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Brasile, Lula riacquista i suoi diritti politici

Oggi, 8 marzo 2021, il ministro Fachin del Supremo Tribunale Federale, relatore della richiesta di habeas corpus della difesa dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, ha depositato la sentenza che accoglie la richiesta di incompetenza del tribunale di Curitiba per giudicare l’ex presidente. In particolare risulta non fondato e privo di prove il collegamento di tali indagini con i processi per corruzione relativi alla Petrobras, gli unici per i quali il gruppo di lavoro di magistrati di Curitiba era competente. Di conseguenza l’ex presidente è stato sottratto al giudice naturale. Quindi le condanne di Lula decadono e con esse la sospensione dei suoi diritti politici.

La deposizione anticostituzionale della presidente Dilma Rousseff nel 2016 e le sentenze frutto di manipolazioni giudiziarie culminate nel sequestro di Lula da aprile 2018 a novembre 2019 hanno aperto la strada al governo di estrema destra che attualmente occupa la presidenza. Nelle ultime settimane sono state rese pubbliche registrazioni delle conversazioni fra i magistrati della Lava Jato hackerate da Walter Delgatti Neto. Ne emerge un quadro cospirativo ed eversivo molto preciso. Al momento è impossibile valutare come la situazione politica si svilupperà. Le variabili in gioco sono molte ed esse si complicano ulteriormente in quanto il paese attraversa un lungo periodo di malgoverno federale anche per assenza completa di piano e interventi per affrontare la pandemia, la cui gestione ricade sui governatori. Nel corso dei cinque anni di azioni illegittime e politiche economiche antisociali, le strutture istituzionali sono state duramente provate e la strada per ricostruire lo Stato democratico di diritto è in salita, lunga, accidentata. La materia giudiziaria è molto intricata e non semplificabile, come evolverà il quadro politico al momento è impossibile sapere. Ci si può intanto rallegrare per il momento di gioia. Mi limito al momento a tradurre un breve testo della rivista ComJur e il comunicato degli avvocati di Lula. (T.I.)

Casi cascinale, triplex e Istituto Lula

Fachin annulla le condanne di Lula della 13a Sezione Federale di Curitiba. Il ministro Luiz Edson Fachin, del Supremo Tribunale Federale, ha annullato oggi lunedì 8 marzo le condanne di Lula nel caso dell’appartamento triplex di Guarujá, del cascinale di Atibaia e della sede dell’Istituto Lula. Fachin ha dichiarato la 13a Sezione Federale di Curitiba, di cui era titolare l’ex giudice Sérgio Moro, incompetente a processare e giudicare Lula. "Dichiaro, come corollario e per forza del disposto nell’articolo 567 del Codice del Processo Penale, la nullità non solo degli atti decisori praticati nelle rispettive azioni penali, inclusi le recezioni delle denunce, dovendo il giudice competente decidere sulla possibilità della convalida degli atti istruttori, dice il comunicato. Il ministro ha detto che gli atti devono essere inviati alla Giustizia del Distretto Federale alla quale spetterà "il giudizio competente di decidere sulla possibilità di convalida" di deposizioni e raccolta di prove. Fachin ha giudicato l’habeas corpus presentato dalla difesa di Lula il 3 novembre 2020. Difendono Lula gli avocati Cristiano Zanin, Valeska Martins, Eliakin Tatsuo e Maria de Lourdes Lopes.

Fonte: ConJur, 8/3/2021. Sullo stesso sito si trova il testo integrale del parere del ministro Fachin.

Nota degli avvocati difensori dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva Cristiano Zanin Martins e Valeska Teixeira Martins sulla decisione del ministro Edson Fachin

Riceviamo con serenità la decisione pronunciata in data di oggi dal ministro Edson Fachin che ha accolto la richiesta di habeas corpus che avevamo presentato il 3 novembre 2020, volta a riconoscere l’incompetenza della 13a Sezione Federale Criminale di Curitiba per analizzare le quattro denunce presentare dall’estinto "gruppo di lavoro" contro l’ex presidente Lula (HC 193.726) e, di conseguenza, volta ad annullare gli atti decisori relativi ai processi indebitamente istituiti a partire da tali denunce.

L’incompetenza della Giustizia Federale di Curitiba a giudicare le indebite accuse formulate contro l’ex presidente Lula è stata da noi sostenuta fin dalla prima manifestazione scritta che abbiamo presentato nei processi, ancora nel 2016. Questo perché le assurde accuse formulate contro l’ex presidente dal "gruppo di lavoro" di Curitiba mai hanno indicato alcuna relazione concreta con illeciti verificatesi nella Petrobras, relazioni che giustificassero la fissazione della competenza nella 13a Sezione Federale di Curitiba da parte del Plenario del Supremo Tribunale Federale nel giudizio della questione procedurale dell’Indagine 4.130.

Durante oltre cinque anni abbiamo percorso tutte le istanze del Potere Giudiziario perché fosse riconosciuta l'incompetenza della 13a Sezione Federale Criminale di Curitiba per decidere sulle indagini o sulle denunce presentate dal "gruppo di lavoro" di Curitiba. Nel 2016 abbiamo anche portato davanti al Comitato dei Diritti Umani dell’ONU la violazione irreparabile delle garanzie fondamentali dell’ex presidente Lula, anche in inosservanza del diritto al giudice naturale, cioè del diritto di ogni cittadino di essere giudicato da un giudice la cui competenza fosse stata previamente definita per legge e non in base alla scelta dello stesso giudicante.

In questa lunga traiettoria, nonostante tutte le prove di innocenza presentate, l’ex presidente Lula è stato arrestato ingiustamente, ha avuto i suoi diritti politici indebitamente ritirati e i suoi beni bloccati. Sempre abbiamo provato che tutti questi comportamenti facevano parte di un accomodamento fra l’allora giudice Sérgio Moro e membri del "gruppo di lavoro" di Curitiba, come è stato confermato dal materiale al quale abbiamo avuto accesso sempre per autorizzazione del Supremo Tribunale Federale e che abbiamo allegato agli atti del Reclamo n. 43.007/PR.

Per questo la decisione che oggi afferma l’incompetenza della Giustizia Federale di Curitiba è il riconoscimento che sempre eravamo stati corretti in questa lunga battaglia giudiziaria, nella quale mai abbiamo dovuto cambiare i nostri fondamenti per dimostrare la nullità dei processi e l’innocenza dell’ex presidente Lula e la persecuzione giudiziaria/lawfare praticata contro di lui.

La decisione, dunque, è in sintonia con tutto ciò che abbiamo sostenuto da oltre cinque anni nella conduzione dei processi. Ma essa non ha prerogativa di riparare i danni irrimediabili causati dall’ex giudice Sérgio Moro e dai procuratori della Lava Jato all’ex presidente Lula, al Sistema della Giustizia e allo Stato Democratico di Diritto.

Traduzione di Teresa Isenburg

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato