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Celac, la destra regionale diserta il vertice

I temi sul tappeto erano della massima importanza: sicurezza alimentare, strategia sanitaria, cambiamento climatico, mantenimento della pace nel subcontinente. Ma molti paesi non erano rappresentati al massimo livello: dei 33 capi di Stato e di governo chiamati a partecipare a Kingstown, capitale di Saint Vincent and the Grenadines, all'ottavo vertice della Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños, erano presenti solo in quindici. Mancavano in particolare l'argentino Milei, il salvadoregno Bukele, l'ecuadoriano Noboa e l'uruguayano Lacalle Pou.

Questo pone una grossa sfida a Xiomara Castro che dal primo ministro di Saint Vincent, Ralph Gonsalves, eredita la presidenza pro tempore della Celac: è chiaro che i leader della destra stanno mostrando, con la loro assenza, un rigido allineamento a Washington. Il rischio è quello di uno svuotamento degli obiettivi originari della Comunidad: l'autonomia dei paesi latinoamericani e caraibici contro ogni intervento estraneo alla regione. Nel ricevere il testimone, Castro ha sottolineato l'importanza di respingere le minacce neocolonialiste, ha invitato a ratificare l'impegno di rifiutare l'uso della violenza tra paesi fratelli e ad accettare il principio che le differenze tra le nazioni del blocco vanno risolte senza intromissioni esterne.

Nella Dichiarazione di Kingstown che ha concluso l'incontro vengono prese in esame le crisi in corso nel subcontinente, a partire da quella haitiana. In merito i firmatari del documento ribadiscono la loro profonda preoccupazione "per il crescente deterioramento della sicurezza pubblica e della situazione umanitaria" e sottolineano che si richiede "una soluzione a guida haitiana, che comprenda un ampio dialogo tra società civile e protagonisti politici". Per quanto riguarda la controversia tra Venezuela e Guyana sull'Essequibo, si apprezza il risultato dell'incontro di Argyle tra i presidenti Maduro e Irfaan Alí, che hanno convenuto di risolvere qualsiasi disputa "in accordo con il diritto internazionale".

I partecipanti al vertice ribadiscono inoltre "l'invito dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba che, oltre ad essere contrario alla legge internazionale, causa seri danni al benessere della popolazione cubana" e chiedono l'esclusione dell'isola dall'elenco dei paesi patrocinatori del terrorismo. Infine riaffermano il massimo appoggio della regione alla sovranità della Repubblica Argentina sulle isole Malvinas, South Georgia e South Sandwich e "il carattere latinoamericano e caraibico di Puerto Rico". (2/3/2024)

Articolo precedente sull'argomento: Al vertice Uc-Celac si discute anche di Ucraina

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato