennemente disprezzate. Che i democratici brasiliani di tutti i settori politici si uniscano subito, per poter rendere omaggio al pensatore italiano in un diverso scenario.

Fonte: www.vermelho.org

Momenti di lotta

La mobilitazione continua intensa sia per opera di partiti e sindacati che di movimenti sociali e iniziative locali. In particolare in questo momento richiamo l’attenzione su due di essi: uno è l’ottavo incontro nazionale del MAB-Movimento dos Atingidos por Barragens/Movimento dei colpiti dalle dighe, parte del coordinamento internazionale su questo tema. Il secondo è la lotta delle seimila famiglie di senza tetto accampate in area di abusivismo edilizio nel municipio di São Bernardo do Campo, nella Grande San Paolo, che conquistano l’apertura di trattative. Il MTST/Movimento dei Lavoratori Senza Tetto è coordinato da Guilherme Boulos. Guardando i siti e anche solo le foto ci si può fare un'idea. (T.I. - 4/10/2017)

Traduzione e introduzione di Teresa Isenburg

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato