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Lotta al neocolonialismo: l'Honduras si è ritirato dal Ciadi A sei mesi dalla notifica da parte di Tegucigalpa, è diventato effettivo il 25 agosto il ritiro dell'Honduras dal Ciadi, la sigla in spagnolo del Centro Internazionale per la Risoluzione delle Controversie sugli Investimenti Esteri. L'Icsid (questa la sigla in inglese) venne istituito nel 1965 dalla Convenzione di Washington come sistema di arbitrato internazionale nei contrasti tra investitori stranieri e Stati ospitanti. In realtà si tratta di un meccanismo perverso di impoverimento dei paesi del Sud del mondo: in base alle sue regole uno Stato può essere denunciato da una corporazione quando questa si ritenga defraudata per un mancato guadagno a causa di una legge del governo nazionale (in genere emanata per proteggere i diritti dei lavoratori o dell'ambiente). Si calcola che la sola America Latina abbia perso in tal modo più di 30 miliardi di dollari. L'Honduras è tra i paesi più colpiti da queste denunce di investitori "danneggiati" nei loro interessi. Nel maggio 2023 la compagnia statunitense Honduras Próspera Inc. ha chiesto allo Stato il pagamento di quasi 11 miliardi di dollari (più di un terzo dell'intero pil honduregno, che si aggira sui 30 miliardi) come compenso per l'abolizione delle zone a statuto speciale (Zede, Zone for Employment and Economic Development), territori che si reggono in base a proprie norme, svincolati dalla legislazione nazionale. La cancellazione di queste "città private" era stata promossa dalla presidente Xiomara Castro e approvata all'unanimità dal Parlamento. Nella causa intentata da Próspera il governo honduregno si era pronunciato contro l'arbitrato del Ciadi, definito "un sistema che mina la sovranità delle nazioni". In questa battaglia contro il neocolonialismo economico l'Honduras era stato preceduto nel 2007 dalla Bolivia, nel 2009 dall'Ecuador e nel 2012 dal Venezuela. Quito però ha fatto marcia indietro nel 2021, sotto la presidenza del banchiere Guillermo Lasso, rientrando nel Ciadi da cui si era ritirato con Rafael Correa. (26/8/2024)
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cura di Nicoletta Manuzzato |