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L'Argentina piange Norita, storica madre di Plaza de Mayo

"Nora Cortiñas non è una sola: è la madre che grida di fronte alle telecamere, quella che porta il fazzoletto bianco in testa, quella che porta il fazzoletto verde al polso [simbolo della battaglia per l'aborto], quella che gioca alla pelota, quella che sale su una moto, quella che cammina con il suo bastone con i fiori o quella che si lascia portare in sedia a rotelle. È la donna che è andata fino ai suoi ultimi giorni in Plaza de Mayo - il luogo in cui era arrivata nel maggio del 1977 con la speranza di recuperare suo figlio sequestrato dalla dittatura" (Luciana Bertoia, Página/12). Come soleva ripetere: "Questa assenza, questo dolore che sento tutti i giorni è il motore del mio impegno. Per questo accompagno ovunque le lotte contro tutte le oppressioni, perché semplicemente voglio cambiare questo mondo ingiusto".

Norita, come veniva familiarmente chiamata, è morta il 30 maggio a 94 anni, dopo una vita spesa a cercare di conoscere la sorte del figlio Gustavo e a partecipare - nel suo ricordo - a tutte le mobilitazioni per la giustizia sociale, l'uguaglianza, i diritti dei popoli originari. Anche con l'avvento della presidenza Milei non aveva cessato di combattere, invitando sempre a scendere in piazza e a non arrendersi. Figura imprescindibile delle Madres de Plaza de Mayo Línea Fundadora, in lei si fondevano le lotte del passato e del presente, i diritti umani, la ricerca di verità e giustizia, l'ecologia e il femminismo. Nel maggio dello scorso anno, prendendo la parola davanti a una platea che l'applaudiva, aveva affermato: "Mi piacerebbe che le bandiere che innalzarono i nostri figli e figlie si potessero innalzare ora con l'orgoglio di essere in un'Argentina paese di resistenza". (31/5/2024)

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato